Italiana, sequestrata e stuprata per due giorni a Lisbona

Seviziata, rapita e stuprata per due giorni. E’ la tragica vicenda di un italiana in vacanza in Portogallo. La ragazza sarebbe stata tenuta rinchiusa all’interno di una stanza, di un albergo ad ore, per due giorni di seguito. Tutto inizia sabato scorso, quando la ragazza arrivata a Lisbona incontra un  42enne originario di Capo Verde, il quale le offre un passaggio verso l’albergo dove la ragazza doveva alloggiare.

L’uomo invece di portarla nel suo albergo, l’ha condotta in un albergo ad ore, dove le ha sequestrato i documenti e la stuprata e violentata. Lunedì scorso l’uomo l’ha liberata e la ragazza è riuscite a contattare la sorella in Italia, la quale grazie all’aiuto della polizia è riuscita a far partire la denuncia verso il portogallo. Grazie alla descrizione dell’uomo e della stanza dove alloggiava, la polizia spagnola è riuscita subito ad arrestarlo.

Roma, sequestro rame: furto in Telecom?

Foto: AP/LaPresse

Roma-sequestro rame. Tre tonnellate di rame sono state sequestrate vicino a un campo nomadi della Capitale. L’operazione è stata condotta dai Vigili Urbani del Gruppo Sicurezza Sociale e Urbana, che, mentre stavano effettuando controlli contro la prostituzione in via Palmiro Togliatti, si sono accorti di una nube di fumo che proveniva dal vicino campo nomadi. Arrivati sul posto i Vigili Urbani hanno trovato fra le fiamme cavi di rame in fase di lavorazione.

Lavorazione che avrebbe permesso di rivendere il metallo al mercato nero. La separazione del rame dalla guaina in plastica è altamente nociva, perché sprigiona nell’ambiente alcune sostanze tossiche, fra cui la diossina. Alcuni indizi lascerebbero pensare che il furto sia avvenuto ai danni della Telecom.

Avetrana (Ta): dov’è finita Sarah Scazzi?

Dodici minuti. Alle 14.30 del 26 agosto scorso, Sarah Scazzi, la quindicenne di Avetrana (Ta) scomparsa nel nulla da sei giorni, fa uno squillo dal suo cellulare alla cugina, per segnalarle di essere appena arrivata a casa: poi, si sarebbero dovute incontrare per dirigersi al mare. Un tranquillo pomeriggio di fine estate. Ma alle 14.42 il cellulare di Sarah è spento: all’appuntamento con la cugina non arriverà mai. E dell’adolescente di Avetrana si perdono le tracce. Di prassi, dopo lo scadere delle 48 ore, iniziano le ricerche da parte delle forze dell’ordine: oramai sembra essere del tutto sfumata l’ipotesi dell’allontanamento volontario e quella più attendibile è che la ragazza possa essere stata vittima di un sequestro.

IPOTESI RAPIMENTO – Probabilmente o costretta a salire con la forza a bordo di un’auto, o invitata da qualcuno che conosceva, la sua ultima “traccia” è – come detto – legata al telefonino, che risulta spento 12 minuti dopo essere uscita dalla sua abitazione. Da giorni investigatori, volontari e amici stanno cercando Sarah dappertutto, setacciando il territorio intorno ad Avetrana anche con le unità cinofile, esplorando casolari abbandonati, vecchie cave di tufo e canali. Da ieri però, le ricerche sono state estese anche a ridosso delle province di Brindisi e Lecce, confinanti con il territorio di Avetrana. I familiari di Sarah, che hanno sin da subito escluso l’ipotesi di una fuga amorosa, sono sempre più convinti che sia stata rapita. Intanto, nella giornata di ieri sono stati sentiti dagli inquirenti gli amici della ragazza, un gruppo di giovani da cui lei, più piccola anche di 10 anni, era considerata la “mascotte”.

Melchiorre Contena, il Tempo ti aiuterà

Non ti facevo cosi vanitoso, Tempo, tanto da essere protagonista su tutti i maggiori quotidiani di ieri per due storie tanto diverse tra loro. La prima, più leggera, è quella di un gatto che grazie al microchip è potuto tornare a casa, dopo ben tredici anni di pellegrinaggio per gli States. La seconda, di carattere totalemente opposto, è la vicenda di Melchiorre Contena. Condannato per sequestro e omicidio, Melchiorre Contena è stato riconosciuto non colpevole dopo aver passato trent’anni della sua vita in carcere per un reato non commesso. Se è vero che sei guaritore di tutti i mali, o Tempo, mi auguro che Melchiorre possa tornare a fare il pastore, dimenticandosi di tutto quello che ha dovuto sopportare; allo stesso modo mi auguro che nel frattempo qualcuno riconosca i propri errori. Scusami, non fai miracoli: tu guarisci solo i mali.

Hanno rapito Aldo Moro

16 marzo 1978. Sono passati 30 anni. Un eccidio e un sequestro. Che dopo 55 giorni arriverà a sua volta ad una fine terribile. La fine. I 55 giorni che cambiarono per sempre l’Italia. Che ormai era già cambiata. Via Fani, Zona residenziale di Roma, vicino a Via della Camilluccia. E’ presto, è mattino. I corpi degli agenti che facevano parte della scorta dell’Onorevole Moro. Carabinieri. 4 morti e un ferito. Morirà anche lui. E Aldo Moro scomparso, rapito.
Era il giorno della presentazione del nuovo governo, guidato da Giulio Andreotti. La vettura che trasportava Aldo Moro dall’abitazione alla Camera dei Deputati fu intercettata in via Fani da un commando delle Brigate Rosse.
In pochi secondi, sparando con armi automatiche, i terroristi uccisero i due carabinieri a bordo dell’auto di Moro (Domenico Ricci e Oreste Leonardi) e i tre poliziotti sull’auto di scorta (Raffaele Jozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizzi) e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana. Come siano riusciti a non uccidere solo lui è un mistero. Rimase ferito – e la ferita mai curata. Ma vivo, perchè vivo dovevano averlo.