Aggressione Berlusconi, Di Pietro: il governo alimenta questo clima

di_pietroDi Pietro vs Berlusconi. Non si placano le polemiche per le dichiarazioni del leader dell’Italia dei valori riguardo l’aggressione subita dal premier a Piazza del Duomo. Antonio Di Pietro, intervenuto a SKYTG24 Mattina, conferma la sua idea di ieri:

Condanno e deploro l’aggressione ad opera di un malato di mente. Ma ciò che è accaduto non deve avallare l’operato del governo che ha generato questo clima che ha creato disagio sociale ed esasperazione fatto di lavoratori licenziati ed imprese lasciate fallire.

Aggressione Berlusconi, Bindi: Gesto condannabile ma spiegabile

rosy-bindiAggressione Berlusconi. Rosy Bindi, presidente del Pd, esprime con riserva solidarietà al premier: “Questi gesti vanno sempre condannati, mai giustificati. Qualche volta, però sono spiegabili. Certo, se si continua a dividere questo Paese, alla fine…”. In una intervista a La Stampa, la Bindi parla del momento attuale dell’Italia e giudica il governo Berlusconi:

Motivi di esasperazione ce ne sono molti, legati alla crisi economica che alcuni pagano con prezzi altissimi. La sensazione più diffusa è che non sai più a chi rivolgerti, non sai più chi ti tutela. C’è perfino una rottura in parte creata ad arte del movimento sindacale. E poi c’è uno scontro politico che si porta dietro sicuramente frange estremiste o persone che perdono la testa, ma chi ha più responsabilità fa di tutto per dividere il Paese.

Aborto, monito di Sacconi: “No alla Ru486 in day hospital”

sacconi2Secondo il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, la pillola abortiva Ru486 non va somministrata in day hospital, ma solo in ricovero ospedaliero ordinario. “Qualche Regione ha già dichiarato che vorrebbe risolvere la cosa anche con la forma del day hospital, che a nostro avviso non corrisponde alle esigenze di salute della donna per un processo che non è semplice”, ma “molto complesso”, il quale “può dare luogo a molte complicanze”, ha detto ministro, intervistato questa mattina da Maurizio Belpietro durante la trasmissione “Mattino 5”. “Stiamo cercando di evitare ogni contenzioso aggiunge Sacconie di chiarire in modo inequivoco quali sono i modi per rispettare la legge dello Stato”.

Intervista a Francesco Cossiga

francesco cossiga
Sull’eventualità di proseguire per la via della ratifica del Trattato, Francesco Cossiga non transige e pone il suo altolà. Il presidente emerito della Repubblica italiana commenta la bocciatura al testo da parte degli irlandesi e indica le due strade che l’Unione europa dovrà scegliere per proseguire lungo il cammino. Con un trattato ormai «morto», è arrivato il momento di disegnare l’Europa per il popolo e non per i burocrati. Ma l’Italia, spiega il senatore a vita, difficilmente potrà avere un ruolo di
primissimo piano:

La storia è la storia. Non saremo mai la Francia, né la Germania, né la Gran Bretagna e rischiamo di non essere nemmeno la Spagna

E non è un caso se dal divano della sua abitazione romana, Cossiga continua a ricordare le parole del suo caro amico Helmut Schmidt. L’ex cancelliere della Repubblica federale tedesca gli spiegò, capendo però l’invidia italiana, che nel Vecchio Continente l’asse è da sempre franco-tedesco. Presidente Cossiga, come giudica la bocciatura irlandese al Trattato di Lisbona?

Vedo dalle reazioni al voto negativo dell’Irlanda al Trattato che molti in questa valutazione non sanno separare le ragioni giuridiche da quelle politiche e sentimentali. Voglio chiarire una cosa, prima di tutto: quanto è stato detto dal primo ministro britannico Gordon Brown, cioè che il Trattato è morto, è assolutamente vero. Perché il trattato, per entrare in vigore, avrebbe bisogno del voto di tutti i Paesi. Quindi coloro i quali annunciano che bisognerebbe andare avanti con la ratifica, commettono un errore giuridico: non si può ratificare qualcosa che è morto

Cosa si può fare?

Se questa deve essere la strada si può pensare di impegnare i governi europei, quelli che ci stanno, a sottoscrivere subito lo stesso Trattato. Potremmo pensare a un atto di adesione al testo. Ma, ripeto, l’idea generosa di qualcuno che vuole andare avanti con le ratifiche non ha senso. Io rispetto molto il presidente della Repubblica e il presidente del Senato, ma i buoni sentimenti sono una cosa e il diritto costituzionale internazionale un’altra. Ho parlato con il ministro degli Esteri poco fa e ho detto che bisognerebbe organizzare un grande dibattito politico e votare anche una mozione in cui si danno delle indicazioni precise su cosa si deve fare. Ma soprattutto bisogna che gli italiani, e tutti gli altri popoli, abbiano un’idea dell’Europa che vogliono

Perché si è arrivati alla bocciatura del testo da parte del popolo irlandese?

Teniamo presente che l’Irlanda ha ottenuto soltanto nel 1922, dopo la pasqua di sangue, l’indipendenza e il riconoscimento della sua identità celtico. Non può rinunciare alla sua identità senza sapere a cosa va incontro

Perché aleggia diffidenza attorno al progetto?

Perché i cittadini vedono l’Europa sempre più come l’Europa dei burocrati. Guardiamo, e badi bene che io non sono leghista, a quello che ha detto Tommaso Padoa Schioppa (“non sono testi che si sottopongono al veto degli elettori”). Se si trattasse di accordi tecnici lo capirei, ma sono accordi coi quali rinunziamo a parti molto importanti della nostra sovranità

Intervista Doppia – Flavia D’Angeli e Roberto Fiore

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PoliticaLive comincia la carrellata delle risposte dei politici candidati alla prossima tornata elettorale. Apriamo queste interviste proponendovi un confronto singolare, due candidati “scomodi”, appartenenti a schieramenti opposti, il leader Roberto Fiore, candidato premier per Forza Nuova, e Flavia D’Angeli, candidato premier per Sinistra Critica. Vi daremo così la possibilità di confrontare le idee dei due leader in modo simultaneo, in modo che possiate farvi un’idea precisa delle idee che animano i loro programmi.

Ricordiamo che le domande sono state scelte dai nostri lettori, tra tutte quelle che ci sono pervenute tramite mail e dai commenti sugli articoli. Le domande sono state assemblate e spedite prontamente dalla nostra redazione nella notte. Nelle prossime ore vi daremo conto di tutte le altre risposte che stanno giungendo in redazione.
01 – La prima cosa da fare secondo lei una volta eletto. Darebbe la massima priorità a…
2.jpgEssere esempio di “SOBRIETA’ E LAVORO”.
Difendere la vita dal concepimento alla morte naturale.

flavia.jpgApproverei per legge il salario minimo di 1300 euro. Un provvedimento che semplicemente obbligherebbe le aziende a non dare meno di questa soglia ai propri lavoratori. Una legge che anche in francia esiste e che per noi e’ l’inizio del risarcimento sociale da dare al lavoro dipendente del nostro paese.
02 – La sua squadra di governo, se venisse eletto, di quante persone sarebbe composta? E che quota prevede di attribuire ai giovani e alle donne?
2.jpgNon guarderei né al genere sessuale né all’età bensì all’onestà e alla competenza.


flavia.jpgMassimo 12 ministeri con una rigida parita’ uomini e donne come e’ rigida la parita’ di genere che abbiamo nelle nostre liste. Difficilmente ci troveremo di fronte alla nascita di un governo di sinistra critica, ma nelle nostre liste abbiamo privilegiato, giovani precari, donne e operai perche’ crediamo che sia ora di ridare la politica a chi concretamente vive le contraddizioni del nostro tempo.
03 – Si e’ parlato molto degli intollerabili privilegi della classe politica, la cosiddetta “Casta”. A cosa è disposto concretamente a a rinunciare, pur di governare? Vogliamo un impegno.
2.jpgLa mia passione politica mi ha portato a rischiare la vita e a venti anni di esilio a Londra. E’ chiaro che per amor di Patria sono disposto a rinunciare anche alla stessa vita fisica.

flavia.jpgPer noi l’impegno e’ gia realta’, perche’ nel nostro statuto abbiamo inserito 2 clausole: 1) nessun eletto puo’ essere eletto per più di 5 anni, 2) nessun eletto o funzionario può guadagnare di più di 2000 euro. Ci impegnamo a cercare di rendere legge ciò che per il nostro movimento già è pratica condivisa. Vogliamo tagliare i privilegi non solo per una questione etica, ma per evitare qualsiasi burocratizazzione delle organizzazioni politiche a partire dalla nostra.

10 Domande a 500 Politici. Quello che avreste sempre voluto fare. Tocca a voi.

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La campagna elettorale sta volgendo al termine. Dibattiti, Talk Show, confronti, interviste, ne abbiamo viste di tutti i colori. I candidati si sono gettati nella mischia dell’arena mediatica con fare deciso e battagliero. Ma, come ogni anno, tra gli elettori si fa strada una sensazione spiacevole…che le domande degli intervistatori sono state poco incisive, poco graffianti. Insomma…che “se fossimo stati li” gliene avremmo cantate quattro, senza farci intimidire. Perchè alle volte per ragioni di alleanze editoriali, antiche amicizie, ammiccamenti pre-elettorali, i giornalisti non pungono, non insistono, non incalzano.

Su PoliticaLive abbiamo una visione diversa della politica. Non ci piacciono i conduttori schierati, gli intervistatori fortemente orientati. Ci ispiriamo a quella tradizione del giornalismo anglosassone che pungola, che ha come obiettivo primario la ricerca dell’obiettività, della fairness. Oggi vi proponiamo di gettare un piccolo sasso nello stagno, cercando di rompere il monopolio dell’informazione da parte di una corporazione che utilizza i media nel senso opposto per cui sono stati creati. Saremo comunque anni luce indietro quando ci sono alcuni paesi in cui vip e candidati si insultano su Myspace e usano Youtube non come uno strumento di propaganda, ma come un occasione di confronto.

Vogliamo che siate voi a fare le vostre domande. Senza pietà. Senza riguardo. Libere. Chiedete quello che volete sui programmi, sulla moralità, sulla vita privata, sul conflitto di interesse. Ci penseremo noi di PoliticaLive ad utilizzare il mezzo di internet nel modo più giusto. Selezioneremo le 10 domande più votate, le compatteremo e le spediremo ai 500 uomini politici più influenti, per vedere SE, COME, QUANDO, risponderanno ai nostri quesiti.

10 Domande – 500 Politici

Un numero tondo, un equazione facile:

RISPONDERE AI CITTADINI = TRASPARENZA

La nostra vuole essere una provocazione, nel modo, l’unico che ci è concesso, per rompere, per partecipare. Ma le domande saranno serie. E QUESTA VOLTA saremo noi a sceglierle. Saranno 10 domande uguali per tutti, destra, sinistra e centro. Senza censure, senza tagli, dovuti all'”opportunità”, alla “correttezza istituzionale”.

Vogliamo sperare che “i nostri rappresentanti” non fuggano questa ennesima occasione di confronto libero, non schierato, che gli viene dato.






[La nostra redazione ha 2 giorni per raccogliere commenti ed e-mail.
Una volta spedite, daremo conto della lista dettagliata di tutti i politici
che hanno ricevuto le vostre domande.
E ci impegnamo a pubblicare immediatamente le loro risposte, o i loro silenzi.]