Berlusconi “corresponsabile della vicenda corruttiva”

berlusconi mondadori

Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è ritenuto, nelle motivazioni della sentenza per il Lodo Mondadori, come “corresponsabile della vicenda corruttiva”.

Il giudice Raimondo Mesiano precisa nelle motivazioni: “È da ritenere, “incidenter tantum” e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede“.

In sostanza, per i giudici, Silvio Berlusconi sapeva. La sentenza condanna la holding della famiglia Berlusconi al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti. non poteva non sapere, sapeva tutto, ha agito affinchè ciò accadesse. La Fininvest, ora, presenterà ricorso.

E domani la Corte Costituzionale si pronuncia sul Lodo Alfano.

Giudice anti-lesbiche,la Spagna cattolica si solleva

Donne sull’orlo di una crisi di nervi e giudici omofobi. Qui la notizia.

Fernando Ferrín Calamita è stato sospeso perché si è opposto a un’adozione di una coppia di donne: due anni, tre mesi e un giorno di esilio dall’ufficio, alla sezione Diritto di famiglia del tribunale di Murcia, e stipendio ridotto al minimo contrattuale, 1.700 euro al mese (un italiano farebbe i salti di gioia di fronte a simile cifra), fino a giugno 2010. Ha sette figli. Secondo il Tribunale, per un’autentica pulsione omofoba il giudice avrebbe rallentato la pratica di adozione di una bambina da parte di due lesbiche.

Solo che la coppia è regolarmente sposata – secondo le nuove leggi spagnole – e una delle due donne è la madre naturale di Candela. L’avvocato della coppia ha avuto gioco facile a fronte delle argomentazioni – basate sulle sole opinioni personali del magistrato – ad impugnare le carte, dare una svolta all’adozione e far giudicare il Giudice. Che ha già molti fan: www.juezcalamita.com ha raccolto in pochissimo tempo 16 mila euro per il ricorso: il giudice “anti-lesbiche” è diventato immediatamente l’eroe di tutta la Spagna cattolica.

Arriverà anche la Santa Sede in soccorso?

Berlusconi, ovvero: quando l’impunità non basta

Si può fare di più, si può dare di più. Ovvero: mica finisce qui. Cambiamo la Costituzione? Introduciamo impunità? Modifichiamo le leggi? Legiferiamo ad hoc? Certo, ma sono solo briciole. Silvio Berlusconi non si ferma.

Cosa ti manca, cosa non hai…

Ma se afferri un’idea, che ti apre una via…

Lo stuolo – temibilissimo stuolo – di avvocati costituenti la difesa del Primo Ministro italiano, al secolo Silvio Berlusconi, ha preparato una nuova mossa. Preparata e messa in atto. Ha, infatti, presentato un ricorso in Cassazione. Il ricorso si oppone al provvedimento col quale i giudici della quinta corte d’Appello di Milano hanno respinto la ricusazione nei confronti del giudice Nicoletta Gandus il 17 luglio scorso. La Nicoletta, infatti – lo si ricorda – è colei che deve giudicare il premier e l’avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari.

Lavorare stanca

Un’indicazione nuova, data dalla giurisprudenza. Che qualcosa stia cambiando? Una bella sentenza della Corte di Cassazione. Quando ci vuole ci vuole.
I lavoratori dei call center che prestano servizio nella struttura di una società hanno diritto ad un contratto di lavoro subordinato. I suddetti lavoratori, infatti – spiega la Cassazione – poichè utilizzano attrezzature e materiale aziendale, non possono essere considerati, dal datore di lavoro, lavoratori autonomi. Proprio no.
Questo il verdetto della Corte di Cassazione, dunque, con la sentenza 9812 della sezione lavoro.

Letizia e l’immigrazione, il rapporto difficile

Moratti
La sindachessa e le sue avventure. Per Milano Letizia si sta dando da fare, ma ci sono stati almeno un paio di strafalcioni che resteranno negli annali, probabilmente.
Il sindaco, Letizia, ha fortissimamente voluto, tra gli altri, un provvedimento che ha destato scalpore e ha sollevato una – giusta – polemica tsunami. Una circolare del Comune di Milano esclude dall’iscrizione alle scuole materne i figli di immigrati irregolari.
Oggi il giudice della Prima sezione civile di Milano, Claudio Marangoni, ha accolto il ricorso presentato da una cittadina marocchina contro la suddetta iniziativa comunale. L’avvocato della donna, Livio Neri, è soddisfatto: sarebbe stato, infatti, riconosciuto il carattere discriminatorio della circolare, nella parte contestata.