Libia, i ribelli si dirigono verso Tripoli. Gheddafi: “Sono sostenuti da Al Qaeda”.

La situazione in Libia, sconvolta dalla rivolta contro il regime del colonnello Gheddafi, si fa sempre più critica dal punto di vista umanitario: si parla, infatti, di un numero di vittime molto elevato, addirittura diecimila, mentre alcuni testimoni, oggi, avrebbero riferito di un bombardamento aereo contro la città Zawia, a circa-30-40 chilometri dalla capitale Tripoli, che sarebbe durato cinque ore e avrebbe causato 100 morti e 400 feriti. Il paese sarebbe praticamente diviso in due, con la parte orientale ormai controllata dai ribelli, che adesso punterebbo a spingersi verso Tripoli, che invece è ancora saldamente in mano ai sostenitori di Gheddafi. Il colonnello, infatti, sarebbe asseragliato nella capitale, nel bunker di Bab-al Aziya, e le truppe a lui fedeli avrebbero isolato la città con un cordone di mezzi e truppe in sua difesa. I suoi oppositori, invece, starebbero organizzando per venerdì una manifestazione di protesta a Tripoli. Secondo quanto ha riferito una fonte medica, addirittura, alcuni mercenari dei “comitati rivoluzionari” che sostengono Gheddafi avrebbero fatto irruzione negli ospedali della capitale, uccidendo i feriti che avevano manifestato contro il regime.
I fedelissimi del rais avrebbero anche attaccato i rivoltosi nella città di Misurata, provocando diverse vittime, mentre, secondo quanto hanno riferito alcuni libici fuggiti in Tunisia, i ribelli sarebbero riusciti a conquistare questa città, nella parte nord-ovest del paese, e la parte orientale, attorno a Bengasi.

Un talebano: “Bin Laden era in Afghanistan nel 2009”

osamabinladenOsama bin Laden era in Afghanistan all’inizio dell’anno, probabilmente a Ghazni, nel sudest del Paese. Almeno secondo la testimonianza di un talebano imprigionato in Pakistan: “All’inizio di quest’anno un mio contatto, che aveva visto Bin Laden 15 o 20 giorni prima sul confine afghano, mi ha offerto un incontro con lui”.

Al Qaeda: La “morte” di Bin Laden

E noi che ci lamentiamo perché in Italia non abbiamo un’opposizione. In effetti bisogna ammetterlo: se i nostri politici di sinistra anziché continuare a bersagliare la persona riuscissero a portare avanti una politica coerente basata sui concetti piuttosto che sul “dagli all’untore”, forse i loro sforzi verrebbero maggiormente premiati. Certo il potere televisivo è un passo fondamentale, prova ne è l’evoluzione che sta prendendo Al Qaeda da qualche settimana con la figura del suo numero due: Ayman Al Zawahiri.

Afghanistan: Ritorno al futuro

Sono passati già 7 anni da quel famoso 11 settembre, una giornata in cui tutti i nostri occhi erano incollati allo schermo pronti a carpire qualsiasi minima notizia su uno degli attentati terroristici di più grandi intensità (se non il più grande) che la storia abbia mai visto. Da quella soleggiata, almeno a Milano, giornata di settembre sono successe molte cose.

Innanzitutto la crociata indetta da George Bush contro Osama Bin Laden, lo sceicco del terrore. I leader dei talebani, secondo i servizi segreti americani, era nascosto sui monti dell’Afghanistan. Da quella notizia inizio la guerra che portò alla liberazione dal potere talebano nel paese, stabilendo quindi la democrazia.

Una democrazia che in Afghanistan ha permesso alle donne di circolare liberamente anche senza il burka, ha permesso la riapertura delle sale cinematografiche e riconcesso una minima libertà di stampa che precedentemente erano state sopite.

Bush in Medio Oriente. Azzam: accoglietelo con le bombe

Bush Bomb

Georg W. Bush, la settimana prossima, ha in programma una capatina in Medio Oriente. Comitato d’accoglienza? Azzam l’americano, il portavoce di Al Qaeda, ha la sua idea. E la condivide: Rivolgo questo appello urgente in particolare ai fratelli mujaheddin in Palestina e, più in generale, a quelli nella penisola araba, affinché siano pronti ad accogliere il crociato, il boia Bush, durante la sua visita di gennaio nella Palestina musulmana e nella penisola occupata, non con fiori ed applausi ma con bombe ed automobili esplosive. Parole di stima e di affetto in un messaggio audio video di 50 minuti diffuso via Internet. Dal titolo: Un invito alla riflessione e al pentimento.

Il programma di Bush prevede Israele, Palestina e altri stati del Golfo Persico. In vista del viaggio, la tensione politica internazionale è alle stelle, e la situazione è estremamente delicata. Il rischio attentati viene, infatti, soprattutto da gruppi radicali e cellule spontanee che pedissequamente seguono e applicano le istruzioni diffuse via Web. Ecco il perchè dell’esternazione di Azzam.