Roma, FOTO di Alemanno che scioglie la giunta. Il Pd: “Dimissioni”

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Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, dopo una riunione tenutasi oggi alla Camera con i vertici del PDL capitolino, ha ritirato le deleghe agli assessori e ai consiglieri delegati, prendendosi un paio di giorni di tempo per decidere sulle nuove nomine e, eventualmente, sull’ entrata di nuovi assessori. Il portavoce del sindaco, Simone Turbolente, ha spiegato che Alemanno intende nominare i nuovi assessori e i nuovi consiglieri delegati “entro il 13 gennaio”, e che, per fare ciò, “il sindaco ha chiesto al vicesindaco Mauro Cutrufo, ad Alfredo Antoniozzi e al capogruppo del PDL Luca Gramazio, oltre che ai vertici del PDl, di affiancarlo nelle consultazioni e nelle valutazioni”.

“Si è conclusa una prima fase del governo comunale” ha detto Alemanno, rivendicando “importanti risultati“, tra cui il piano di rientro dal debito, la trasformazione del Comune in Roma Capitale e l’ avvio dei progetti del Piano Strategico di  Sviluppo. Il primo cittadino ha anche annunciato la convocazione degli Stati generali della città, previsti per il 9 e il 10 febbraio al Palazzo dei Congressi.

Napolitano: “Mai visto il dl rifiuti”. La UE: “Spazzatura, stessa situazione di due anni fa”

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Il Quirinale, con una nota di poche righe, si è pronunciato oggi sulla situazione dei rifiuti in Campania, dichiarando che “La Presidenza della Repubblica non ha ricevuto e non ha quindi potuto esaminare…il testo del decreto-legge sulla raccolta dei rifiuti e la realizzazione dei termovalorizzatori in Campania” e aggiungendo che “Il Capo dello Stato si riserva pertanto ogni valutazione sui contenuti del testo quando gli verrà trasmesso”. E poche ore dopo arriva una prima valutazione degli ispettori dell’ Unione Europea che si trovano da oggi a   Napoli per monitorare la gestione dei rifiuti nella città. “Dopo due anni la situazione non è molto diversa. I rifiuti sono per le strade, non c’ è ancora un piano di trattamento e gestione della differenziata. Siamo favorevoli a liberare i fondi non appena ci sarà un piano di gestione adottato e complementato” ha affermato Pia Bucella, responsabile della direzione generale ambiente dell’ Unione Europea e capo della missione.

Intanto, a Napoli, la situazione dei rifiuti è sempre più pesante, dopo un mese di crisi, con gli impianti al collasso. E si è arrivati anche a temere epidemie, un rischio reale, spiegano gli esperti: “Esiste un pericolo igienico-sanitario che può trasformarsi in un serio rischio per la salute. I rischi sono legati alla presenza di randagi, ratti. E sopratutto blatte e insetti, vettori di malattie infettive  gastro-intestinali” hanno detto Maria Triassi e Andrea Simonetti, della Società italiana di igiene. Solo in città vi sono circa tremila tonnellate di rifiuti per le strade, ottomila in provincia. E mentre nel centro la spazzatura si trsforma in cibo per gabbiani e piccioni, in periferia vengono segnalate le prime invasioni di topi.

Berlusconi e Bossi contestati nel Veneto alluvionato – FOTO

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Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è arrivato questa mattina a Monteforte d’ Alpone(Verona), da dove ha iniziato, assieme al ministro Bossi, un sopralluogo nella zona maggiormente colpita dalle recenti ondate di maltempo. Berlusconi ha promesso un aiuto sostanzioso e immediato”, che verrà subito inserito nella Finanziaria, e, sulla proposta, avanzata dal governatore del Veneto, Zaia, di trattenere l’ acconto Irpef sul territorio per avere fondi subito, ha affermato che “Non ce ne sarà bisogno”.
Il presidente della Repubblica, Napolitano, intanto, ammonisce: “C’ è il mancato rispetto delle regole alla radice di molti disastri ambientali,” e “ci vogliono le leggi che dicano cosa fare e cosa no”.

La visita di Berlusconi è iniziata proprio da uno dei comuni più colpiti, Monteforte d’ Alpone, dove sono stati stimati danni per 35 milioni, e si è conclusa a Padova. L’ incontro era atteso da diversi giorni dai sindaci e dagli amministratori locali, che spesso si erano lamentati di essere stati lasciati soli. E il premier, in proposito, ha detto:”Non sono venuto prima per non disturbare i soccoritori, ma abbiamo già avviato la pratica con l’ Europa”, e ha aggiunto:” domani a Roma la Protezione Civile si incontrerà con il ministro Tremonti e con il governatore del Veneto, Zaia.”

Natale in Sicilia

La battaglia è lunga e secolare, e abbiamo avuto modo, recentemeente, di ricordarlo:

Costose, inutili, incancellabili: le (finte) promesse sulle province

Mentre il Sole 24 Ore ricordava che nella prima fase di riordino della Pubblica Amministrazione erano sopravvissuti magicamente tutti gli enti messi sotto osservazione dal Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella famosa Legge 6 agosto 2008, n. 133 – la stessa della Riforma Gelmini.
Modernizzare significa sempre calpestare i piedi di qualcuno, leggevo oggi. E in Italia non c’è posto né modo né fantasia per poter affermare il contrario.

Pio La Torre, la Sicilia e l’indice di gradimento

Promesse da campagna elettorale, si disse. E invece no, stavolta l’impegno è stato mantenuto. L’aeroporto di Comiso, provincia di Ragusa, da qualche giorno ha cambiato nome. O meglio, è tornato all’antico. Ma facciamo un passo indietro.
Aprile 2007, la giunta comunale reggente a Ragusa, di centrosinistra, decide di fare finalmente un gesto tangibile in ricordo di Pio La Torre, politico siciliano ucciso dalla mafia. Emblematica la storia di La Torre, come emblematica è stata la storia dell’aeroporto e della sua intitolazione. Una storia difficile da digerire, anche al Sud, anche in Sicilia, dove spesso niente è quello che sembra e l’indifferenza è per molti una virtù.
Una vita dedicata alla difesa dei diritti dei più deboli, i braccianti agricoli, in una regione la cui agricoltura si reggeva ancora in larghissima parte sul latifondo, nonostante la riforma del settore del 1950. Poi Roma, il partito comunista, la legge che istituiva per la prima volta in Italia il reato di associazione mafiosa ed un’altra sulla confisca dei beni di proprietà dei mafiosi. Il 30 aprile del 1982, da poco ritornato in Sicilia con la carica di segretario regionale del partito, Pio La Torre viene ucciso in un agguato. Le lunghissime indagini porteranno al rinvio a giudizio di nove esponenti di Cosa Nostra e nel 1992 un collaboratore di giustizia svelerà il mandante dell’omicidio, Totò Riina, che avrebbe fatto uccidere La Torre in risposta alla legge sulla confisca dei beni.
Nel giorno del venticinquesimo anniversario dalla sua morte, un anno fa, la giunta reggente di centrosinistra aveva quindi voluto intitolargli l’aeroporto di Comiso.

Comune di Catania chiuso per bancarotta, o quasi

Una storia tutta italiana, quella di Catania e della sua amministrazione comunale degli ultimi anni, targata Forza Italia. Il sindaco della città fino a pochi mesi fa era Umberto Scapagnini, medico personale del premier Silvio Berlusconi (!). Una storia italiana dicevamo, e per raccontarla abbiamo selezionato una serie di lanci di agenzia dell’ultimo anno che fotografano impietosamente quello che sta succedendo nella “Milano del sud”, cuore commerciale della Sicilia di Raffaele Lombardo, non a caso ex presidente della Provincia proprio a Catania.
I debiti della città siciliana sfiorano il miliardo di euro. I fornitori dell’amministrazione aspettano pagamenti per centinaia di milioni. Risultato? Strade buie, spazzatura ammucchiata agli angoli di molte strade, mute di cani che si aggirano per le vie centrali della città. E poi vigili senza benzina, scuole “sfrattate” per il ritardo nel pagamento dell’affitto dei locali. Da settembre saranno a rischio persino gli stipendi dei dipendenti comunali. In tutto questo, il neosindaco, Raffaele Stancanelli (AN), ha fatto di recente costruire due stabilimenti balneari sulla spiaggia di piazza Europa, per complessivi 300.000 euro: sequestrati perchè abusivi.
Ma torniamo ai lanci di agenzia. La denuncia risale a meno di un anno fa, periodo in cui l’allora deputato del Pdci Orazio Licandro cominciava la sua battaglia al fine di dare la necessaria visibilità ad uno degli esempi più crudi di cattiva amministrazione della cosa pubblica. A poche settimane dalle ultime elezioni politiche la decisione dei reggenti di Comune e Provincia di “lasciare”: per loro rispettivamente un posto a Montecitorio e la presidenza della Regione Sicilia.