La maggioranza si spacca sulla riforma della giustizia

La riforma della Giustizia italiana sta allentando i rapporti tra Alfano e Renzi ma soprattutto sta spaccando la maggioranza e ad un giorno dalla presentazione del testo definitivo al Consiglio dei Ministri, non si sa bene di cosa la riforma farà a meno.

Berlusconi: “PDL sia coeso, se i finiani aprono la crisi, si vota”. Il saluto con Fini – FOTO

Foto: AP/LaPresse

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parla alla direzione nazionale del Pdl, e rivolge un appello all’ unità del partito: “Siamo sotto attacco, restiamo uniti” dice. In precedenza, il premier aveva anche fatto riferimento al “caso Ruby”, bollando le polemiche che lo riguardano come “attacchi infondati e indegni” e “campagne mediatiche fondate sulla menzogna”, che però, aggiunge, “non mi fermeranno”. Quanto ai finiani, ad un mese dal voto di fiducia, dato anche da Futuro e Libertà, Berlusconi dice:” Da allora non è cambiato nulla, per questo chiedo che cessi il logoramento quotidiano del governo. Sono pronto ad un patto di legislatura ma se Fli non vuole andare avanti lo deve dire adesso.Noi siamo pronti al voto” e attacca la sinistra, che chiederebbe a Fli di staccare la spina al governo, ma, afferma, “se vuole archiviarmi non ci riuscirà con una congiura di palazzo. Gli italiani non lo permetterebbero.”

Quindi, il premier, dopo aver attaccato la stampa, la sinistra e “certe Procure” che muoverebbero attacchi contro di lui “basati su invidia e odio”, e ipotizzando persino che contro di lui vi siano manovre organizzate dalla malavita”, ribadisce il buon operato del suo governo, mostrando il libro che ne celebra i  “successi” e che vuol mandare “a tutti gli italiani”. Quanto all’ Università, ad esempio, il governo intende trovare le risorse per la riforma, ,mentre, tramite il federalismo, si potrà ridurre la pressione fiscale, e viene ribadito l’ impegno per la famiglia e nella lotta alla mafia.

Saviano, appello al Premier sulla giustizia

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Un altro appello. Questa volta di Roberto Saviano.

Ecco il testo:

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul “processo breve” e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il “processo breve” saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l’unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E’ una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO.