Carabinieri aggrediti al Tuscolano

Foto: Ap/LaPresse

Di violenze contro i Carabinieri, ma contro le forze dell’ordine in generale, ne abbiamo lette tante nei quotidiani in questi giorni. Quella che andiamo ad aggiungere oggi, è l’ennesimo caso di delinquenza gratuita ai danni di persone che si trovano a svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi possibili.

Due carabinieri nei pressi di un bar a Roma nel quartiere Tuscolano sono stati aggrediti da due romani di 42 e 47 anni. I due fratelli, dopo la richiesta dei militari di presentare i documento, hanno aggredito i carabinieri della stazione di Roma IV Miglio Appio, i quali hanno riportato rispettivamente 7 e 10 giorni di prognosi.

Denuncia-shock Roma: “Donna stuprata da Carabinieri”

Foto: Ap/LaPresse

Lo scorso Mercoledì 23 Febbraio 2011, per la signorina S. inizia un incubo dal quale ne uscirà solamente dopo due giorni, forse. Quella mattina, la ragazza viene sorpresa a rubare dei vestiti all’interno di un punto vendita Oviesse sul Casilino (Roma). Vengono subito chiamati i Carabinieri, i quali la portano nella caserma lì vicino per i primi accertamenti. Dopo alcune ore passate in caserma, alla ragazza viene riferito che sarà processata per direttissima il giorno seguente. Le carceri di quella caserma sono piene e quindi viene subito trasferita alla caserma del Quadraro. La ragazza arriverà in caserma che è già tarda sera, dopo alcune ore arrivano i carabinieri di turno che dopo aver passato qualche ora a bere, si sono portati dietro anche un amico Vigile Urbano.

I carabinieri aprono la porta della cella e la invitano ad accomodarsi in sala mensa. I rapporti sessuali sono ripetuti, la ragazza viene invitata anche a bere. La mattina dopo, viene portata in Aula per la prima udienza del suo processo. Durante la prima udienza la ragazza è stordita, non ricorda quasi nulla, ma solamente il sesso con i carabinieri. Gli restano impressi tre tatuaggi presenti sul corpo di uno dei carabinieri. La ragazza però non dice nulla al giudice il quale la rimanda a casa. Solamente durante il pomeriggio, convinta dal ragazzo, si reca alla caserma del Casilino per sporgere denuncia.

Foto ritrovamento cadavere nel tevere

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Nella giornata di Sabato scorso, nella zona di Ponte Marconi a Roma è emerso un cadavere sulla riva del fiume Tevere. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato all’altezza del cinodromo. L’identità dell’uomo è ancora ignota, sulla vicenda indagano gli uomini della polizia di San Paolo. Nella galleria fotografica di oggi, vi mostriamo le immagini relativi al ritrovamento del cadavere.

Foto speronamento auto della polizia

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Si concluso con un bilancio di tre auto distrutte e tre carabinieri feriti, l’inseguimento che nella notata ha portato alla distruzione di due gazzelle dei carabinieri e una Ford Fiesta. Il tutto è accaduto sulle strade di Ravenna. Un uomo che non fermandosi all’Alt intimato dalle pattuglie della polizia ha innescato questo lungo inseguimento che dopo pochi minuti lo ha portato a schiantarsi contro il guardrail della strada.

I Militari si trovavano intenti in un classico pattugliamento con annesso posto di blocco per le strade di Ravenna, intimato l’Alt l’uomo ha accelerato ed è fuggito. Prima dell’impatto che ha concluso la corsa folle dell’uomo, quest’ultimo ha speronato un’auto dei carabinieri, successivamente si è scagliato anche sulla seconda macchina dei carabinieri che si era messa davanti loro per sbarrargli la strada.

Un secondo cellulare di Sarah Scazzi è al vaglio degli investigatori

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Cellulare Sarah Scazzi. Un secondo telefono mobile è analizzato dai carabinieri dei Ris di Roma per cercare di fare luce sull’omicidio della giovane di Avetrana, avvenuto il 26 agosto scorso. Gli inquirenti sperano che dall’esame dell’apparecchio possa emergere qualche elemento utile alle indagini.

Indagini che si stanno sempre più direzionando verso le comunicazioni telefoniche. Nei giorni scorsi, infatti, i Ros dei carabinieri di Lecce hanno fatto visita a casa Misseri per verificare le celle telefoniche attive in quella zona e per incrociare tempi e posizioni delle persone coinvolte nella morte della 15enne.

Senza risultato le ricerche di Yara in Friuli

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Ricerche Yara. “Non è stato trovato nulla che abbia a che fare con la ragazza, neppure un oggetto”. Senza esito le indagini avviate in Friuli dai carabinieri per ritrovare la giovane di Brembate di Sopra (Bergamo), scomparsa ormai da quasi due mesi.

Le forze dell’ordine, riportano i quotidiani locali, sono stati “consigliati” da una sensitiva secondo cui “la tredicenne avrebbe potuto trovarsi lungo un torrente nei pressi dell’abitato di Viaso, nel comune di Socchieve”.

Marrazzo, dimissioni dopo lo scandalo del video

marrazzo dimissioniMarrazzo, le dimissioni. Piero Marrazzo si dimette, o meglio si autosospende dalla sua carica, quella di presidente della Regione Lazio, dopo che ieri è scoppiato lo scandalo su un ricatto di cui sarebbe – lo ha ammesso davanti ai giudici – stato protagonista: un ricatto per un video che ritraeva l’incontro di Marrazzo con un transessuale. Ricatto per il quale l’ormai ex presidente della Regione Lazio avrebbe pagato: le minacce dei carabinieri, dice, lo avevano portato a staccare e consegnare immediatamente ai militari che lo ricattavano tre assegni in bianco per un importo di circa 20 mila euro. Senza poi denunciare nulla.

Mi autosospendo, questa vicenda è frutto di una mia debolezza della vita privata

Un ricatto a luci rosse per un video. E il tesserino, la cocaina, gli assegni.

Scandalo su Marrazzo

marrazzo_scandalo video hardProseguono gli scandali. E’ periodo, forse. Chi lo sa. Oggi è la volta del presidente del Lazio, Piero Marrazzo.  E il tam-tam della Rete si è scatenato: cosa c’era in quelle immagini? Libero ha pubblicato delle indiscrezioni per le quali si tratterebbe di video hard che riprende l’incontro tra Marrazzo e, dicono, un transessuale. Si tratterebbe di un video ripreso con un cellulare durante un controllo dei carabinieri a luglio, per il quale sarebbe stato pagato .

I carabinieri che avrebbero ricattato Marrazzo sono stati arrestati, ma ai posteri questo interessa poco. I posteri, ora, si sono scatenati “morbosamente” alla ricerca dei contenuti di quel video. E “avoja” Marrazzo a ripetere che quel video non esiste e, se c’è, è una bufala.

Giorgio Almirante e la toponomastica revisionista

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Pochi giorni fa il calendario registrava l’ennesimo anniversario triste della pur breve storia repubblicana del nostro paese. Ventisei anni e qualche giorno fa la strage di Peteano (nella foto il luogo dell’attentato).
Il 31 maggio 1972 qualcuno chiama il 112 di Gradisca d’ Isonzo (Gorizia): “C’è una 500 abbandonata con due fori di pallottole in località Peteano”. E’ una trappola. Una pattuglia esce a controllare quella macchina. Uno dei militari apre il cofano e scoppia una bomba. Muoiono tre carabinieri, altri due restano gravemente feriti. La voce al telefono è di Carlo Cicuttini. Cittadino spagnolo, Cicuttini si rifugia a Madrid fino all’aprile del 1998, quando la procura di Venezia gli tende un tranello facendogli offrire un lavoro a Tolosa, in Francia. Lui si presenta e finisce in manette, 26 anni dopo Peteano.
Diversa la sorte dell’altro colpevole della strage, Vincenzo Vinciguerra, reo confesso dopo essere stato incastrato dalle rivelazioni di un altro terrorista nero, Giovanni Ventura. Erano gli anni della strategia della tensione, e parecchie sono ancora oggi le zone grigie in cui è possibile, spesso verosimile, a volte certo, ipotizzare una sordida contiguità tra i servizi e le organizzazioni terroristiche dell’epoca. Il fantasma del colpo di stato ha lambito il nostro paese in più di un’occasione in quegli anni. Gli anni di piombo.
E cercando ulteriori informazioni in giro per il web mi sono imbattuto in alcuni approfondimenti sulla strage, diciamo così, a mio avviso emblematici del meccanismo di distorsione delle notizie attualmente adottato dal mainstream.

Per l’emergenza rifiuti partono le manette

La gente a Napoli inizia a comprendere gli sforzi governativi per risolvere la situazione nella regione partenopea così dopo la comprensione della popolazione ecco arrivare anche i primi arresti illustri.
Diversi gli avvisi di garanzia partiti tra questi uno con destinatario il prefetto di Napoli Alessandro Pansa.
Tra gli altri personaggi di spicco è giunta anche un’ordinanza di arresto anche per Marta De Gennaro, ex vice di Bertolaso e responsabile del settore sanitario del Dipartimento della Protezione Civile.
D’altronde per fare una perfetta pulizia del territorio prima di tutto è giusto farla tra chi vuole mangiarci sopra.

Monnezza: dalla Campania alla Sicilia. Tra class action del Codacons e proteste

Er monnezza
Alta tensione sull’isola. La situazione non accenna a migliorare. Dopo l’arrivo della nave della monnezza di due giorni fa al porto di Cagliari, la Sardegna continua a non volere i rifiuti di provenienza campana. Ieri sette giovani sono stati arrestati, perchè sospettati di appartenere agli ultrà del Cagliari e ritenuti responsabili degli scontri – vera e propria guerriglia – davanti alla villa del Presidente della Regione Renato Soru l’altra notte.
Soru è stato duramente e a vario titolo – con strascichi, per l’appunto, alla G8 genovese – per aver autorizzato l’ingresso dell’immondizia dalla Campania nella regione. Oggi le forze dell’ordine hanno disposto, sempre a Cagliari, l’arresto di altri due ragazzi . Uno dei due lavora in un distributore di benzina, e sono entrambi maggiorenni. Sono stati sorpresi a progettare un attentato incendiario: l’obbiettivo era l’abitazione di Soru, ancora una volta, e gli agenti che vigilano davanti alla casa.
Ma non è solo la Sardegna a protestare. La tensione si allarga anche all’altra isola. Neanche la Sicilia ci sta.

Di monnezza e di tensioni. The Neverending Story

Neverending Story

Novanta roghi in 12 ore. Spaventosa media. Soprattutto per la diossina. Petardi nei rifiuti? Sei pompieri feriti. L’autobus? Al rogo anche l’autobus, a Pianura, per opera dei contestatori. Una discarica da riaprire dopo 10 anni a Cercola? Sit-in. Giacchè, anche altri quattro bus del servizio urbano con le ruote forate messi di traverso per impedire l’accesso al quartiere della discarica del contendere. E una gazzella dei carabinieri attaccata con lancio di sassi e di un estintore. Qui, nessun ferito. Napoli? Ieri più di 2.000 tonnellate di spazzatura non rimossa. L’ingresso alla superstrada di Pozzuoli? Bloccato. Se questa non è esasperazione.