Amanda Knox, spera di lasciare l’Italia in jet

Amanda Knox pensa a quando lascierà l'italia per l'America in Jet

Un jet privato, ed un intervista da un milione di euro. Questo è quello che aspetta Amanda Knox nel caso di assoluzione una volta terminato il processo per l’uccisione dell’amica Meredith. Un paese intero, come l’America, convinto della non colpevolezza della ragazza è pronto ad accoglierla a braccia aperte nei prossimi giorni quando rientrerà in America, non appena sarà concluso il processo. La famiglia della ragazza avrebbe già preparato tutto nel minimo del dettaglio per evitare che venga esposta al bagno di folla di giornalisti, fotografi e semplici curiosi.

In accordo con l’ambasciata americana a Roma, la ragazza subito dopo il processo, in caso di assoluzione, verrà trasferita nell’ambasciata, per poi da lì partire con un jet privato verso l’America, dove l’attende invece, un intervista da un milione di euro. Cifra più che giusta per una famiglia che è stata costretta a lunghi soggiorni in Italia e sopratutto alle spese delle varie cause giudiziarie che hanno sostenuto fino ad ora.

Cnn accusa: Amanda Knox è innocente

Foto: Ap/LaPresse

Uno speciale andato in onda Domenica sera sulla CNN che difenda a spada tratta Amanda Knox la giovane accusata insieme a Raffele Sollecito, dell’omicidio della coinquilina Meredith Kercher. Secondo la trasmissione “Murder Abroad”, il test del DNS conferma che Amanda Knox e Raffaele Sollecito, non hanno ucciso Meredith, come invece il pm Giuliano Magnini sostiene.

Lo stesso Magnini è stato anche il PM del caso del Mostro di Firenze. Lo stesso Magnini è stato intervistato dalla CNN proprio per questo speciale che è andato in onda domenica contro il suo operato. “Murder Abroad”, sposa in pieno la testi che stanno portata in aula a difesa dei due ragazzi. Secondo la CNN infatti, il Giuliano Magnini, ha agito solamente per convinzioni personali e non basandosi su prove scientifiche.

2009, un anno in Politica Live – Dodicesimo tempo

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Dodicesima e ultima puntata di questo viaggio attraverso il 2009, appena chiuso e già storia. Dicembre è il mese della ferita, l’attacco, il viso insanguinato, la violenza su Silvio Berlusconi. Un’aggressione, il 13 dicembre, per la quale è naturalmente partita anche l’ipotesi della bufala. Il premier Silvio Berlusconi viene colpito al viso da un uomo, subito dopo il suo comizio in piazza Duomo, a Milano.

L’aggressore si chiama Massimo Tartaglia, ha problemi psichiatrici, e gli ha tirato una statuetta del Duomo in volto. L’aggressore è stato perdonato, nei giorni successivi, dal Cavaliere.

Il gesto di Tartaglia ha dato il via al valzer delle polemiche, alle accuse reciproche su chi potesse creare quel clima di odio che aveva portato a tanto. Clima d’odio cui si è risposto col neonato partito dell’amore. Partito che preoccupa alcuni. Certo è che il volto sangunante di Silvio Berlusconi ha portato, nella storia di questo paese, la consapevolezza di una banalità. I politici hanno un corpo, una fisicità che tutto lo Stato, simpatizzante o meno, ha sentito in quel momento e in quel sangue sul viso.

Mirabilia all’italiana

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Dunque, facciamo un attimo il punto. Per il caso della povera Meredith (chissà, forse era una smorfiosa, colpa suprema che le avrebbe portato la morte per punizione) è stato chiesto l’ergastolo per Raffaele Sollecito e per Amanda Knox. Nel frattempo Bruno Vespa, che non può più fare modellini sulla casa di Cogne, li fa sulla casa di Garlasco. Che altro?

Ah. Brenda, la trans del caso Marrazzo, è morta, per i pm è omicidio, Massimo D’Alema non è Mister Pesc. Che il profilo del Financial Times abbia fatto effetto? Contemporaneamente Gianfranco Fini rilancia sugli stranieri, proferisce la parola “stronzo”. Anche Calderoli parla, ma non proferisce la stessa parola: ne richiama solo il significato. Il Fini, a prescindere, fa prove implicite di matrimonio con Luca Cordero di Montezemolo. Tante sono le cose che sono state messe a bollire in pentola, in Italia. Tante le faccende già messe in pentola, e già bruciate. Tante finiranno in pentola nel futuro. Ma nulla di tutto questo è per noi. Per noi, perché la nostra vita continua immutata, perché la crisi, per noi, non è passata. Perchè la quotidianità è faccenda dimenticata, lassù. Ci pensavo camminando ieri sera per Lecce.