Accordi segreti tra Netanyahu ed Abu Mazen. Il premier palestinese dichiara. “PRONTI A RICONOSCERE ISRAELE”.


La notizia incredibile.
Abu Mazen a sorpresa durante le prime ore del mattino in un’intervista apparentemente senza nessuna importanza fa una rivelazione che lascia attoniti un pugno di persone presenti nel suo ufficio alla Muqata, la sede dell’ANP. Rivela di aver incontrato segretamente il premier israeliano Netanyahu durante la visita recente di Obama in Israele. “Sono pronto a fare la pace con Israele” dichiara ad Al-Aqsa TV. I giornalisti palestinesi della TV (che è la tv “di stato” di Hamas) sono attoniti, spengono la telecamera e chiedono se si tratti di uno scherzo. Alcuni di loro cominciano a parlare nervosamente al telefono. Ma Abu Mazen fa cenno di continuare e di registrare, in modo che non vada persa neppure una parola: «I palestinesi si meritano un proprio Stato». «In Israele e negli Stati Uniti – ha aggiunto – siamo tutti convinti già da tempo della visione dei `due Stati´ ». Lo Stato palestinese deve essere «indipendente, in grado di sostenersi, dotato di contiguità territoriale, accanto allo Stato di Israele».

La svolta. Mahmūd Abbās – che è accompagnato da Salam Fayyad e dal capo negoziatore Saeeb Erekat, insieme ad un ristrettissimo numero di dignitari – è vestito di scuro e cravatta azzurra e misura le parole con molta lentezza, come fosse a conoscenza di trovarsi in un punto decisivo della storia del conflitto mediorientale o forse per paura di non essere frainteso. “Il mio piano in 5 punti, per l’ottenimento di uno Stato Palestinese riconosciuto da Israele e dagli Stati Uniti con capitale Ramallah :

  • Pieno riconoscimento dello Stato di Israele come stato sovrano con capitale Gerusalemme (territori del 1967 ed ampi scambi per garantire la sopravvivenza di aree densamente popolate come Ma’le Adumim)
  • Rinuncia alla legge del ritorno in cambio di un indennizzo in denaro per l’assorbimento dei profughi palestinese, e smantellamento dell’UNRWA.
  • Internazionalizzazione della spianata delle moschee per permettere a tutte le religioni di accedervi senza problemi
  • Elezioni libere il prossimo autunno sia a Gaza che in Cisgiordania (da chiarire come possano convincere Hamas)
  • A partire dal prossimo anno tutte le armi e materiale bellico trovati in possesso dei civili verranno confiscate e dichiarate fuorilegge (per estensione anche i “militanti” di Hamas saranno quindi da considerarsi fuorilegge a meno che non siano inseriti in reparti regolari della polizia palestinese)

«Il mio messaggio, oggi, – ha detto ancora Abu Mazen rivolgendosi ai suoi – è “non possiamo rinunciare alla pace, non importa quello che dolorosamente dovremmo lasciare sul tavolo”. Il leader palestinese ha sottolineato l’impegno degli Stati Uniti e di Israele per queste trattative segrete nelle quali si è convinto che “il nemico non va demonizzato, e che l’unico modo di arrivare ad una svolta è quello semplicemente di mettersi seduti al tavolo e trattare. Un arte che sia i palestinesi che gli ebrei conoscono bene” ha detto con un sorriso un po’ tirato.

«Il 2013 sarà un anno cruciale per la realizzazione della pace e per dare il via a quelle opere fondamentali per fare in modo che il popolo palestinese possa liberarsi da ogni eredità del passato: per i primi mesi del 2014 la prima pietra dell’autostrada sopraelevata di 45 km che collegherà Gaza alla Cisgiordania senza passare per Israele. “Ma la vera vittoria sarà quando ebrei ed arabi potranno circolare insieme senza più bisogno di autostrade riservate e di forze di polizia speciali”: ha detto un dirigente dell’Anp, Nabil Shaath, citato subito dalla stampa palestinese odierna. Secondo Shaath, sull’agenda palestinese tre sono i punti principali: l’impulso agli sforzi di realizzare la formula dei `Due Stati´; elezioni libere a Ottobre, nuove leggi previste per la fine dell’anno (in particolare quella sulla detenzione illegale di armi), e la creazione di una forza di polizia israelo-palestinese per il controllo degli accessi e delle frontiere.

Problemi. Si attendono per oggi primo aprile molte manifestazioni di protesta contro questa decisione coraggiosa dei vertici palestinesi, soprattutto a Gaza. A Ramallah oggi già dalle prime ore del mattino si nota peraltro un imponente servizio di sicurezza. La presenza degli agenti è massiccia e sui tetti degli edifici più elevati si vedono altri agenti di sicurezza.

Fonte | مجلة نكتة من 1 أبريل
Fonte | http://yenisafak.com.tr/Dunya/?i=246974

 

Lascia un commento