E con questi fanno… 346

346. Tanti sono i morti che ha portato il violento dopo-elezioni keniano. Un dato aggiornato nelle ultime ore, con i quattro manifestanti uccisi a Migori, nella provincia occidentale di Nyanza, durante un assalto al commissariato di polizia. E questo solo secondo i dati ufficiali.

Ma nonostante i “numeri”, che riportano una situazione tragica per il paese più importante dell’Africa orientale, la situazione sembra finalmente in via di risoluzione, sia grazie ad una mediazione internazionale sia grazie ad un intervento giudiziario “super-partes”.

E se a sorpresa vincesse Kibaki?

Piene di sorprese si stanno rivelando le elezioni presidenziali in Kenya. Sorprese che però non sembrano soddisfare affatto la popolazione della nazione africana, che sta iniziando a perdere la pazienza in questa attesa di ormai più di due giorni.

La maggioranza della popolazione ha cambiato le proprie abitudini di vita per vivere questi scrutini. Moltissime persone si sono chiuse in casa davanti alle televisioni o alle radio in attesa di conoscere il dato definitivo delle elezioni.

Dal Rawalpindi all’Iowa, e ritorno

White House

L’assassinio di Benazhir Bhutto potrebbe avere conseguenze ed effetti profondi sulle sorti del futuro prossimo della politica statunitense. Sia dal lato della politica estera dell’ancora attuale Mr. President, sia dal lato dei pretendenti in corsa per prenderne il posto. Mr Bush, dal canto suo, ha naturalmente condannato duramente l’uccisione della leader pakistana, definendo l’attentato “un vile atto perpretrato da degli assassini estremisti che stanno minando il cammino della democrazia in Pakistan“.

Mickey Mouse for President

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Sono ben 11, ma solo di quattro di loro si può dire di ricordare il nome – e probabilmente non è solo un problema divisuale dall’estero. Hillary Clinton e Barack Obama per i democratici, Rudy Giuliani e John McCain per i repubblicani. Ognuno ha una storia ma nessuno può vantarne la trasparenza. E dire che gli aspiranti presidenti USA hanno tutti, nessuno escluso, l’obbligo di rendere pubblica la ”fonte” dei finanziamenti ricevuti in campagna elettorale.