Bagnasco: “Questione morale grave, immagine del Paese danneggiata”

Il presidente della Conferenza Episcopale, Card. Angelo Bagnasco, ha aperto i lavori del Consiglio permanente della Cei con un duro monito contro la crisi “morale e culturale che sta attraversando il Paese, causata da un “deterioramento del costume e del linguaggio pubblico” e da “comportamenti licenziosi e relazioni improprie” che “ammorbano l’aria“.
Non vi sono, nella prolusione di Bagnasco, riferimenti espliciti al premier Berlusconi, che non viene mai nominato, ma è chiaro che il pensiero corre subito ai recenti scandali in cui questo è coinvolto. Nella stessa base cattolica, del resto, si auspicava una presa di posizione dei vertici della Cei in merito a tale questione. Già nel suo viaggio a Berlino, pochi giorni fa, papa Benedetto XVI aveva parlato della necessità di un “rinnovamento etico” dell’Italia.
Nel suo discorso, il cardinale ha affermato:

” Si rincorrono con mesta sollecitudine racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica. La collettività guarda con sgomento gli attori della scena pubblica e l’immagine del Paese all’esterno ne viene pericolosamente fiaccata“.

Manovra, Bagnasco: “Non colpire le famiglie”. Il governo pensa alle dismissioni degli immobili

Sulla manovra fiscale si è pronunciata anche la chiesa, col presidente della Cei, Card. Angelo Bagnasco, che, intervistato a Madrid dalla trasmissione Radio Anch’io, ha toccato il tema dell’evasione fiscale, dicendo: “Le cifre sull’evasione fiscale sono impressionanti”. Da Bagnasco è venuto inoltre un richiamo alla centralità del ruolo della famiglia, e la richiesta che questa sia tutelata nelle scelte della politica: “Se non sono al centro della politica generale, la persona e la famiglia grembo naturale della vita, la società non avanza” ha affermato.
Infine, il cardinale ha in parte corretto quanto veniva scritto alcuni giorni fa dall’Avvenire, quotidiano della Cei, che chiedeva un ridimensionamento dei fondi destinati alle missioni all’estero, data la particolare situazione economica. In proposito, Bagnasco ha affermato: “Prima di fare i conti dobbiamo chiederci quale approccio utilizzare rispetto alle situazioni drammatiche di altre parti del mondo“.
Intanto, riguardo alla manovra, il governo starebbe accantonando l’ipotesi di un altro scudo fiscale, dopo che questo era stato stroncato dal Pd, ma non era piaciuto neanche a molti esponenti del governo, come Romani, Matteoli e Calderoli.
Si starebbe pensando, piuttosto, di far cassa tramite nuove dismissioni degli immobili dello Stato, come caserme e uffici della pubblica amministrazione: il patriumonio dello Stato ammonterebbe infatti a ben 500 miliardi di euro, di cui il 40% sarebbe “potenzialmente disponibile“.

Bagnasco a Lampedusa: “Un esempio per tutti”

Foto: AP/LaPresse

Il presidente della CEI, Card. Angelo Bagnasco, si è recato oggi nell’isola di Lampedusa, ma non ha potuto visitare il centro di accoglienza degli immigrati, per la protesta di alcuni di loro, in prevalenza tunisini, destinati quasi sicuramente ad essere rimpatriati. Si sono verificati anche alcuni episodi di autolesionismo: alcuni immigrati si sono infatti feriti con forbici e lamette, e sono stati portati al Poliambulatorio di Lampedusa. Le loro condizioni non sarebbero gravi, anche se uno di loro avrebbe rischiato di tagliarsi la vena femorale. Gli sbarchi, ultimamente, sarebbero diminuiti, ma la situazione nel CIE rimarrebbe tesa, specie per chi sa che dovrà essere rimpatriato.
Il cardinal Bagnasco è apparso dispiaciuto dell’episodio, anche se non ha rilasciato commenti. L’isola, comunque, ha accolto gioiosamente il presidente della Cei, con un gruppo di bambini che lo attendavano già in aereoporto. Bagnasco, nel suo discorso, ha ammonito: “L’Italia e l’Europa non dimentichino Lampedusa”, aggiungendo: “La dobbiamo rincuorare ma anche ringraziare”.
Durante la Messa, il tema dell’immigrazione è stato chiaramente dominante, e il presidente della Cei ha rimarcato come questa emergenza rappresenti “un appuntamento al quale la storia chiama l’Europa”, che dovrebbe “percorrere la strada dell’unità, che è più profonda della via dell’unificazione: quella tocca le giuste procedure, questa plasma l’anima dei popoli”. Quindi, l’Europa, per il cardinale, dovrebbe dare “risposte più ampie” ad un’emergenza “di proporzioni inedite e tempi imprevedibili”.

Domani manifestazione dei precari, mentre Berlusconi fa battute con i neolaureati

Foto: AP/LaPresse

Il contrasto è abbastanza stridente: domani, infatti, saranno in piazza a manifestare, a Roma e in altre città, i tantissimi giovani precari costretti a lavorare quanto i loro “colleghi” più “anziani”, ma in cambio solamente di qualche centinaia di euro al mese, spesso senza contributi previdenziali e senza diritti. Oggi, invece, il presidente del Consiglio, che dovrebbe avere tra le sue principali preocuppazioni proprio quella di cercare di porre rimedio alla difficile situazione economica e di contrastare la disoccupazione giovanile, ha intrattenuto il pubblico di neolaureati del progetto “Campus” dell’ Università La Sapienza di Roma con una serie di battute e consigli per “vendere” se stessi e il prodotto.
Un giovane laureato che dice di voler fare solo “un pò” di carriera, ad esempio, viene rimproverato, perchè, afferma il premier, “Così cominci male. Devi dire “un carrierone”. Sei tu che devi importi agli altri, non sono gli altri che devono accettarti”. Richiama quindi all’ottimismo, all’ambizione, dice “di girare con il sole in tasca”, e dà persino consigli sul look: niente barba, che secondo lui “Induce diffidenza nell’ interlocutore, può nascondere una malformazione. Se troppo vasta può nascondere l’ espressione del viso”.

Boffo si dimette

Avvenire Boffo dimissioni

Dimissioni. Si è dimesso il direttore Boffo. “Scelta serena e lucida”, titola l’Avvenire. Ecco il testo della lettera di dimissioni che Dino Boffo manda al cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Eminenza carissima, sono arrivato alla serena e lucida determinazione di dimettermi irrevocabilmente dalla direzione di «Avvenire», «Tv2000» e «Radio Inblu», con effetto immediato. Non posso accettare che sul mio nome si sviluppi ancora, per giorni e giorni, una guerra di parole che sconvolge la mia famiglia e soprattutto trova sempre più attoniti gli italiani, quasi non ci fossero problemi più seri e più incombenti e più invasivi che le scaramucce di un giornale contro un altro. E poi ci lamentiamo che la gente si disaffeziona ai giornali: cos’altro dovrebbe fare, premiarci?

E Vittorio Feltri: Non volevo le dimissioni. O ancora: Il direttore de Il Giornale non pensava “minimamente a questo quando ho scritto e ho fatto scrivere le cose che hanno provocato tutto questo problema”.

Cosa si voleva?