Berlusconi – Casini: Una telefonata che accorcia l’alleanza

L’alleanza tra Berlusconi e Casini sembra definitivamente terminata, anche se per l’ufficialità bisognerebbe attendere ancora le prossime 24 ore. In compenso quello che ai miei occhi è sempre sembrato un amore impossibile, dovrebbe finalmente finire. Un amore quello tra i leader di UDC e PDL che alla fine ha avuto i suoi alti e i suoi bassi. Ma mai così in basso come l’ultimo periodo.

Casini è sempre stato la pecora nera dell’alleanza di Berlusconi. A mio parere l’idea di Casini è, e sempre rimarrà, quella di ricostruire il grande centro, riportare in auge quell’idea di Democrazia Cristiana, che tanti or sono si divise in mille piccoli partitelli a causa delle divisioni interne.

Voglia di indipendenza e di prendersi la possibilità di governare. Queste sono le esigenze che hanno spinto l’UDC a rifiutare l’invito di Berlusconi ad unirsi nell’alleanza di centro destra. La necessità per Casini e per i suoi elettori, di non volere essere un comprimario nella prossima legislatura ma essere un protagonista, come si evince anche dalle sue parole:

Berlusconi: La solitudine in un attimo

Povero Silvio. Ce l’hanno praticamente tutti con lui. Beh, onestamente l’atteggiamento di tutti i suoi possibili alleati non mi stupisce. Berlusconi è uomo che accentra a se oltre al potere anche le telecamere dei media e quindi, candidarsi al suo fianco, significa, per chi come UDC e UDEUR che vive grazie alle apparizioni davanti alle telecamere, sparire momentaneamente dal mondo pubblico, giusto il tempo di una legislatura.

Si avete capito bene. Non è solo l’UDC a fare spallucce a Berlusconi. Anche l’UDEUR, che alle ultime informazioni pervenute era già parte del PDL, in realtà è molto lontano ancora da questa posizione.

Certo la fase delle trattative, mi si vorrà far notare, è ancora agli inizi. Si stanno ancora indicando i candidati premier e le possibili liste che li sosterranno. Però queste dure batoste che stanno colpendo sia il Partito delle Libertà sia il Cavaliere, di certo non ne lasciano un’immagine pulita all’elettore. Che, se tutti la pensassero come me, si chiederebbe: ma Berlusconi cosa sta architettando?

Casini: All By Myself

Celine
L’uomo bandieruola ha finalmente preso una posizione. Basta, stop, fine dei giochi, ora si è risentito e pone un freno alla vicenda dei giochi di potere. O meglio. Dà il suo personalissimo indirizzo. Il PierFerdi nazionale corre da solo.
E non usa nemmeno toni concilianti: Sono Berlusconi e Fini che hanno deciso di spaccare i moderati. Per noi la questione è conclusa. Questo è il dato politico, noi non rinunceremo al nostro simbolo.
Oggi Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, ha riunito quest’oggi i suoi fidati per fare il punto della situazione. In questo marasma incontrollabile e ballerino. Stato dell’arte della campagna elettorale. E, già che ci siamo, del destino prossimo venturo del partito detto Udc. Parto in quel di un albergo dell’Urbe.

Tutti insieme…ma con moderazione

Silvio Berlusconi ormai se lo chiede la notte prima di andare a dormire: Quel Casini non ha un cognome casuale, secondo me qualcosa deve pure significare se lo possiede. In effetti a vedere gli ultimi 10 anni il leader dell’UDC sembra, quasi in maniera assurda, il peggior problema del Cavaliere di Arcore.

Le ideologie dell’UDC non si discostano poi di molto da quelle del PDL o di FI prima della sua nascita. Essendo un partito di centro, molto simile come posizione agli “azzurri” berlusconiani, le sue idee moderate e liberali allo stesso punto fanno dell’UDC il tipico partito che può minare un’alleanza. E’come un mare prima di una tempesta insomma. Calma piatta prima del disastro.

Il progetto PDL di Berlusconi è chiaro. Annettere più partiti possibili nell’alleanza così da concorrere tutti sotto un unico simbolo e battere la possibile alleanza fatta dai tanti partiti della sinistra. Che abbiamo visto, negli ultimi due anni, non è che poi fosse così unita. Anzi tutt’altro. La scelta del PDL è sicuramente coraggiosa. Annettere quanti più possibili partiti in un simbolo significa, unire tutti sotto un unico programma ma anche sotto un unico simbolo. Ed è proprio questo che Casini non vuole, ovvero perdere l’identità del suo UDC.

L’Uomo di Arcore ha detto NO!

Un po le fattezze le ha. Chi non ricorda la famosa pubblicità di qualche anno fa, dove il famoso uomo “dalla montagna” (non possiamo dire che è del monte altrimenti potremmo incappare in qualche problema di messaggio promozionale) vestito di tutto punto scendeva verso i suoi campi e confermava la qualità del prodotto con un silenzioso annuire con la testa. Bastava solo questo per fare urlare il contadino nelle sue vicinanze con le parole che tanto hanno reso famosa questa pubblicità: “L’Uomo “della Montagna” ha detto SI!”.

Ma questa volta non parliamo di uomini della montagna, ma di Arcore, che in montagna proprio non sta, anzi siamo in collina proprio a ridosso della bassa Brianza, e l’uomo in questione non sembra proprio intenzionato a dire di Si, anzi tutt’altro. L’argomento della famosa negazione è l’election day e l’uomo del NO, se qualcuno ancora non lo avesse capito, è il cavalier Silvio Berlusconi.

Nella giornata di ieri infatti, Berlusconi ha deciso di porre il suo veto sull’approvazione del decreto legge che permetterebbe l’unificazione della data delle elezioni politiche e amministrative. Una specie di supermartedì alla italiana insomma. Una proposta, quella dell’election day, che richiedeva massima convergenza come da parole del Capo dello Stato, che però rischia di cadere ancora prima di vedere la luce.