Calisto Tanzi in carcere

Foto: Ap/LaPresse

E’ definitiva la condanna alla reclusione per Calisto Tanzi, accusato del crack Parmalat. Durante la giornata di ieri il procuratore generale di Milano, ha dato l’ordine di carcerazione per Calisto Tanzi, il quale è stato portato nel carcere di parma, per scontare la pena di otto anni e un mese(in primo e secondo grado erano dieci, al netto di riduzioni e indulto dovrà scontare quattro anni e quattro mesi) di reclusione. L’avvocato di Tanzi, ha confermato che il suo assistito era “sereno e preparato” perché “era stato avvertito” di questa possibilità.

Insomma, nessuna sorpresa per Calisto Tanzi. Gli avvocati, però, si aspettavano almeno i domiciliari per l’uomo, vista l’avanzata età, domiciliari che si preparano a richiedere, già nella giornata di oggi al tribunale di sorveglianza di Reggio Emilia.

Crack Parmalat, assolte le banche estere

FOto: AP/LaPresse

Durante la giornata di ieri a Milano, si è tenuta l’udienza finale del Crack Parmalat. La corte ha assolto per non aver commesso il fatto, o perché il fatto no sussiste, le banche imputate per la legge 231 in relazione al reato di aggiotaggio informativo per il crack Parmalat. Ad essere imputate erano le banche Morgan Stanley, Bank of America, Citi e Deutsche Bank.

Ad essere assolti sono stati anche cinque manager bancari, per cui la procura aveva chiesto condanne fino ad un anno e quattro mesi. La procura aveva richiesto una condanna pecuniaria di circa 900mila euro per istituto bancario ed una confisca pari a 120 milioni di euro.

Crac finanziari: Finmek, Giacomelli e i fallimenti di serie B

A chi credeva che con il fallimento di Parmalat e del sistema argentino fossero finiti i guai economici in calce ai piccoli risparmiatori. Due nomi pescati a mano aperta:

Finmek. Giacomelli.

Anche in questo caso, la prevenzione è la migliore delle cure. Anche se, quando si tratta di soldi, l’argomento diventa un vero e proprio campo minato. I grandi crac finanziari dell’ultimo decennio sono stati aiutati e corroborati dall’inesperienza italiana in fatto di conoscenza sul settore degli investimenti.

E così bancari, brokers, impiegati più o meno incentivati dalle case madri sono diventati (anche se a volte loro malgrado) aguzzini di persone che tutto avrebbero voluto, fuorché essere depredati dei loro risparmi. Sono i consumatori finali, quindi, l’anello debole della catena: proprio coloro che avevano affidato, nel senso più ampio del termine, il proprio futuro nelle mani di moderni Giano bifronte che ne hanno fatto sparire i soldi molto meglio dei più grandi manipolatori. Prestigiatori.

Di contro, esistono anche quelli che per rimanere al verde non hanno avuto bisogno di entrare nei default argentini o nel crollo della Parmalat. L’inchiesta apparsa sul quotidiano La Repubblica apre infatti uno scenario molto più ampio.

Quello dei cosiddetti “fallimenti di serie B”, effettuati in scenari minori da aziende più piccole, e per questo ancora più nocivi perché vi è presente il forte rischio che dei soldi investiti non rientri in tasca nemmeno un centesimo.

Report, Madoff: la grande truffa

report

Appuntamento come di consueto stasera, domenica 29 novembre alle 21.30 su Rai Tre con Report. La puntata di oggi ha il titolo: Madoff: la grande truffa di William Foxton e Robert Vaughn.

Si parte dalla storia di Bill Foxton, un ex soldato inglese che semplicemente voleva passare una vecchiaia serena. E allora aveva deciso di investire tutti i suoi risparmi in uno dei fondi a rendimento sicuro più stabili del mondo: quello di Bernie Madoff. La storia è ormai nota a tutti: una catena di Sant’Antonio creata da Madoff, ma crollata. Lui è stato arrestato a dicembre dello scorso anno, esattamente un anno fa. E Bill si è suicidato.

Parmalat, Tanzi & aggiotaggio

Una condanna pesante, quella che vede protagonista Calisto Tanzi. Lui e alcuni revisori sono gli unici responsabili delle false comunicazioni al mercato nel crack della Parmalat secondo la sentenza del Tribunale di Milano.
Dieci anni di reclusione, quindi, all’ex patron della Parmalat: il reato è aggiotaggio e ostacolo all’attività di vigilanza.
Ma cos’è l’aggiotaggio?
E’ l’articolo 501 del Codice Penale, intitolato Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio, a definirlo.
Qui, una ricostruzione impietosa della vicenda Parmalat. In fondo, la Casta e l’aggiotaggio dicono non siano due mondi sconosciuti.

Grillo: tu vò fà l’americano

Grillo
Ai media d’oltreoceano a tratti diverte, probabilmente, parlare del Belpaese e delle sue beghe. A volte bene, a volte decisamente meno bene. Questa volta tocca al New Yorker.
Beppe’s Inferno, Tom Mueller. A comedian exposes government crime. Oggi in edicola il nuovo numero del New Yorker. Che, in copertina, lancia il Grillino nostrano. Colui che un tempo era un comico e un attore, e che oggi è IL blogger con velleità politiche mai ammesse, è oggi lì in bella mostra nientepopodimenoche sulla copertina del prestigioso settimanale dell’intellighenzia Usa.
Beppe Grillo viene senza mezzi termini definito Il Michael Moore italiano. Il giornalista, Tom Mueller, è evidentemente affascinato dal fenomeno Grillo.