INPS avvisa 450mila pensionati. Stop a pensioni in contanti oltre i mille euro

Stop a pensioni oltre i mille euro in contanti. L'INPS scrive a 450mila pensionati

Niente più pensioni pagate in contanti. L’INPS ha inviato nella giornata di oggi, circa 450mila lettere ad altrettanti pensionati, i quali percepiscono una pensione superiori ai mille euro in contanti. La manovra economica del governo Monti prevede che le pubbliche amministrazioni, compreso l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, non possano pagare importi superiori ai mille euro in contanti.

Nelle 450mila lettere inviate dall’INPS viene ricordata questa norma della manovra economica e si chiede, quindi hai pensionati, di indicare un metodo elettronico alternativo per il pagamento della pensione, previsto dagli istituti bancari o tramite conto postale. I pensionati dovranno adeguarsi entro e non oltre il 7 Marzo, data ultima per il pagamento delle pensioni in contanti. La comunicazione del nuovo metodo di pagamento dovrà avvenire entro Febbraio.

Report, focus sulla spesa sociale

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Report andrà in onda stasera, domenica 25 aprile, come sempre alle 21.30 su Rai Tre. Il titolo della puntata è “Il futuro è passato”, firmata da Michele Buono e Piero Riccardi.

Ecco la Sinossi:

A cosa serve la spesa sociale? Il welfare è solo uno dei tanti costi del bilancio dello Stato? E le pensioni, davvero si sta spendendo troppo e i conti sono fuori controllo? Uno dei motivi certi di preoccupazione per la spesa pensionistica è l’invecchiamento della popolazione e l’aumento della vita media dei cittadini nei paesi sviluppati. E’ il dato di fatto da cui partono alcuni, per affermare che l’unica soluzione possibile è diminuire le pensioni e dire ai cittadini che ognuno si arrangi da sè, magari affidandosi a fondi, banche e assicurazioni che investono la pensione nei mercati azionari. Report si pone a semplice domanda: così stanno effettivammente le cose?

Brunetta: “500 euro ai giovani. Meno pensioni agli anziani”

brunettaE’ un Paese di ipocriti, da sempre si sa che l’Italia spende troppo per le pensioni e troppo poco per i giovani”. Lo dice Renato Brunetta, titolare della Funzione Pubblica, intervistato da Maurizo Belpietro nella trasmissione “Mattino 5“. Riguardo la proposta di dare 500 euro al mese ai giovani che escono di casa, sottraendoli dalle pensioni degli anziani, Brunetta afferma:

Ai giovani non si dà niente e non intendo in termini di salario, ma di borse di studio, aiuto per la casa, prestiti di onore e così via, contrariamente a quello che invece succede in Europa. Da sempre si dice che c’è una relazione tra queste due cose e cioè che diamo troppo ai padri e troppo poco ai figli.

Si parla di patto generazionale soprattutto a sinistra. E poi, quando un signore, io, che queste cose le conosce, sollecita, fuori dall’ipocrisia, a spendere meno per il cattivo welfare. Me ne hanno dette di tutti i colori, ma io credo che occorra parlare dei problemi che questo Paese ha, dei problemi veri, dei difetti.

Per carità senza voler fare paura a nessuno. Non togliamo le pensioni ai vecchietti per darle ai ragazzi che magari le usano male, ma occorre fare una riflessione su noi stessi, sulla nostra organizzazione sociale, del lavoro, del welfare, perchè, se non la facciamo, poi è inutile che ci lagnamo del fatto che i figli stanno casa fino a 30 anni e oltre perchè questo dipende dall’egoismo dei padri”.

Report, la banca dei numeri uno

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Report andrà in onda stasera, domenica 15 novembre, alle 21.30 su Rai Tre. La puntata si intitola ”La banca dei numeri uno” di Paolo Mondani.

Ecco la Sinossi:
Con lo scudo fiscale del 2001, poi prolungato fino al 2003, sono stati messi in regola circa 78 miliardi di euro. A fronte di questa enorme massa di denaro sono state inviate circa 90 segnalazioni di operazioni sospette, di cui nessuna che riguardava la Sicilia. Le banche hanno evidenziato poco o nulla proprio grazie alle garanzie di anonimato accordate da quella legge. E quindi non è stato possibile intercettare il denaro sporco frutto di reati di natura fiscale per i quali era stata accordata la non punibilità.

Politica, quanto ci costi. Scontro Fini-Veltroni. Robin Hood chi?

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Mi ami? E quanto mi ami? Mi costi? Ma quanto mi costi? La politica rosicchia le tasche di ognuno di noi. Nessuno escluso. Beh, forse qualcuno sì. Comunque la politica rosicchia, costa, ed è un dato di fatto. Questa faccenda delicata è entrata a gran voce nel dibattito elettorale – promesse da marinaio o nobili intenti? Solo la storia ci risponderà, ma lo storico un’idea affatto rosea la dona da sempre.
A scontrarsi – e schiantarsi – è stato il duo Gianfranco Fini – Walter Veltroni. Per gradire, insomma. Che si fanno i conti in tasca a vicenda. Tematica sempre di un certo appeal, non vi è dubbio alcuno.
Il leader di An (?) si è, certosino, messo a fare i conti in tasca al candidato premier della parte avversa. Quest’ultimo, si è visto nella necessità di replicare, smentire, perorare. Peraltro, per primo, aveva proposto nientepopodimenoche la riduzione degli stipendi dei parlamentari. La rivolta sta arrivando? Sì, quella dei parlamentari stessi di fronte a siffatta, snaturata ipoteso.