Times vs Italia, Murdoch vs Berlusconi?

palazzo chigi querela time

Palazzo Chigi non ci sta e smentisce totalmente l’articolo del Times che riporta una notizia certamente pesante: secondo il foglio londinese, i servizi segreti italiani avrebbero pagato le milizie talebane per mantenere calma la regione afgana di competenza italiana: Sarobi e Herat. Il ministro della difesa, Ignazio La Russa, definisce l’articolo “spazzatura”, priva di ogni fondamento. Non solo: fa sapere che Palazzo Chigi presenterà una querela contro il quotidiano britannico.

Nel frattempo è prevista per domani alle 13.00, davanti alla sede del quotidiano Times in 1 Virginia Street, London E98 1TT, il sit-in di protesta che vedrà impegnati alcuni rappresentanti degli italiani all’estero in città, compreso Aldo Di Biagio, responsabile italiani nel mondo del PdL, nonché deputato.

Fini non si avvale del lodo Alfano. E il magistrato ritira tutto

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Notizia: il presidente della Camera, Gianfranco Fini, rinuncia ad avvalersi del lodo Alfano (la legge che prevede l’immunità per le 4 principali cariche dello Stato, la cui costituzionalità sarà al vaglio nei prossimi giorni da parte della Consulta). Giulia Bongiorno, deputata del Popolo della Libertà nonché avvocato del presidente della Camera, ha presentato istanza di rinuncia del suddetto logo. Per cosa?

Pre-notizia: un procedimento nei confronti del presidente della Camera, nato da una querela dal magistrato Henry John Woodcock per le parole pronunciate da Fini a Porta a Porta. Dopo la notizia: il magistrato ritira tutto.

Una domanda: perché Fini ha deciso di non avvalersi del lodo? Con quali motivazioni?

Fini querela Feltri

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Lotta, parte seconda. Dopo il caso Boffo, scoppiato e già chiuso, almeno per i più, ecco che Gianfranco Fini querela Vittorio Feltri. Giulia Bongiorno, presidente della Commissione giustizia della Camera e avvocato del presidente della Camera, lo conferma. Il tutto nasce dall’editoriale di ieri: Il presidente Fini e la strategia del suicidio lento. Ultima chiamata per Fini: O Cambia rotta o lascia il Pdl.

In particolare, a far scattare il caso Fini/Feltri sono i riferimenti al dossier a luci rosse del 2000 che, secondo il direttore del Giornale, riguarderebbe uomini di An.

Fini ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano sui teoremi. Perché oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. E’ sufficiente ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme

Sssshh.

Berlusconi denuncia l’Unità

de gregorio unità berlusconi

Dopo Repubblica, il Premier Silvio Berlusconi denuncia anche l’Unità e le sue cinque donne: il direttore responsabile Concita De Gregorio, le giornalista Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, l’opinionista Maria Novella Oppo e la scrittrice Silvia Ballestra.

Ecco l’annuncio sul giornale, da “L’Unità” di oggi:

Berlusconi querela le donne del quotidiano l’Unità

La direzione dell’Unità annuncia di aver ricevuto nella mattinata di oggi due citazione per danni per un totale di due milioni di euro dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per il tramite del suo legale romano Fabio Lepri. Il capo del governo chiede inoltre la condanna a una pena pecuniaria di 200.000 euro ciascuna per il direttore responsabile Concita De Gregorio, per le giornalista Natalia Lombardo e Federica Fantozzi, per l’opinionista Maria Novella Oppo e per la scrittrice Silvia Ballestra.
La richiesta si riferisce a tutti i servizi dedicati allo scandalo sessuale che ha coinvolto il premier pubblicati sui numeri del 13 luglio e del 6 agosto del quotidiano: gli editoriali del direttore (intitolati “l’etica elastica” e “iniezioni di fiducia”), i servizi di cronaca e i commenti.

L’Espresso querela Berlusconi

berlusconi

MILANO, 22 luglio (Reuters) – Il gruppo Espresso ESPI.MI ha depositato oggi un esposto al tribunale di Milano nei confronti del premier Silvio Berlusconi ipotizzando i reati di diffamazione, abuso d’ufficio e market abuse. L’esposto segue le dichiarazioni con cui il premier aveva invitato gli industriali a non scegliere le testate del gruppo per i loro annunci pubblicitari. Lo si legge in una nota del gruppo editoriale.

“Le ipotesi di reato prospettate dal Gruppo Espresso riguardano la diffamazione, l’abuso d’ufficio e la violazione della disciplina in materia di market abuse”, scrive l’Espresso. In sede civile, l’atto di citazione riguarderà la concorrenza sleale e il boicottaggio. Le azioni legali sono state affidate a Carlo Federico Grosso e a Guido Rossi. Il 13 giugno scorso Berlusconi aveva invitato gli industriali a boicottare e interrompere gli investimenti pubblicitari al gruppo e accusato il quotidiano La Repubblica di un attacco eversivo.

Nel frattempo oggi Silvio Berlusconi fa sapere: Non sono un santo.

Querela di qualità

Gli hanno detto

chiedi scusa

Ha risposto

Manco per niente

Io credo che Gasparri abbia… Detto un miliardo di balle

Non chiede scusa, Antonio Di Pietro, che ieri ha dato al Premier, a occhio e croce, del magnaccia. La bufera è scoppiata, sono giorni che i telegiornali continuano a ripetere

Il dialogo con l’opposizione è irrimediabilmente chiuso

Io sto con Marco Travaglio. E voi?

Gli strali della casta si sono abbattuti con violenza per tutto il fine settimana su Marco Travaglio e le sue scomode verità. L’odore che si respira nella stanza dei bottoni del Governo più “mediatico” del mondo, mi consentano, è di editto bulgaro. Il sapore è quello di una purga stalinista. Le accuse rivolte al giornalista sono numericamente inferiori soltanto alle scuse che si sono susseguite a ripetizione nei confronti della seconda carica dello stato. Sapete che c’è? Lo faccio anch’io: Scusi presidente Schifani. Magari porta fortuna.
Ma cerchiamo di andare con ordine e partiamo dall’inizio. Nel corso della sua partecipazione a Che tempo che fa di sabato scorso, Marco Travaglio è ricaduto nel suo antico vizietto, ha detto la verità. Ma se errare humanum est, perseverare… E poi, in prime time. Almeno nel 2001, ospite da Luttazzi, l’ora era tarda ed il bacino di utenza di coloro che ascoltarono alcuni stralci del libro “L’odore dei soldi” – scritto da Travaglio a quattro mani con il giornalista Elio Veltri, sulla vita e le opere del Berlusconi imprenditore – era di certo minore. Ma la regola d’oro della TV è che una volta che ci finisci dentro, in un paese come il nostro lo ribadisco, qualunque tuo gesto, comportamento, parola, espressione facciale potranno essere usati contro di te.
Ed ecco che per il presentatore ci fu cancellazione delle restanti registrazioni di Satirycon ed epurazione, e per entrambi la richiesta di risarcimento milionario con la strumento della querela. Berlusconi e i suoi chiedono complessivamente 150 miliardi del vecchio conio di risarcimento. Risultato? Berlusconi deve a Travaglio centomila euro.