Crisi? E gli italiani usano i mezzi pubblici

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Un’Italia in movimento, che non si è fermata nel 2008 nonostante la crisi economica. E’ quanto mettono in mostra i dati dell’Osservatorio “Audimob” di Isfort nel 6° Rapporto sulla mobilità urbana presentato oggi a Napoli dall’associazione che riunisce le aziende del trasporto pubblico locale, ASSTRA.

La ricerca documenta una dinamica di crescita della mobilità urbana in continua espansione anche nell’anno 2008, in totale controtendenza con la recessione che investe l’economia. In un giorno medio feriale del 2008 il numero di spostamenti complessivi effettuati dalla popolazione italiana (14-80 anni) ha raggiunto i 128 milioni, il valore più alto dal 2000; rispetto al 2007 la crescita è stata pari a +3,6%; per quanto riguarda le scelte modali effettuate dagli Italiani. Il 2008 è stato un anno per certi versi “straordinario” molto positivo per il mercato del trasporto pubblico urbano, come lo era stato il 2007.

Gli indicatori di domanda, per quanto concerne comportamenti e valutazioni, sono stati di segno positivo, anche se con misure diverse: più passeggeri trasportati, più quota di mercato, anche moto e motorini continuano a crescere, più propensione a favore del TPL. Il 66,6% della popolazione che si muove verso i grandi centri ammette la possibilità di cambiare abitudini di spostamento e includere nelle proprie scelte di viaggio l’uso del mezzo pubblico, avendo a disposizione aree di sosta attrezzate. Gli abitanti delle città medie (estranee ad aggregati metropolitani) indicano intenzioni di cambiamento meno pronunciate.

Tutti e tre i mezzi pubblici di trasporto a vocazione urbana, l’autobus/tram, la metropolitana e (in misura minore) il treno locale, migliorano i giudizi di soddisfazione espressi dagli utenti. In particolare l’autobus risale sopra la sufficienza, seppure di pochissimo (6,03 contro 5,96 del 2007). Ma. C’è naturalmente un ma. La crescita del trasporto pubblico è a macchia di leopardo. Si approfondisce una doppia linea di divaricazione, la prima tra contesti urbani e la seconda tra circoscrizioni territoriali. Nelle grandi città le “quattro ruote” assorbono ormai meno del 60% degli spostamenti urbani motorizzati, mentre nei centri con meno di 100mila abitanti il tasso di penetrazione supera anche nel 2008 il 90%, nonostante il ridimensionamento complessivo del peso dell’auto nella mobilità urbana.

L’altra linea di crescente divaricazione riguarda la dicotomia Nord-Sud del Paese. E’ molto preoccupante il dato registrato al Sud e nelle Isole dove il trasporto collettivo, la cui presenza è già modesta, perde nel 2008 ulteriori posizioni attestando la propria quota modale ad appena il 5,7% (meno della metà della media nazionale e con una perdita di un punto percentuale rispetto al 2007). Nel Sud e nelle Isole, ad eccezione parziale delle grandi conurbazioni metropolitane, il mezzo pubblico è residuale e tende a perdere ulteriormente la propria forza attrattiva, fino a scomparire quasi del tutto nella mobilità urbana delle città con meno di 50mila abitanti. Preoccupa anche lo stato dell’offerta del trasporto pubblico. I ricavi continuano a crescere meno dei costi.

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