L’Europa e il “Trattato di Dublino”

Dal 12 giugno scorso, data in cui in Irlanda i cittadini furono chiamati alle urne per ratificare il Trattato di Lisbona, l’Europa sta vivendo un periodo di crisi politica senza precedenti. La questione irlandese è divenuta il nodo base per riuscire innanzitutto a fare passare questo documento che dovrebbe essere il simbolo della nuova Europa che sta per nascere, ma soprattutto denota uno stato di incertezza nei confronti della stessa ideologia che non può fare altro che preoccupare.


Facciamo un piccolo passo indietro per chi non dovesse ricordare gli avvenimenti. Il Trattato di Lisbona è il documento che regolamenta la nuova Commissione Europea. Affinchè entri in vigore deve essere ratificato da tutti i paesi membri della UE o attraverso un referendum (come nel caso dell’Irlanda) o attraverso una votazione parlamentare (come in Italia). Un voto unanime che si è visto allontanarsi dopo che, appunto il 12 giugno scorso, il referendum irlandese aveva consegnato un “NO” a Barroso e compagnia.

Siamo entrati ora nel semestre francese in Europa, con il tanto chiacchierato Nicolas Sarkozy al comando, e si cercano nuove idee e nuovi progetti per proseguire su questo discorso che pare senza fine.

Dalle dichiarazioni rilasciate da Sarkozy un concetto sembra chiaro: il Trattato di Lisbona non si riscriverà da zero per venire incontro alle esigenze di un paese. Nonostante questa affermazione potrebbe dare l’impressione di chiusura la verità non è proprio cosi. La Commissione infatti sta lavorando affinchè si possano effettuare delle modifiche, seppur minime, per venire incontro alle esigenze irlandesi per convincere l’Eire a votare “SI” al prossimo referendum.

Punto focale della questione sembra il fatto che l’Irlanda voglia, oltre alla libertà su alcuni argomenti che comunque gli viene riconosciuta, la possibilità di essere rappresentata all’interno della Commissione. Un’assurdità se si pensa che il Trattato di Lisbona nasceva inizialmente per sfoltire la burocrazia europea e non per incentivarla.

In questo clima di dubbio ed incertezza la vecchia Europa continua a lavorare in attesa anche della ratifica polacca, anche questa definita in passato un’ulteriore agonia stile Irlanda. In compenso il pensiero del premier polacco Lech Kakczynski vuole rassicurare il bel Sarkò con il suo “Non creeremo ostacoli alla ratifica del Trattato”.

Sperando che sia veramente la volta buona questa.

4 commenti su “L’Europa e il “Trattato di Dublino””

  1. @cohiba: Molto semplicemente l’immagine non fa altro che spiegarsi da sola. Traducendo dall’inglese (che in questo caso è molto simile all’italiano) si può capire che una firma al “Trattato di Lisbona” comporti anche alla necessità di dare un apporto militare da parte dello stato membro. All’interno del trattato infatti vi è una sezione nella quale si parla appunto della politica estera e dell’uso della forza militare in caso di necessità. Un punto che l’Irlanda critica aspramente per il fatto che attualmente lo stato si trova in una condizione di neutralità. E visti i tempi forse è stata anche una buona scelta.

  2. lo so delle difficoltà che hanno certi stati vincolati alla neutralità(soprattutto l’Austria…che per la seconda guerra mondiale…nn può neanche far parte della nato)….
    Volevo solo dire che poteva essere meglio spiegato nel post(è una critica,ma per migliorarci a vicenda)…insomma poteva essere affrontato meglio il tema(se ci si mette la figura sembra sia la parte centrale del post)…per esempiol’UE gigante economico ma nano militare…può ancora sopravvivere….io pur da pacifista…posso solo notare che tutte le federazioni finchè nn hanno avuto una difesa comune, hanno sempre rischiato di farsi guerra intestina(vedi guerra di secessione USA:ogni stato aveva il suo esercito)…ma nn solo la PESC a chi da noia???…alla NATO…agli USA???insomma perchè gli stati più europeisti(francia Chiraq, Germania, spagna zapatero ….sono stati definiti antiamericani??)….economicamente è meglio 27 eserciti o 1 solo??? è più militarizzata con 27 eserciti o con uno solo???…nn so sono problemi ardui….contro si potrebbe dire…perdita della sovranità(quasi totale)necessità di riforma cost nei paesi membri(con la formazione di un esercito europeo anche in Italia)….investimenti in armamamenti….
    La cost europea come riformata a lisbona(ma è uguale a prima)…pone altri problemi: 1 la gente nn la sente come unsa Cost con i suoi centinaia(nn ricordo 6-700) articoli che dicono tutto e nn dicono nulla…dove nn ci sono diritti sociali..ma quasi esclusivamente economici…ci sono le persone carismatiche per fare una cost???per l’Italia c’era Amato e Fini(nella convenzione europea per afre la cost)…avevano il carisma di De Gasperi togliatti nenni scalfaro calamandrei ecc??queli sono i principi ispiratori…solo il mercato???
    Insomma voglio dire se si fa un post bisogna dire ciò che si pensa sugli argomenti chiave..nn riportare fatti che posso trovare sul corriere della sera
    dai….
    a presto….

  3. @cohiba: Premesso che non riporto la notizia pari pari, ma ovviamente come tutti mi tengo informato tramite i mezzi di informazione e da li prendo spunto per la mia scrittura. Se dovessi soffermarmi sulla Costituzione Europea e tutto ciò che non va capisci che dovrei tenere aggiornato un blog giornaliero. Quello che tu stesso hai scritto è restrittivo perchè nelle righe che hai indicato capisci che hai detto tutto, ma in fondo non hai detto molto riguardo l’annoso problema della costituzione europea. L’articolo mio nasceva per il fatto che la “questione irlandese” è l’ennesimo problema di un Europa che non viene a capo a se stessa, per i motivi più svariati.

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