Generazione Italia osa: “Berlusconi? Comunista!”

Generazione Italia – dice di sè: aggregatore intergenerazionale rivolto a tutti coloro che hanno voglia di impegnarsi per l’Italia – è di chiaro riferimento finiano: annoverato tra gli organi di informazione vicini a Gianfranco Fini e ai deputati di Futuro e Libertà (componenti del Comitato Nazionale), propone oggi la clamorosa notizia che pare confermare la netta incompatibilità tra Fli e il Popolo delle Libertà. In barba a ogni tentativo di mediazione, accordo, armistizio, il sito mostra in prima pagina una notizia che – semmai avesse alcun effetto – sembra messa lì proprio per rimarcare quanto sia lontana la possibilità che si possa recuperare fiducia reciproca tra due anime – a questo punto – distinte.

Gli squadristi della libertà sono pronti a organizzarsi per contestare Fini a Mirabello“: mica roba da niente. Con tanto di sviluppo della tesi: “Se mai servisse una conferma della deriva sinistrorsa/comunistoide del Pdl ecco a voi l’ennesima conferma. Stamane riceviamo una telefonata: un nostro amico napoletano ci informa che è stato contattato da un consigliere provinciale del Pdl che gli ha fatto una richiesta particolare: ‘Stiamo organizzando con la Brambilla una contestazione a Fini quando parlerà a Mirabello. Riesci a riempirmi un pullman? E’ tutto a spese del partito’. Gli daranno anche il panino, in puro stile Cgil. E magari anche un libretto rosso con tutte le istruzioni per contestare il nemico del popolo“.

Berlusconi: “Convincere i finiani moderati”. Futuro e Libertà: “Fedeli al programma elettorale”

Liquidare Gianfranco Fini (rimasto a colloquio per una ventina di minuti con Gianni Letta dopo l’ultimo omaggio a Francesco Cossiga presso la camera ardente: nessuno dei due si sarebbe esposto in maniera eccessiva nell’ipotizzare gli scenari del prossimo futuro) e i suoi sostenitori più partigiani, rompere in due (quattro, otto) il fronte dei fuoriusciti dal Popolo delle Libertà e indebolire in maniera sostanziale il nuovo gruppo parlamentare di Futuro e Libertà: il diktat di Silvio Berlusconi è perentorio, l’identikit degli indesiderati è lineare (Italo Bocchino, Fabio Granata, Luca Barbareschi e Carmelo Briguglio su tutti), l’intento di snervare i finiani pare un lavoro meticoloso e certosino.

Da portare avanti minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno. Dal Presidente del Consiglio parte la strategia della “goccia che scava la pietra”: “Convincetene uno a testa di quelli moderati affinchè torni nel PdL“, avrebbe detto il Premier ai dirigenti del partito in vista della riunione di venerdì. L’articolazione del Berlusconi pensiero tende a indebolire – numericamente e sotto il profilo della compattezza – il gruppo di Fli che, nonostante si sia mostrato fedele e vicino al Presidente della Camera – politicamente e personalmente – avrebbe, a detta del fondatore del PdL, un compito ancor più importante: “La lealtà dimostrata nei confronti di Fini è comprensibile. Ma coerenza vuole che dimostrino la stessa fedeltà a chi li ha votati e che continuino a sostenere lealmente l’esecutivo in carica“.

Berlusconi apre a Fli: bluff o conciliazione?

Silvio Berlusconi che tenta la via del dialogo nei confronti dei fuoriusciti del Popolo delle Libertà è una novità vera. Il Premier che si mostra addirittura conciliante rispetto alla frangia di Futuro e Libertà rischia di esere un passaggio politico interessante, ermetico, da intuirci tutto “ora o mai più”. Il bluff è nell’aria ma al contempo la mano è tesa, nel tentativo di stringere idealmente – ma neppure troppo – quella di Gianfranco Fini.

Una nota diramata in serata con cui il Presidente del Consiglio mostra l’ennesimo volto che non ti aspetti (specie dopo la dichiarazione di Umberto Bossi che punta deciso verso le elezioni): “Al di là del frastuono delle irresponsabili e a volte farneticanti parole pronunciate da taluni contro il governo e contro la propria stessa maggioranza, se vi sarà lo spirito costruttivo contenuto nelle dichiarazioni di alcuni senatori del centrodestra (deputati Fli, ndr), che accolgo con grande soddisfazione e disponibilità, sarà certamente possibile ritrovare quell’unità che, ove mancasse, non potrebbe che portare a scelte dolorose e definitive“.

Parla da paciere, il Premier, e intuirne lo scopo è in realtà più difficile di quanto sembri: semplice voglia di dialogo? Estremo tentativo di ricompattare tutto, lasciare ogni divergenza alle spalle, tirare un telo e non buttargli più un occhio? Potrebbe esssere. Ma l’altra versione – che rimanda al tentativo di spaccare in due, e indebolire, i deputati di Futuro e Libertà che hanno mostrato una differenza di vedute rispetto al comportamento da tenere con l’attuale maggioranza; che riporta al tatticismo fondamentale secondo cui PdL sarebbe in attesa che la spaccatura venga ufficializzata dagli avversari, se ne assumano la responsabilità – sembra altrettanto verosimile.