Grasso lascia il PD: le reazioni

Pietro GrassoIl presidente del Senato Pietro Grasso ha lasciato il Partito Democratico dopo il voto di fiducia sulla nuova legge elettorale, e ne spiega i motivi in un’intervista a La Repubblica. Per Grasso, quel voto di fiducia chiesto per la legge elettorale è una violenza, e sul PD dice: “non riconosco più né il merito né il metodo”. La violenza è nella mancanza di dibattito al Senato, imposta dal voto di fiducia, anche se Grasso ha atteso l’approvazione della legge prima di lasciare il partito. Scelta molto sofferta, ricorda Grasso, ma senza polemiche. Polemiche che nemmeno Matteo Renzi vuole alimentare, manifestando il suo rispetto per la decisione del presidente del Senato.

Imbarazzato invece si dice Ettore Rosato, il firmatario della famosa Roatellum, perché la scelta della fiducia era la sola possibile, rimarcando come il voto di fiducia sia stato solo uno strumento. Per la presidente della Camera, Boldrini, la scelta di Grasso va rispettata, ed è stata presa con ponderazione. D’Alema non vuole tirare per la giacchetta Grasso, ma ricorda la possibilità di entrare in Mdp. Per Michele Emiliano invece, la scelta di Grasso è un dolore perché l’ex magistrato è un professionista di grandissima esperienza e rilievo, la cui perdita in seno al partito è grave, per il futuro.

Housers, con il crowdfunding il patrimonio immobiliare italiano verrà rilanciato?

Nel sud dell’Europa è la prima piattaforma di crowdfunding immobiliare: prende il nome di Housers e permette agli utenti di ricavare dei buoni investimenti, con tutte le garanzie che può ovviamente offrire il mattone. Dal lancio in Italia ad oggi sono passati più di tre mesi e i numeri ottenuti da Housers sono già molto importanti. Nata nel 2015, questa piattaforma sta iniziando un processo di internazionalizzazione già quest’anno e l’Italia è stata scelta come prima nazione in cui creare una filiale per mettere a disposizione della community immobili nella città di Milano e in futuro anche a Roma e Torino. Non solo, visto che gli utenti possono investire anche in Spagna e, nel giro di breve tempo, pure in Portogallo.

Tra i personaggi di spicco che hanno preso parte all’evento di lancio di Housers Italia troviamo Luca Dondi, CEO di Nomisma. Quest’ultimo ha voluto mettere in grande evidenza come questa piattaforma rappresenti una vera opportunità di accesso al mercato immobiliare anche con delle cifre piuttosto ridotte, soprattutto in un periodo storico di grande difficoltà, nonostante gli ultimi dati parlino di qualche cenno di ripresa. Riuscirà ad avere successo questo progetto? Secondo Dondi, i grandi risultati ottenuti in altri paesi sono un ottimo biglietto da visita, ma per sfondare anche nel mercato italiano tutto girerà intorno alla conoscenza di questo settore.

Tra gli altri relatori che sono intervenuti alla presentazione anche Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, che ha voluto rimarcare come le prospettive dei mercati immobiliari in Europa siano in miglioramento, tranne che in Italia, dove questo trend appare molto meno incisivo, anche per via di un supporto del credito bancario davvero ridotto all’osso. Secondo Giancarlo Giudici, Direttore dell’Osservatorio Crowdfunding del Politecnico di Milano, sono tante le potenzialità del real estate inespresse in Italia e Housers potrà essere la chiave di volta per rilanciare l’intero settore. Nello specifico, il crowdfunding in questo campo potrà aiutare notevolmente il processo di ammodernamento di tutto il patrimonio immobiliare italiano, garantendo agli investitori una possibilità importante, ovvero quella di diversificare il rischio.

Ancora un missile coreano sopra il Giappone

missile-coreaLa politica estera in Estremo Oriente continua a destare preoccupazioni, dopo un nuovo test missilistico della Corea del Nord che ha sorvolato il Giappone, passando sopra le teste degli abitanti dell’isola di Hokkaido. Un missile con una gittata di 3700 chilometri, che però potrebbe arrivare fino alla base americana di Guam.

La Corea del Nord dunque, vuole dare delle dimostrazioni di forza a seguito delle sanzioni a cui è stata sottoposta in settimana dall’Onu, come del resto è successo anche nelle altre occasioni.

Naturalmente la risposta del premier giapponese Shinzo Abe è stata dura, e non poteva essere altrimenti, ma la partita si gioca su una scacchiera, non certo sulle emozioni. Il Giappone ha intento sbloccato 8 milioni di dollari di aiuti alla Corea del Sud, mentre all’Onu si sono aggiunte le sanzioni più dure nella storia nordcoreana. Trump, a novembre si recherà nell’area, con una situazione, al momento, tesa ma stabile. La Corea del Nord vuole alzare la voce, ma nulla indica una potenziale minaccia bellica immediata.

Anche gli USA sembrano aver rinunciato ora, alla minaccia militare, mentre a Seul si parla al massimo dell”operazione “decapitazione”, ovvero un’operazione di intelligence e militare, per uccidere il leader nordcoreano senza un intervento armato di invasione del paese, ma con un’operazione chirurgica durante uno spostamento di Kim-Jong-un.

La revisione dei vitalizzi potrebbe cadere al senato

verdini

La revisione dei vitalizi, passata ieri alla Camera, potrebbe però arenarsi al senato, dove i partiti che hanno votato a favore, non hanno la maggioranza assoluta. PD, Lega e M5S infatti, avrebbero 146 voti, mentre la maggioranza assoluta è a 161. In più molti deputati del PD hanno votato mal volentieri a favore della revisione, mentre Mdp si è astenuto, e senza i loro voti non si passerebbe. Anche Verdini potrebbe essere cooptato, mentre molto più difficile appare coinvolgere Forza Italia. Se alla Camera il sì è stato schiacciante, la legge Richetti, per passare al Senato, dovrà avere l’appoggio degli astenuti, e non vedere defezioni ne PD. Luigi Zanda, capogruppo PD, sarà chiamato ad un’opera di convincimento non solo all’interno del suo partito, ma anche all’esterno. Operazione difficilissima, complicata dalla dichiarazione dei verdiniani, che con Lucio Barani hanno già anticipato un no senza discussioni al DDL. A questo punto, il PD dovrà trovare una merce di scambio con Forza Italia, e puntare su una rotta di collisione tra forzisti della Camera e quelli del Senato. Alla Camera, Renato Brunetta, aveva già detto il suo no al taglio dei vitalizi, perché: “uccidete la democrazia” e “date il via a una macelleria sociale perché il famoso ricalcolo piomberà sulla testa dei pensionati normali”. Paolo Romani, capogruppo dei senatori FI dirà la stessa cosa? È più che probabile, vista la sensibilità all’argomento, non solo demagogica. Il rischio di perdita dei diritti acquisiti, anche per i cittadini normali, c’è.

Renzi: vogliamo vincere da primo partito e lancia l’affondo al Movimento 5 Stelle

matteo renzi

Il segretario del partito Democratico Matteo Renzi ha le idee ben chiare in merito alle prossime elezioni del 4 marzo, che si stanno avvicinando sempre di più. L’obiettivo è quello di vincere senza alleanze: la preferenza dell’ex Premier è quella che il suo partito possa trionfare sotto tutti i fronti.

L’intervista di Renzi è stata rilasciata in diretta TV al programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”. A domanda ben precisa del conduttore su quelle che potrebbero essere le possibili alleanze in seguito al voto, Renzi ha ammesso come segua la linea indicata da Gentiloni e da Veltroni, secondo cui non ci sono le condizioni per fare nessuna alleanza né con i partiti più estremisti né con il Movimento Cinque Stelle.

Per quanto riguarda il discorso sul premier che verrà portato al Governo da PD in caso di vittoria delle elezioni, Renzi non ha ancora le idee molto chiare. L’intenzione è quella di attendere gli esiti delle politiche, ma mette in evidenza come non ci sia mai stata alcuna discussione con Gentiloni.

Renzi – di cui si parla molto nel blog dell’On. Fabrizio Bertot – non ci mette molto a puntare il dito contro le scelte delle squadre che salirebbero al potere tra Centrodestra e il Movimento Cinque Stelle, mettendo in evidenza come si tratta di una campagna elettorale basata solo ed esclusivamente sulle divisioni. Renzi ha poi aggiunto in un comizio che si è tenuto a Milano, come la lotta per assicurare il primo posto alle elezioni settimana prossima sarà davvero molto aspra e sul filo dei voti.

Infine, non è mancato anche l’attacco a Salvini, protagonista del giuramento usando un rosario. Renzi non accetta strumentazioni religiose che consentano di raccattare qualche voto in più, accusando la Lega e il suo leader di aver fatto una campagna elettorale troppo strumentale e poco incline alla ricerca della verità e della credibilità.

 

In piazza contro i voucher

voucher-inps

Secondo i sindacati, ciò che era uscito dalla porta, è rientrato dalla finestra, e così oggi la Cgil è scesa in piazza per dire no ai voucher, reinseriti con la manovra di aggiustamento dei conti pubblici. Al posto del voucher, il Libretto di famiglia per le prestazioni nelle case, e i Contratti di prestazione occasionale per le aziende, tutti con buoni annullabili entro tre giorni, misura che rischia di creare un vortice di lavoro nero.

A far arrabbiare la Cgil anche la modalità di reinserimento dei voucher, l’anomala manovra sui conti pubblici, considerata “clandestina”.

In piazza tutti i dirigenti sindacali, dalla Camusso a Speranza, per combattere quella che è considerata una forma di precarietà senza diritti per i lavoratori. Dopo aver cancella per decreto i voucher, e quindi spento la ragione del referendum che avrebbe dovuto tenersi il 28 maggio, il governo ha trovato altre vie, ma i sindacati minacciano ora il ricorso alla Corte Costituzionale.

Per le parti sociali, il contrasto al lavoro nero, per cui erano stati pensati i voucher, ha perso di significato con l’allargamento dei soggetti autorizzati al loro utilizzo, mentre per il governo il problema è solo ideologico, in quanto i voucher ora saranno tutti sotto la responsabilità dell’Inps.

Travolta sulle strisce pedonali? Nessun risarcimento, l’assicurazione non ti crede

Un caso davvero ai limiti dell’inverosimile quello denunciato da Raffaele Gerbi della Professional & Partners Group Srl, che punta i riflettori sull’assoluta mancanza di serietà professionale su diversi casi legati ai risarcimenti da incidenti stradali: ritardi nei pagamenti o nelle visite mediche, tentativi di accordi su cifre più basse di quelle effettivamente dovute. E, non ultimo, la negazione di ogni risarcimento per il semplice sospetto che sia stata perpetrata una truffa, peraltro senza la minima prova documentata. Grazie alla preziosa collaborazione di Raffele Gerbi, analizziamo allora un caso recente particolarmente significativo, che coinvolge una giovane ucraina.

Roma, maggio 2014. Alle cinque del mattino, la guardarobiera Alina Kalinichenko, di anni ventidue, fa ritorno a piedi, dopo aver lavorato la serata in discoteca. Mentre attraversava le striscie pedonali a Piazzale Ostiense, all’altezza del Chiosco del Buongustaio, viene travolta da uno scooter Aprilia Scarabeo, assicurato con Unipolsai. La giovane riporta una grave frattura alla gamba sinistra.

Sul posto interviene una pattuglia di Polizia Locale di Roma Capitale, e un’ambulanza del 118 che porta la ragazza all’Ospedale San Camillo. La Polizia Locale ha modo di ricostruire la dinamica dell’incidente, grazie anche alla presenza di un testimone oculare, che dichiara che il semaforo pedonale era verde e che lo scooter, che procedeva a velocità elevata, non si è fermato. Al contrario, il conducente del motoveicolo dichiara che il semaforo pedonale era rosso: questa affermazione è sufficiente per ritenerla un tentativo di truffa e di affidarla alle Aree Speciali antifrode dell’assicurazione che paventa la possibilità di raggiro: «dalle verifiche effettuate presso l’ufficio sinistri competente è emerso come il danno sia stato oggetto di contestazione sulla base degli elementi raccolti in sede di istruttoria la quale ha evidenziato elementi incongruenti». Dunque, si ipotizza in modo poco chiaro un possibile inganno che coinvolge anche il testimone e magari, addirittura, i vigili urbani intervenuti. Tutto ciò è davvero possibile?

Dopo un processo durato ben tre anni e concluso lo scorso 17 maggio, il giudice da finalmente ragione alla Kalinichenko ed ovviamente ritiene veritiera la sua versione dell’incidente. Gerbi ha inteso sottolineare: «A questo punto mi sembra giusto porsi una domanda: chi sono i veri frodati, i danneggiati o le compagnie? Per quali motivi le compagnie continuano a sostenere ingenti costi per mantenere le Aree Speciali? E per quale motivo queste ultime sollevano dubbi e contestazioni anche laddove non esistono? La Kalinichenko ha dovuto attendere i lunghi tempi di un giudizio, con conseguente aggravio di costi a carico della compagnia e l’insoddisfazione delle parti coinvolte per vedere accertata la responsabilità dello Scarabeo, che era evidente e comprovata fino dall’inizio».

Il G7 di Taormina

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Sensazioni positive e sensazioni negative al G7 di Taormina, dove i 7 grandi, con qualche esclusione, si sono trovati d’accordo su alcuni temi, mentre su altri i risultati sono stati considerati insoddisfacenti. È il clima, il nodo cruciale su cui Stati Uniti ed Europa non riescono a trovare una sintesi, anche dei pur blandi vincoli che il vecchio continente vorrebbe mettere alle emissioni. Molto delusa si è detta la Merkel, particolarmente battagliera sul tema ambientale, che in effetti, in Germania, è molto sentito e appoggiato. Il paese infatti è in prima linea non solo per la riduzione delle emissione, ma per la rinuncia alle fonti fossili, con grandi investimenti nel settore delle rinnovabili. Di questo passo, i tedeschi potranno liberarsi dalla dipendenza del petrolio entro 20 anni, mentre altri paesi sono ancora al palo.

Ma se sul clima, Trump non ha voluto cedere, è stato sul protezionismo, suoi cavallo di battaglia elettorale, che il presidente americano ha dovuto mollare la presa, più che altro per le evidenti problematiche che un mondo ormai globalizzato, pone a misure di chiusura del proprio mercato. È praticamente impossibile ormai chiedere agli altri paesi di importare, ma non esportare, pregiudicando così la bilancia dei pagamenti. A meno di non pensare ad un’utopica autarchia, è più sensato trovare un equilibrio tra gli scambi commerciali. Sul fronte terrorismo invece, tutti d’accordo, naturalmente.

Ottenere il risarcimento dalle assicurazioni online? Davvero difficile

Un grave incidente stradale può cambiare la vita: nei casi più gravi, le infermità permanenti possono cambiare radicalmente la vita del singolo individuo, costringendolo ad abbandonare il lavoro e le proprie abitudini. Ma la cosa che rende il problema ancor più triste è l’ingiusto comportamento delle compagnie di assicurazione, che spesso contrattano il risarcimento in maniera ingiusta e senza scrupoli, costringendo i danneggiati a dover ritardare tutte le attività necessarie per ottenere un giusto risarcimento, visite mediche comprese.

Il danneggiato riceve così, dopo l’insorgenza dei gravi problemi fisici, un brutto contraccolpo psicologico. Il comportamento delle compagnie di assicurazione si rivela ancor più grave poi, nel caso siano online o telefoniche: parlare con un responsabile e ricevere assistenza nel caso di procedure straordinarie diventa pressoché impossibile.

Lo studio «Professional&Partners» di Raffaele Gerbi da diversi anni si propone di prestare assistenza alle vittime di gravi incidenti stradali, curandone gli interessi contro le assicurazioni. Lo studio Gerbi è già riuscito in passato ad ottenere ottimi risultati in favore dei propri clienti: con il loro intervento, la giornalista Alda D’Eusanio ha ottenuto un milione e 650.000 euro di risarcimento contro la proposta iniziale di 60mila euro dell’assicurazione.

Se non sono tutelati a sufficienza, chi subisce incidenti stradali diventa vittima della compagnia assicurativa, che evitare di fissare incontri e confronti con i danneggiati, fissa le visite mediche con tempi molto lunghi e propone risarcimenti non congrui con il danno subito, nella speranza che i loro clienti, sfiancati, accettino senza protestare.

Sono tanti i casi eloquenti di come il rapporto con le compagnie assicurative diventi presto deleterio: la «Gerbi Group SpA» sta seguendo in questo periodo sta seguendo diversi casi particolarmente significativi.

Rosa Tiberi, cinquantenne romana, viene urtata mentre era in sella del suo motorino da una Golf assicurata da «CONTE.IT» della britannica Admiral Insurance Company Ltd, subendo l’amputazione del piede sinistro. Dalla prima richiesta dello studio Gerbi, avvenuta il 3 settembre, l’assicurazione ha temporeggiato senza consentire alcun confronto diretto con un responsabile, ma comunicando di voler sottoporre la donna a visita collegiale. Nel contempo, ha proposto un risarcimento di appena 30 mila euro, puntualmente rifiutato. Dopo un reclamo dello studio Gerbi all’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), il risarcimento è arrivato a 840mila euro.

Nell’occasione, Gerbi ha inteso sottolineare che “il risarcimento non è congruo perché non tiene conto di tutto il danno biologico, di quello patrimoniale e del costo dell’assistenza personale di 12 ore al giorno. Inoltre, riuscire ad avere un contatto con la CONTE.IT è decisamente impossibile: l’unico contatto email valido è stato ottenuto dopo tempi interminabili di registrazioni telefoniche. Segnalo poi l’uso di tecniche dilatorie con visite fissate a notevole distanza di tempo l’una dall’altra, così da scoraggiare la mia assistita che, nel contempo, è stata anche sottoposta tantissimi esami medici invasivi e, a mio avviso, non necessari, come due scintigrafie».

Altro analogo, quello di Arcangelo Barone, romano classe 1955: nel settembre del 2015 ha subito l’amputazione della gamba destra, e altre gravissime infermità, dopo un incidente nel quartiere Quadraro di Roma con una Mercedes Classe A assicurata con «DIRECT-LINE». Il grave incidente ha costretto l’uomo sulla sedia a rotelle e ad un periodo di grande dolore fisico, di oltre nove mesi. Nell’ottobre 2016 la «Gerbi Group SpA» ha preso contatti con l’assicurazione, senza riuscire a reperire un responsabile. Nel febbraio 2017 la DIRECT-LINE ha richiesto a Barone di essere sottoposto a visita medico-legale presso un fiduciario della compagnia, mentre Gerbi ha puntato all’effettuazione di una visita collegiale, eseguita poi nel marzo 2017, a distanza di un anno e mezzo dall’incidente.

La visita ha stabilito un’inabilità permanente nella misura dell’80% come danno biologico, più quelli relativi all’attività lavorativa e all’assistenza di cui ha bisogno la vittima. Ad oggi, mentre la «Gerbi Group SpA» quantifica il risarcimento nella cifra di 2,5 milioni di euro, a distanza di 19 mesi dall’incidente continua a prendere tempo e non ha ancora formulato alcuna proposta. «Inoltre», precisa Gerbi, «continua a non fornire alcuna risposta alle richieste formulate via email, e non risponde al telefono». E il dolore per l’abbandono delle vittime degli incidenti continua ad essere, purtroppo, una prassi difficile da debellare.

Renzi: si vota il 30 Aprile anche per il premier

Matteo Renzi ha lanciato il rush finale in vista del voto di domenica, invitando tutti a recarsi alle urne e a votare alle primarie il 30 aprile perché si sceglierà anche il segretario del Pd. L’ex premier scrive sulla enews che tra quattro giorni si svolgeranno le primarie per valutare in maniera democratica il segretario del Pd per i prossimi quattro anni. Il vincitore delle primarie, sarà anche il futuro leader candidato a Palazzo Chigi alle prossime elezioni. L’ex premier, preoccupato per un eventuale flop, invita la popolazione a votare. Molte sono le persone che vorrebbero far credere che il risultato finale è già scritto prosegue Renzi, e lo fanno per allontanare gran parte dai gazebo che saranno domenica prossima 30 aprile dalle 8 alle 20. Il passaggio di domenica, è molto importante sottolinea Renzi ed abbiamo bisogno dell’impegno di tutti. Infine ricorda i numerosi appuntamenti del suo tour in tutta Italia, dove ha percorso il paese in largo ed in lungo silenziosamente, dai piccoli comuni alle grandi città, senza telecamere e taccuini. Durante il tour Renzi ha incontrato moltissime persone di qualità, per ricominciare a progettare l’Italia del futuro e dei nostri figli, che deve andare avanti con l’impegno di tutti.

Studio legale, perchè rivolgersi ai veri professionisti

In un mondo in cui sempre più di frequente emergono le impronte della mafia, che riesce ad infiltrarsi in tanti campi del diritto, quello relativo all’infortunistica stradale è sempre stato particolarmente complesso. Da privati cittadini, quante volte abbiamo dovuto affrontare, purtroppo, delle cause per il risarcimento dei danni che derivano da tali sinistri, che sono andate troppo per le lunghe o magari non sono terminate con i risultati sperati? In questi casi conta tanto anche avere un consulente legale che ci sappia consigliare la via più corretta e sicura da seguire. Nella Capitale il miglior studio legale è sicuramente Professional & Partners Group Srl, offrendo servizi di consulenza e di assistenza legale praticamente per tutto il territorio nazionale.

Uno dei principali vantaggi di affidarsi al miglior studio legale di Roma, il cui Direttore Generale è Raffaele Gerbi, è quello di potersi avvalere di professionisti che hanno un’esperienza pluriennale nel settore dell’infortunistica stradale. La consulenza legale è specifica per il risarcimento dei danni che sono stati provocati da delle lesioni macro-permanenti insorte in seguito a degli incidenti stradali. Professionalità e competenza: sono queste le due linee guida che devono ispirare tutti coloro che intendono misurarsi con una procedura risarcitoria di danni nell’ambito dell’infortunistica stradale. Un gruppo di professionisti come quello guidato dal Direttore Generale Raffaele Gerbi è impossibile da trovare non solamente a Roma, ma sull’intero territorio nazionale.

L’aggiornamento costante verso tutte le varie riforme che di frequente vanno a investire questo settore del diritto privato permette di seguire anche al meglio e interpretare in modo corretto quanto indicato dalla giurisprudenza di legittimità della Suprema Corte di Cassazione. E si tratta di dettagli e particolari che solamente chi ha tanti anni di esperienza in questo campo alle spalle può padroneggiare in modo affidabile e competente.

Renzi: dietrofront sui voucher

L’ex premier Renzi fa marcia indietro sui voucher e accusa la “sinistra” (viene da chiedersi perché non sia la sua sinistra) di averli inventati. È vero che i voucher non sono stati introdotti dal suo governo, ma quando renzi era al governo, avrebbe potuto, e dovuto, apportare i necessari correttivi per disinnescare la bomba referendum che ora fa tanto paura alla “sinistra”. Renzi vuole evitare un altro 4 dicembre, che metterebbe a serio rischio un suo secondo mandato, e quindi vuole dissociarsi da tutto quello che i lavoratori rimproverano al PD. Come se lui non fosse anche il segretario del partito. E così i voucher non saranno un ostacolo insormontabile per i renziani, pronti a rinunciarvi pur di riprendere le redini del governo, che non hanno mai lasciato in verità, e non subire un’altra batosta referendaria. Un sacrificio fatto volentieri, che Gentiloni sta cercando di anticipare con il decreto sui voucher atto a fermare la Cgil, forse già venerdì, con un decreto che faccia cancellare il referendum dalla Cassazione. Oltre ad accontentare la base, Renzi bloccherebbe anche i secessionisti di Bersani, che sui voucher hanno fondato parte della loro politica e potrebbero usarli come arma per ottenere la leadership del partito, con un’alleanza trasversale contro Renzi alle primarie.

Roma: incidente Gabriele Simonacci, al vaglio le responsabilità del tassista

A poco più di dieci giorni dall’incidente avvenuto in Corso Vittorio Emanuele II a Roma, proseguono le indagini per accertare le responsabilità del tassista coinvolto nello scontro nel quale ha perso la vita Gabriele Simonacci, barman 28enne e papà da soli 2 giorni della piccola Sofia nata dalla relazione con la compagna Mariateresa.

Intorno alle 5:40 di domenica 5 febbraio, Gabriele si stava recando presso la propria abitazione in sella al suo scooter Yamaha, dopo la chiusura del suo locale, l’Argot, quando a pochi metri da Piazza Chiesa Nuova un taxi bianco intento a svoltare in direzione Largo di Torre Argentina, si è presentato come un ostacolo impossibile da evitare. L’impatto violento ha disarcionato Gabriele dalla moto, incastrandolo sotto le ruote dell’auto e facendo perdergli la vita. A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione dei soccorritori arrivati immediatamente sul posto.

Ai vigili urbani del gruppo pronto intervento traffico spetta stabilire se la manovra compiuta dalla fiesta bianca, fosse o meno consentita in quel punto, sembrerebbe infatti che il tassista avesse fatto un’inversione a “U” per uscire dalla stazione dei Taxi, in un luogo già notoriamente pericoloso.

La difesa di Gabriele Simonacci è stata presa in carica da Raffaele Gerbi specializzato in risarcimenti derivati da  incidenti stradali e direttore dello studio Professional and Partners Group che offre consulenza legale per il risarcimento dei danni derivanti da questo tipo di tragici eventi.

Nel frattempo il tassista è stato sottoposto ai test di alcol e droga, l’iniziale accusa di omicidio stradale sembrerebbe essere stata modificata in omicidio colposo, limitandone quindi la responsabilità penale.

La compagna Mariateresa, i genitori e gli amici più cari di Gabriele, si sono raccolti giovedì pomeriggio nella chiesa di San Pio X in Piazza della Balduina, per l’ultimo saluto al giovane strappato troppo presto alla vita.

La UE chiede una manovra aggiuntiva all’Italia

Aggiustamento dei conti, o manovra aggiuntiva, la Commissione Europea ha appena inviato una lettera al governo italiano con una richiesta di ben 3,4 miliardi di euro in più, da aggiungere ai conti pubblici per non sforare i parametri di Maastricht.

Si parla di un’aggiustamento sulle spese dei vari ministeri, già spremuti dall’austerity, ma il governo ha ancora tempo fino all’inizio del prossimo mese per approntare i correttivi, calcolando anche che Gentiloni dovrebbe incontrare nei prossimi giorni la Merkel, e non sarebbe soddisfatto della richiesta della Commissione, di aggiustamento di uno 0,2% del PIL.

Anzi, è probabile che il governo voglia ridiscutere alcune cose con la Germania e non dare seguito alla lettera da Bruxelles, ritenendo di aver già adempiuto a tutte le direttive. Comunque, al ministero del Tesoro, stanno già studiando i possibili tagli, nel caso l’Italia dovesse seguire le nuove richieste dell’Europa.

In primo piano la riduzione dei fondi strutturali destinati alle infrastrutture, che oggi vengono valutati attorno ai 2,9 miliardi di euro. Qualche centinaio di milioni, potrebbero essere risparmiati con tagli ai ministeri, e altri fondi potrebbero essere reperiti rinunciando a qualche sconto fiscale. Tutte decisioni però che peserebbero pesantemente sul rilancio dell’economia, per il nostro paese, già ultimo nella ripresa economica europea.