Candidati alle regionali: Sandro Biasotti – Gallery

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Oggi restiamo in Liguria, e andiamo alla scoperta dell’avversario politico di Claudio Burlando. Ovvero Sandro Biasotti. Se, come detto, il Pd, con l’appoggio qui dell’Unione di Centro, lotta con Burlando, Sandro Biasotti è la risposta del Popolo della Libertà. Biasotti è stato governatore dal 2000 al 2005. A lui è poi succeduto, dal 2005 alle elezioni del 2010, proprio Claudio Burlando. Tra i due, oggi, la lotta è più che mai aperta: la Liguria è una regione “da giocare” per entrambe le coalizioni.

Dopo il salto, una gallery del candidato del centrodestra nella corsa alla Regione Liguria. Qui, invece, il suo sito.

Candidati alle regionali: Claudio Burlando – Gallery

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Oggi è la volta della Liguria. Il centrosinistra candida il Presidente uscente, Claudio Burlando, appoggiato qui anche dall’Udc di Casini. Il centrodestra risponde con la candidatura di Sandro Biasotti, già governatore a sua volta per il centrodestra dal 2000 al 2005. Prima, quindi, del “ritorno” a Genova con l’elezione a presidente della Regione Liguria di Claudio Burlando.

E ora è partita la sfida per la riconferma, dice Burlando. Dopo il salto, una gallery del governatore uscente.

Regionali Lazio, Bersani: “Rinvio? Basta pasticci”

bersaniHanno sommato turbamenti a turbamenti, pasticci a pasticci. Vuole il centrodestra raffreddare la testa e riposarsi un attimo? È ora che i ministri smettano di avanzare ipotesi. C’è una scadenza elettorale ed operazioni di validazione in corso. Punto”. E’ secca e decisa l’opinione del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che a Montecitorio sottolinea la contrarietà del suo partito all’ipotesi paventata in questi giorni di un rinvio del voto alle Regionali del Lazio.

Fiat, tensione al Senato: scontro Scajola-Garraffa

senatoLei non si può permettere di dire che un ministro dice bugie! Lei è un maleducato e un bugiardo”. Tensione al Senato fra il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, e il senatore Pd, Costantino Garraffa. Il motivo dell’aria piuttosto agitata è la crisi dello stabilimento Fiat di Termini Imprese.

Garraffa accusa Scajola di dire bugie sul impianto siciliano del Lingotto e il ministro si difende “Siamo tutti impegnati, governo, parti sociali e imprese. Mi rendo conto che siamo in campagna elettorale per le regionali”. Il presidente di turno dell’Assemblea, Domenico Nania, richiama il senatore Garraffa e sospende la seduta.

10 domande sì, ma all’opposizione

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Ricordate le celeberrime 10 domande a Silvio Berlusconi? Quelle su cui i era incaponita a Repubblica, sì. Lanciato il trend, la cronaca si popola di altre dieci domande, poste (qualcuno dirà “finalmente”) all’opposizione. Domande che incarnano una questione di identità, nè più e nè meno.

L’idea viene in un convegno di italianisti, accademici e giornalisti britannici dal titolo “Berlusconi and beyond: prospects for Italy” (Berlusconi e oltre: prospettive per l’Italia). Magari un altro titolo avrebbe fatto ben sperare qualcuno, ma tant’è. La conferenza è stata organizzata da Geoff Andrews, italianista della Open University, con il patrocinio della Birmingham University. Dopo il salto, le dieci domande. Cui non vediamo l’ora giunga risposta da parte dei destinatari. Particolarmente interessanti, tra le altre, la 1, la 2, la 5. Ma insomma. Una risposta ad ognuno di questi quesiti forse (FORSE) darebbe un senso. Restiamo in attesa, naturalmente fiduciosa.

Bersani: “Berlusconi? Il suo cambiamento è finito nella palude”

bersaniLa grande promessa di cambiamento del ’94 di Berlusconi è finita nella palude dei suoi problemi. Ora serve una battaglia politica per interpretare le preoccupazioni del Paese. L’Italia si deve dare un colpo di reni”. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, traccia, nella riunione della Direzione, la strada che l’opposizione del suo partito deve seguire:

Bisogna indicare l’orizzonte al Paese, c’è l’esigenza di rompere il muro di gomma tra politica e cittadini che sta producendo sfiducia. Non può mancare la denuncia dei tradimenti e delle promesse mancate dal Governo a partire dal Mezzogiorno.

Vendola, plebiscito alle primarie in Puglia

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Valanga Vendola, dice RaiNews24. Nichi Vendola stravince, Francesco Boccia, martire di una battaglia che chissà se è stata mai sua, scompare. I sostenitori di Vendola sono entusiasti. Applausi, gioia. Perde Massimo D’Alema? Perde una parte dell’apparato del Pd? Che fine farà il Partito Democratico, ora?

Si tratta di una vittoria di un’idea della politica. A differenza del Pdl, dove le decisioni si prendono a palazzo Grazioli, per noi ha deciso una parte di popolo: un fatto di democrazia. La politica è questo: quando un popolo decide la propria direzione di marcia. Continuare a tenere vivo il laboratorio pugliese, una speranza per un sud che non assomiglia a Gomorra.

I numeri sono schiaccianti – 70% per Vendola, 30% per Boccia – e Nichi che apre a D’Alema e a Boccia parlando del loro coraggio nel cogliere questa sfida. Il numero di votanti è altrettanto significativo: quasi 200mila. Nel frattempo, c’è anche il candidato per il centrodestra: Rocco Palese.

Il mantra del Pd contro il processo breve

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Il Pd dice no in aula al processo breve. Lo fa con un vero e proprio mantra. Una nota uguale che tutti i parlamentari democratici hanno letto ieri al loro turno di parola. Eccolo:

La maggioranza si accinge ad un ulteriore, devastante passaggio del suo cinico progetto di disarticolazione della giustizia italiana. Al dispiegarsi di questo cinico progetto assiste un pubblico esterrefatto e sgomento di avvocati, di personale giudiziario, di magistrati, di professionisti della sicurezza e, soprattutto, di cittadini.

Mentre questa maggioranza – tristemente ridotta al rango di mera esecutrice di ordini – parla di dialogo, rifiuta con cocciuta e inquietante determinazione ogni ipotesi di miglioramento del testo in discussione, rendendo drammaticamente trasparenti le vere ragioni del suo procedere.

Vi è uno scenario che si intravede, alla fine di questo percorso. Questo scenario è, nè più nè meno, che lo scempio della giustizia italiana. Lasciatemelo ripetere: lo scempio della giustizia italiana. Di questo scempio vi assumete davanti al Paese tutta la responsabilità, politica e morale.

Un memento, insomma. Si va ora alle votazioni e verso l’approvazione in serata.

Ballarò, tra tasse, giustizia e il ritorno di Berlusconi

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In onda stasera, martedì 12 gennaio 2010, alle 21.10, Ballarò. Il programma di Giovanni Floris torna dopo la pausa natalizia. Si parlerà di: tasse da tagliare e redditi in calo, giustizia e immunità, sicurezza ed emigrazione: anno nuovo riforme vecchie, il ritorno di Berlusconi e la politica del 2010. Il programma verrà aperto, come di consueto, dalla copertina satirica di Maurizio Crozza. Chissà chi farà “alterare” stasera…

Ospiti della puntata di oggi: Piero Fassino del PD, il presidente dell’IdV Antonio Di Pietro, il vice-presidente della Camera Maurizio Lupi del PdL, il ministro della gioventù Giorgia Meloni, il direttore di Libero Maurizio Belpietro, l’editorialista di Repubblica Giovanni Valentini, il presidente della Ipsos Nando Pagnoncelli.

Berlusconi è al 62%

berlusconi_silvioBerlusconi non subisce flessioni. Dopo essersi ripreso dall’aggressione di Massimo Tartaglia, il premier si riprende il consenso degli italiani. Secondo i dati rilevati dall’Istituto Crespi e pubblicati dall’edizione web de Il Clandestino, infatti, Silvio Berlusconi è al 62% dei consensi personali. La coalizione del centrodestra sfonda il 50% grazie all’allargamento con La Destra di Francesco Storace (1,8%). Nell’ultimo mese il Pdl è cresciuto di un punto, recuperando mezzo punto alla Lega Nord. Ecco nel dettaglio le percentuali: Pdl 39%, Lega 9,5% e Mpa 1,5%.

Nel centrosinistra, invece, il Pd è intorno al 30%. Anche se lentamente il partito di Bersani recupa consensi a discapito dell’Idv di Antonio Di Pietro, in questi giorni al centro del dibattito politico. Il partito di Largo del Nazareno è vicino al 30%, la soglia psicologica con cui affrontare nel migliore dei modi le elezioni regionali. Il Pd di Veltroni arrivò al 33%, ma nella coalizione dell’ex sindaco di Roma fu decisiva l’alleanza con i Radicali.

Italia dei valori, Carra: “Pd si liberi di Di Pietro”

italia_dei_valoriItalia dei valori. Il partito di Antonio Di Pietro continua a essere uno dei più dibattuti della politica italiana. Con l’Idv bisogna “mettere le carte in tavola. La prima riforma che il Pd deve fare è liberarsi di Di Pietro”. E’ quanto afferma il parlamentare democratico Enzo Carra in un’intervista al “Quotidiano Nazionale”. Secondo Carra per “salvaguardare l’alleanza con Di Pietro, rischiamo di non acquisire quella con i centristi, finendo così in una posizione minoritaria che potrebbe durare a lungo”.

Gli fa eco il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone:

Il Pdl è determinato a dialogare con il Pd, ma c’è da temere che ogni giorno che il Pd trascorre in alleanza con Di Pietro sia un giorno perso per un confronto utile. Ormai è chiaro a tutti: per un verso la sfida interna Di Pietro-De Magistris e per altro verso l’approssimarsi delle elezioni regionali, porta l’Idv a una vera e propria escalation di insulti contro tutto e tutti, senza neppure risparmiare il Capo dello Stato. È difficile non fare i conti con una simile realtà.

2009, un anno in Politica Live – Secondo tempo

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Febbraio 2009 è il mese in cui una ragazza, un volto e due occhi che ci guardano attraverso una, tante, troppe foto di una vita passata e lontana, ha scosso le coscienze di questi italiani sopiti. Eluana Englaro e suo padre, Beppe Englaro. Qui trovate la sua – la loro – storia. Un padre che per alcuni è un assassino, mentre per altri è solo una persona coraggiosa. Un padre che ha affrontato il dramma di una figlia, e che ha voluto farlo non di nascosto – come probabilmente accade assai più spesso e ben al di là dell’immaginazione comune. Ma chiedendo alla legge, e ottenendone la possibilità.

Sul corpo di Eluana – e mai lo si sottolineerà abbastanza – si è giocata una partita nazionale che è andata ben al di là della storia privata e tragica della famiglia Englaro. La vita e la morte, il bio-testamento, dell’alimentazione artificiale. Della religione e della morale.

Ballarò: mafia, giustizia e scontro politico

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Sembra domenica, e invece è martedì. E poiché è proprio martedì, l’appuntamento di stasera è, come sempre, alle 21.10 con Ballarò. Al centro del dibattito mafia, giustizia e scontro politico.

Perché questi sono i tempi moderni italiani, tra rivelazioni di pentiti e accuse di mafia. E la giustizia, grande tema sul quale ci si scontra ormai da giorni: sia all’interno della compagine di maggioranza che nella poco vigorosa opposizione. La domanda è delicata: può un Paese in crisi essere governato in questo clima?

Gli ospiti di stasera di Giovanni Floris saranno: il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il leader di Alleanza per l’Italia Francesco Rutelli, il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla, il senatore del PD Ignazio Marino, l’economista Tito Boeri, il presidente di Rcs libri Paolo Mieli.

E chissà chi si turberà stasera per la copertina satirica di Maurizio Crozza, che come ogni settimana aprirà la puntata.