Alle urne con il Porcellum: niente quote rosa e liste bloccate

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La legge elettorale vigente, con la quale si tornerà al voto, prevede un sistema ibrido e complicato, che riprende alcune caratteristiche del sistema proporzionale (in particolare il voto di lista per il partito) ma le subordina al principio fondamentale del sistema maggioritario (chi prende un voto in piu’ ha vinto). Approvato a dicembre 2005 nella precedente legislatura a maggioranza di centrodestra, il sistema elettorale è definito spesso ”Porcellum” perchè il suo stesso ideatore, il leghista Roberto Calderoli, parlando della sua legge a Matrix nel marzo 2006, dichiarò:

Si dovra’ riscrivere. Glielo dico francamente, l’ho scritta io ma è una porcata

In effetti, le elezioni del 2006 hanno dimostrato che uno dei problemi di questa legge è il premio di maggioranza che al Senato scatta a livello regionale, rendendo difficile una maggioranza solida. Anche la Corte Costituzionale, il 30 gennaio di quest’anno, nel giudizio di ammissibilita’ dei referendum, ha segnalato che la legge ha in sè delle ”carenze”, in particolare per quanto riguarda il premio di maggioranza.
Ecco come funziona:

Se An e la Lega dicono sì all’election day

Election Day
In verità si dica. Non si capisce più nulla. Arriva oggi il sì di An e della Lega all’election day. La politica italiana si sta arrovellando anche su quando spendere, quando anche alla meno aggiornata massaia dell’interland salentino è assolutamente chiaro che fare tutte le elezioni che s’hanno da fare – perchè proprio si hanno da fare – in un solo giorno è meglio che in due o tre. Per le disperate e piangenti casse dello Stato, si intende.
Spendere il doppio quando si potrebbe risparmiare la metà. A Silvio, l’idea di fare tutto insieme non ha mai sconfifferato. Non sia mai che poi la gente si confonda drammaticamente. La questione delle tre settimane a casa da scuola? E che importa. Cominciamo con l’autoapprendimento. Oppure, perchè no. Con delle lezioni in tv. Sui canali Mediaset, ad esempio?
A un certo punto della favoletta, però, arriva oggi un fulmine a ciel sereno. Fulmine che si chiama sostanziale (e sostanzioso) consenso di An e della Lega a questa faccenda dell’election day.

Rifiuti, al culmine dello scontro. Prodi: “E’ una tragedia”. Bassolino contestato

Bassolino

La situazione è sull’orlo del precipizio. Il governo si assume tutte le proprie responsabilità riguardo a questa emergenza perchè sta mettendo in gioco il paese. Parole non allegre (già accantonata la ventata di ottimismo delle Feste, vero?) dal Presidente del Consiglio Romano Prodi, che, da Bologna, ha detto la sua sulla drammatica emergenza rifiuti nel napoletano. Il Premier sa e sostiene la necessità di risolvere il problema, e di risolverlo per sempre.

Intanto, non si placano le proteste e gli scontri. Ieri pomeriggio un gruppo di persone, una ventina, ha bloccato un autobus e incendiato i cassonetti dei rifiuti a San Giorgio a Cremano, uno dei centri più colpiti dalla crisi dello smaltimento dell’immondizia. I presenti? Applaudivano.

A Napoli nel pomeriggio, in pieno centro, lo stesso scenario: cassonetti dei rifiuti dati alle fiamme e correlati interventi dei Vigili del Fuoco. E non si placa la rabbia contro la riapertura della discarica di Pianura: si è unito ieri ai manifestanti anche un gruppo di una cinquantina di mamme con bambini. La protesta contro la discarica del contendere ha causato anche il blocco della circolazione ferroviaria sulla linea Napoli-Roma, tra Pozzuoli e Giuliano.


Ed è proprio a Pianura che, in seguito ad una sassaiola contro le forze dell’ordine, sono state fermate, e poi rilasciate, una decina di persone. Scontri e tafferugli hanno causato il ferimento di due agenti della polizia. Nella notte, la polizia ha scortato una trentina di camion adibiti a movimentare la terra per creare l’invaso che poi sarà coperto dai teloni impermeabilizzati già portati all’interno nei giorni scorsi. Anche questa operazione è stata ostacolata dai manifestanti, che si sono seduti nella carreggiata.

Giù le mani da Malpensa. Parola di Umberto

Bossi

Giù le mani da Alitalia, francesi. Ancor più, giù le mani da Malpensa. La Lega annuncia rivolta, e da quando il Governo, per voce di Tommaso Padoa Schioppa, ha fatto ufficialmente sapere il suo mood positivo nei confronti della vendita della compagnia di bandiera ad Air France/Klm, un po’ tutto il Nord Italia protesta. E la Lega trova preziosi alleati in Cisl e Uil. Più diplomatica la Cgil, che per ora si schiera, ma solo con la sua rappresentanza regionale. Il partito del sì, invece, vede il Governo circontato da una sorta di silenzio-assenso: unica voce esplicita l’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che, attraverso il suo presidente, Vito Riggio, esprime “viva soddisfazione per l’orientamento espresso dal Governo rispetto all’avvio da parte di Alitalia di una trattativa in esclusiva con Air France-KLM“.