Fausto Bertinotti contro Nanni Moretti, “Non feci cadere io Prodi”

Tutto inizia con un intervista a Nanni Moretti con la firma di un giornalista di La Repubblica. In quell’occasione il regista, addita l’ex senatore Fausto Bertinotti come il politico che fece cadere il primo governo Prodi e che quindi “costrinse il paese a perde 10 anni”. A questa affermazione di Moretti, però, Fausto Bertinotti vuole rispondere e sempre tramite Repubblica da la sua versione dei fatti. Nanni Moretti, nella sua intervista dichiara che il governo dell’Ulivo era “un governo che era popolare nel Paese e che invece fu costretto a dimettersi perché da sinistra gli tolsero i voti”.

Secondo quanto dichiara il regista, Bertinotti si mosse perché “in nome dei lavoratori che diceva di rappresentare tolse la fiducia a Prodi e, secondo me, di fatto fece perdere 10 anni a questo Paese”. Secondo Bertinotti però, la ricostruzione del regista è totalmente sbagliati, “Qualche generoso cronista dovrebbe informare il molto saccente Nanni Moretti che la rottura tra Rifondazione comunista e il governo Prodi è del 1998”. Bertinotti, infatti, ricorda che dopo la rottura tra Prc e il Governo Prodi, ci sono stati altri governi prima di quello di Berlusconi, pertanto la colpa non può essere data a lui.

Caimano, a Parla con me salta la trasmissione della scena finale

Caimano-Parla con me. La sequenza finale del film diretto da Nanni Moretti nel 2006 non verrà trasmesso durante il programma condotto da Serena Dandini. Il vicedirettore generale, Antonio Marano, aveva chiesto di ridurre la scena da sette a tre minuti per non rischiare di svalutare la pellicola in una futura messa in onda su qualsiasi rete Rai.

Richiesta che sia gli autori di “Parla con me” e sia il regista, che aveva dato il suo assenso per la trasmissione dell’ultima parte, hanno rispedito al mittente. La scena finale ritrae il “Caimano” mentre viene condannato a sette anni, che esce dal tribunale aizzando la folla presente: “Con la mia condanna la democrazia si è trasformata in un regime. Gli uomini liberi hanno il diritto di reagire in ogni modo”.

Poi sale nella propria automobile, si allontana e sullo sfondo buio si vede il fuoco provocato dalle molotov lanciate dalla folla, che protesta contro la sentenza emessa dai giudici.

Pd, 2 milioni di votanti alle 17.30

primarie pd

Probabilmente non ci avrebbero scommesso un euro neppure loro. Ma le primarie del Pd stanno andando meglio di quanto prevedessero probabilmente i piddini stessi.

Alle 11.30 di oggi i cittadini che avevano votato alle primarie del Pd erano 876.570. Il dato è fornito dal partito. L’affluenza sarebbe maggiore del 20% rispetto alle precedenti consultazioni per la leadership dei Democratici, nel 2007. Sempre secondo i dati ufficiali, alle 17.30 hanno votato 2 milioni di persone.

E ci sono code nei seggi: le regioni dove l’affluenza è stata più elevata sono l’Emilia Romagna e la Lombardia. C’è probabilmente quello che la stampa chiama già “effetto Marrazzo”, che ha avuto effetti nei 650 seggi aperti di Roma e nel Lazio. L’affluenza, qui, ha un’affluenza contraria al trend nazionale: meno del 30% rispetto al 2007.

E Nanni Moretti:

Alle primarie voto Franceschini, non dico altro

Franceschini replica:

Grazie Nanni! Prometto, dirò qualcosa di sinistra…

Fini spegne la fiamma di An e dice qualcosa di sinistra

An non esiste più. Gianfranco Fini l’ha salutata oggi, tra reazioni decisamente contrastanti. L’hanno applaudito, certo. Ma solo, ed esclusivamente quando approccia temi di destra. Ignazio La Russa a un certo punto arriva addirittura a fomentare il pubblico per farlo smuovere, come accade negli studi televisivi. Certo, c’è emozione. Certo, c’è affetto. Certo, non c’è Almirante.

Il discorso non ha infuocato. Ha lasciato probabilmente perplessi. Così lo raccontano. Non che ci si sia stupiti della fusione nel Pdl. La faccenda è metabolizzata, più o meno. C’è chi ricorda che sono 15 anni che si fanno “battaglie in comune“.

Solo che poi Gianfranco Fini (colui che, per gli ambieneti parlamentari, potrebbe essere ottimo segretario del Partito Democatico) si è messo a dire qualcosa di sinistra.

PD, Franceschini o primarie? That is the question

Il Pd e la resa dei conti. Bocciate le primarie, si vota il segretario. Dieci interventi (per mee, posson bastareeeee…) dal palco: 5 a favore del reggente che non sarà reggente ma segretario a tutti gli effetti, l’ormai ex vice Dario Franceschini, e 5 per le primarie.

Anna Finocchiaro ha poi fatto votare la mozione che chiede di votare oggi stesso il segretario. Segretario che sarà alla guida del Partito Democratico fino al prossimo congresso. Il tutto, senza passare dalle primarie. Una mozione che ha vinto. Anzi: stravinto

Concorso per Roma: vinci un Bordon e un blog

Bordon
….con ogni probabilità domenica 13 e lunedì 14 aprile. Si aprono le grandi manovre di palazzo, si definiscono accordi e alleanze per il prima e il dopo le elezioni. I boatos si sprecano. Attendiamo con serenità le decisioni del Capo dello Stato, ne parleremo nei prossimi giorni. Si voterà anche nella capitale, le dimissioni di Veltroni si attendono per l’inizio della prossima settimana. Da tempo, come forse è noto, avevo in progetto di candidarmi a Sindaco di Roma: pensavo ad un lungo percorso – dopo essermi dimesso da senatore – di ascolto e costruzione di una squadra e di un programma che durasse una quindicina di mesi (poco meno di un mese per Municipio), convinto che si sarebbe andati a votare con ogni probabilità nel 2009. Pensavo di costruire un metodo nuovo, rivolto a 360° a tutti i cittadini di Roma, fuori dai soliti schemi e dai soliti noti, convinto che anche a Roma ci fosse bisogno di dare parecchi segnali di novità. Oggi che tutto è precipitato, mi chiedo, è ancora valida questa idea? Entro venerdì devo prendere una decisione, che ne dite?
Così si candidò, o pensò di candidarsi alla poltrona della Capitale, il senatore di Unione Democratica Willer Bordon.