Mafia, Bossi: “Legge sui pentiti va rivista”

 Umberto BossiIl ministro delle Riforme, Umberto Bossi, è dell’idea che la legge sui pentiti vada modificata. Il leader della Lega, a margine di una visita al presepe di Palazzo Marino a Milano, ha detto “per me si” a chi gli domandava se la legge debba essere rivista. “Berlusconi non penso vada in giro a mettere bombe – ha continuato Bossi – diciamo che la mafia si è un po’ arrabbiata perché noi abbiamo fatto leggi pesantissime contro la mafia e quindi si è mossa e si sta muovendo”. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa, riguardo il Ddl del processo breve ha dichiarato che: “nessun provvedimento è mai stato approvato così come era partito: per forza ci saranno modifiche soprattutto sulle questioni di dubbia costituzionalità”.

Giustizia, Gasparri: “Legge costituzionale per Lodo Alfano”

Maurizio_GasparriMaurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, ha ribadito che la maggioranza sta lavorando alla presentazione di una legge costituzionale per riproporre il Lodo Alfano. “Anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale – ha affermato – credo sia lecita una rivisitazione del lodo Alfano che determina un differimento dei giudizi delle alte cariche dello stato. La sentenza ha ritenuto che ci volesse una legge costituzionale, noi stiamo valutando, alla luce della sentenza, la presentazione di una norma di questo tipo, che però non toglie che la legge sulla ragionevole durata dei processi debba essere approvata perchè è indispensabile”.

Politica, questione di stile

Eravamo adolescenti, in una città nè troppo piccola, nè troppo grande. Una città del sud, pulita a tratti, arricchita per alcuni, povera allo stesso modo per molti. Andavamo in giro su motorini Sì bordò, verdi, blu. O su una Sfera Piaggio dal colore improbabile. A scoprire e a non riuscire a osservare veramente parti di quella città.

Una città divisa tra fazioni, fazioni non di spessore, ma di stile. O appartenevi ad uno stile, oppure ad un altro. Si sceglieva per vocazione, simpatia, fato o discendenza famigliare. Solo in un caso abbiamo assistito allo sviluppo di una persona che di fasi le ha passate tutte. Stile anarchico, stile salopette, stile femme fatale, stile vita da banca. Gli altri hanno conservato (purtroppo, forse) la loro monotonia della scelta iniziale. Forse oggi qualcuno, insospettabilmente, ha trovato passioni (ma sempre e solo di stile e immagine) in stili e immagini che fino ad allora aveva denigrato. Ma non c’è nulla di reale. Men che mai ci sono personalità.

Volevamo parlare di politica. Leggevamo libri, ascoltavamo canzoni. Ci perdevamo in elucubrazioni mentali. C’era chi osservava, e chi agiva. Chi osservava lo faceva con un misto di orgoglio, timidezza, interesse, scarsa fiducia in sé.

Sleeping

brunetta

In the jungle, the mighty jungle
The lion sleeps tonight
In the jungle, the mighty jungle
The lion sleeps tonight

Da Facebook

Addio a Oreste Lionello

Oreste Lionello è morto. Non ho mai amato particolarmente il Bagaglino. Ma quando ero piccina ero molto affezionata all’imitazione di Andreotti. Forse anche di più alla commedia della politica, che un tempo era ancora possibile, a livello di materia prima disponibile.

Ci sono cresciuta, un po’. Buon viaggio.

Goodbye Eluana

Mentre l’Italia si lecca pesanti ferite post-Eluana (una ragazza che, per fortuna, non ha mai saputo cosa ha rapresentato e come il suo corpo inerme è stato strumentalizzato), vorrei citare l’amico Spinoza.Il post si intitola assai semplicemente: Le vite degli altri

Comunque ci sono disgrazie peggiori. Pensate alla figlia di Gasparri.

“Se serve, mi scuso. Stai tranquillo, Gasparri. Non è mai successo che le tue parole siano servite a qualcosa

Mentre l’Italia si lecca le ferite, Roberto Saviano chiede – dalle pagine e dal sito di Repubblica – Chiedete scusa a Beppino Englaro. Dalla prima pagina del quotidiano. Quella stessa pagina che riporta La rivincita di Lady Obama. Michelle è sulla copertina di Vogue, e al mondo la faccenda dovrebbe in qualche modo interessare.

Bus atei, parla l’UAAR. E si toglie un po’ di sassolini…

La faccenda dei bus atei mi ha colpita, devo dire. Tant’è vero che sono andata a intervistare, per Roma Today, il referente di Roma dell’UAAR, Francesco S. Paoletti. Data la tipologia della pubblicazione, interessava in quella sede capire l’eventualità di uno sbarco capitolino della campagna pubblicitaria degli atei. Sbarco che non c’è stato, non ci sarà per un po’, probabilmente, e che è stato bloccato anche a Genova. Basta dare un occhio a Google News.

Paoletti, oltre a spiegare che vorrebbero portare la campagna a Roma, ma che la pubblicità stra-costa ed è proibitiva (“E non avendo noi i fondi della Chiesa Cattolica, né il 25% degli immobili della capitale, né l’8 per mille…), ha chiaccherato amabilmente anche di altri “guai” incontrati dall’associazione quotidianamente a contatto con le istituzioni.

Brianza: Il terrore a 500 metri da casa

Mi è capitato mille volte di sentire, da telegiornali, dai giornali e dai siti internet di attentati terroristici a questo o a quell’obiettivo. Tutti sempre lontani, non solo ideologicamente, ma anche geograficamente. Così impossibili da realizzare nel nostro paese, quasi un’isola felice nel mondo del terrore.

Eppure ecco improvvisamente svegliarmi da questo sogno. 2 arresti in Italia, 2 terroristi che stavano progettando diversi attacchi: uno di questi ad un supermercato, un bar e una pompa di benzina. Tutto questo a poco più di 500 metri dalla mia abitazione. Abbinare il volto dei due “ipotetici” terroristi e le immagini della vita di sempre portano ad un triste scenario.

Uno scenario che mi ha ricordato le tanti morti di Mumbai, di Nassirya, di Madrid, per non dire quelle dell’ormai noto 11 settembre da cui tutto ha avuto inizio, e a tutte le altre che non ho ricordato qui. Ricordi che si immedesimano nelle parole di mio padre:

“Lì non è che puoi fare molto, se sei dentro…BUM…non ci sei più”

Fascist Legacy. Noi lo avevamo detto



Non per dir nulla a Micromega


Ma il documentario Fascist Legacy, che oggi che Repubblica.it annuncia in esclusiva appunto su Micromega (e che ha l’aria di una verità rivelata) non lo è…


Ecco il post di Francesco Giurato del 22 Settembre su PoliticaLive.



Il Nobel per la Pace scatena una guerra

Ascoltando i telegiornali in questi giorni oltre naturalmente ai diversi segnali di allarmismo che passano a destra e sinistra allo scopo, credo unico, di mettere terrore psicologico ai cittadini, che nella loro comprensibile ignoranza vanno dove mamma tv gli dice di andare, si nota come dal Nord Europa, arrivino le notizie riguardanti l’assegnazione dei premi più importanti per le personalità nei diversi settori della scienza, dell’arte e della dialettica: il Premio Nobel.

Le difficili relazioni tra Italia e Libia: Il figlio di Gheddafi pone il veto su Calderoli

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La “questione” Calderoli nasce nel Febbraio 2006, quando l’allora Ministro delle Riforme, durante un intervista televisiva indossò una maglietta con su disegnata una vignetta anti-islamica, questa cosa scatenò l’ira del mondo islamico. In particolare in Libia, dei manifestanti dimostrarono di fronte la sede consolare italiana nella città di Bengasi e durante gli scontri con le forze dell’ordine, morirono 11 persone, la situazione allora imbarazzante provocò le dimissioni del Ministro Calderoli.
Oggi con la vittoria alle politiche del centro destra e con la candidatura di Calderoli nell’esecutivo, il figlio del leader libico Muammar Gheddafi, Saif Al Islam, dichiara che questa eventualità porterebbe a “conseguenze catastrofiche” nelle relazioni tra i due paesi. Il mondo politico italiano in maniera “bipartisan” si è stretto intorno all’esponente leghista.
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