Metalmeccanici, per le trattative, semplicemente, non ci sono spiragli

Altan
Rottura annunciata, attesa, quasi banale. E così è stato. La trattativa odierna, tra Sindacati e industrie, non ha trovato, come prevedibile, alcun punto di accordo.
E dopo la rottura, il Governo si interroga. E’ un bel grattacapo, invero. A placare gli animi si impelaga il Ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Provando a riallacciare la trattativa tra imprese metalmeccaniche e sindacati di categoria, cercando di capire come arrivare finalmente – e se, a questo punto – ad un complesso accordo per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da ormai oltre sei mesi.
Al Ministro, infatti, non è rimasta altra scelta: ha convocato le parti per domani mattina. Sottolineando il suo augurio ad una ripresa del negoziato. Damiano si è definito interessato e disponibile all’eventuale istituzione di un un tavolo di contrattazione. Un aut-aut: il Ministro non aveva altra scelta, dopo l’odierna apparentemente insanabile rottura di Cgil, Cisl e Uil con Federmeccanica.

Alitalia-Air France, luci della ribalta

Alitalia-Air France, luci della ribalta
Il Tesoro, venerdì scorso, ha dato il via libera. Comunicazione fatta pervenire al presidente di Alitalia, Maurizio Prato. E nelle prossime ore dovrebbe finalmente arrivare la tanto controversa firma con Air France-Klm della lettera con la quale le due compagnie di volo avvieranno una trattativa in esclusiva.
Da quel momento, passeranno un paio di mesi per la definizione dei dettagli e per giungere al coronamento del passaggio del controllo di Alitalia dal Tesoro. Il quale possiede ad oggi il 49,9% delle azioni. Il gruzzolo della discordia dovrebbe a quel punto passare finalmente al gruppo franco-olandese.

Fiom vs Federmeccanica: è guerra sui salari

Fiom vs Federmeccanica: è guerra sui salari
Messaggio dalla segreteria della Fiom: la proposta di Federmeccanica è irricevibile. Non va. Non s’ha da fare. Non si trova l’accordo sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Questo è quanto. Riportato esplicitamente e direttamente, senza mezzi termini, dal segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini. Il quale ha aggiunto che la sua richiesta a Federmeccanica è stata quella di avere un altro documento, perché quello consegnato è irricevibile. Se non lo presentano per noi la trattativa è finita qui. Come dire, spazio alla speranza e all’armonia.
Non si apre lo spiraglio necessario.
Anche perchè le imprese non vogliono sentire ragioni: la disponibilità a riformulare le proposte non c’è. La posizione delle aziende è chiara: Siamo pronti a trattare, ma non presentiamo un’altra piattaformaLe proposte.

Sciopero!

Manifestazione
Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici? Montezemolo lo aveva un po’ liquidato, anche se con tanta bonarietà. Disposto a sedersi al tavolo delle trattative, diceva giorni fa in un’intervista a Il Sole 24Ore. E ora, loro sono in piazza. Sciopero di otto ore e cortei nelle principali città italiane: si manifesta a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, scaduto da più di sei mesi.
Cortei che vedranno l’assenza illustre dei segretari nazionali, impegnati dalle 14.30 di oggi in Confindustria per riprendere le trattative. Trattative che sindacati e industriali sperano di riuscire a chiudere per il 15 gennaio, per l’appuntamento della riunione della giunta di Federmeccanica. E i numeri dei cortei sono di tutto rispetto: Torino con 8.000 persone in piazza, Bologna 5.000, Milano 2.000, Palermo 1.300.
Le manifestazioni sono partite questa mattina e dovrebbero terminare nel giro di poche ore. Un blocco dell’autostrada è stato effettuato ad Arese, ad Ancona le tute blu della Fincantieri, e dei cantieri Isa e Crn bloccano il transito delle auto nella zona di piazza Rosselli e via Marconi, il che sta creando disagi per il traffico in entrata e uscita a Nord della città. Anche la tangenziale di Bologna è stata simbolicamente occupata, e ulteriori rallentamenti causati dai cortei si segnalano sulle tangenziali di Milano e a Mestre.

Governo vs Sindacati: Montezemolo e la parabola della zizzania

 

Montezemolo

Il Governo allontana per un attimo lo spauracchio sindacati, raggiungendo una tregua insperata. Fatto l’incontro di maggioranza, avuti i primi contatti con le forze sociali oltre che con i sindacati, noi apriremo i tavoli e contiamo nel giro di un paio di mesi di cominciare ad assumere le prime misure: queste le parole del Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani per introdurre il progetto del Governo in tema dei salari. E aggiunge: Il Governo ha una sua linea di politica economica dentro la quale ci sta una parte di iniziativa che va portata sui tavoli di concertazione. Questa parte di iniziativa riguarda i temi dell’innovazione, della produttività e anche del potere d’acquisto che oggi è sotto attacco per l’andamento delle materie prime. Ma non finisce qui: dentro ci sta anche la discussione sull’alleggerimento fiscale dei salari che il Governo è disponibile ad affrontare in un quadro nel quale ciascuno poi si prende i suoi impegni in termini di produttività.

Chi dà del filo da torcere al Governo è, invece, Confindustria. Luca Cordero di Montezemolo afferma l’utilità del tagliare altri cinque punti di cuneo fiscale, ma questa volta tre ai lavoratori e due alle imprese e non il contrario come con la passata Finanziaria. Il Presidente di Confindustria, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, ricorda che, nonostante l’intervento sul cuneo già effettuato, la differenza tra il costo per le aziende e il salario netto in busta paga rimane abissale: il rapporto è quasi di uno a due. Se vogliamo guardare ai salari, continua, credo che il sistema di detrazioni per la produzione del reddito da lavoro dipendente sia più corretto e visibile.

Se il Governo (di sinistra) ha paura dei Sindacati


Terzo Stato


E per il Governo sta per suonare la campana dei sindacati. Una campana che potrebbe essere molto stonata. Parte oggi a Palazzo Chigi il tanto atteso – in verità, anche temuto – confronto sui salari tra Governo e sindacati. Le parti, in verità, hanno già ampiamente chiarito le posizioni di partenza. Da parte istituzionale, l’invito all’apertura, al dialogo, alla comprensione, alla pazienza per ottenere i risultati. Questo il messaggio, ad esempio, del ministro del Lavoro, Cesare Damiano.


Meno conciliante e delicato il tono da parte sindacale: il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, fa sapere senza mezzi termini che, senza una risposta rapida, l’unica soluzione possibile sarà lo sciopero generale. La Confindustria, dal canto suo, chiede sgravi anche per le imprese. Damiano sottolinea il punto principale del confronto: il potere di acquisto e per questo si possono fare due cose: chiudere i contratti di lavoro e intervenire sulla pressione fiscale. Si deve andare verso una detassazione degli aumenti contrattuali.


E al ministro della Solidarieta’ sociale, Paolo Ferrero, che ha affermato la non necessità di inserire il tema della produttività in agenda, risponde: Mi sembrano veramente delle frasi senza senso. La storia del movimento operaio è segnata dalla ricerca nella contrattazione aziendale del legame fra retribuzione e produttività. Avanti popolo, più o meno.


Il leader della Cisl chiede meno tasse sui salari e una vera politica dei redditi , per contrastare l’azione di troppe lobby che fanno cartello organizzando prezzi e tariffe. Pino Sgobio, capogruppo alla Camera del Prc, invece, risponde a Confindustria: Gli industriali hanno già avuto. Quello dei salari dei lavoratori è l’aspetto su cui si misura l’efficacia sociale del governo. In Italia c’è una disuguaglianza inaccettabile, alla quale va posto assolutamente rimedio. Lo andiamo ripetendo da tempo: occorre un meccanismo di indicizzazione automatica dei salari e delle pensioni, una sorta di nuova scala mobile.

A Nightmare before Christmas – Parte II

Epifani

Credeva di poter passare delle festività mediamente serene. Dopotutto, aveva persino ottenuto la fiducia sulla Finanziaria. E’ andato anche a Kabul, e si è commosso. “Grazie soldati, siete l’orgoglio d’Italia”. Su Alitalia infuriano le polemiche da più parti. Ma ha detto 15 gennaio, e se 15 gennaio non sarà, plausibilmente sarà dopo. Chissà che il panettone non plachi un po’ gli animi. Ma il Professore sa ormai da tempo che i canditi non attaccano con Guglielmo. Perchè Epifani, oltre ad essersi pronunciato sull’affaire Alitalia, ha mandato il suo messaggio alla nazione. Un sindacalista che parla di salari e di fisco.