Berlusconi: Tutti in piazza! Anzi, no

Berlusconi
La Repubblica non ha lasciato correre. Si sono sentiti chiamare in causa, e quindi probabilmente divertiti a mettere a confronto le parole vecchie e nuove del Cavaliere.
La gravità della vicenda è scoppiata quando i sinistroidissimi giornalisti del Tg3 hanno deciso di levarsi una certa soddisfazione quando, nell’edizione delle 12, hanno lasciato scorgere, in maniera affatto velata, un parallelismo tra le parole di domenica del Cavaliere , e cioè: Se non otteniamo il voto credo che milioni di persone andranno a Roma per chiederlo e la marcia su Roma.
Ora, per carità. Troppa malizia. Però il parallelismo in oggetto un minimo di gusto dato dalla coerenza logica lo dà. Non è, naturalmente, dello stesso avviso il capogruppo azzurro in Vigilanza Rai Giorgio Lainati: Il Tg3, attraverso la sua giornalista da Montecitorio, ha commesso una grave scorrettezza. Ha parlato apertamente della volontà di Berlusconi ‘di far marciare milioni di persone su Roma’. Dopo 14 anni la sinistra militante della Rai e di tutti i giornali d’Italia si scatena nell’operazione di mistificazione e di stravolgimento della verità. Scendono tutti in campo a difesa di una sinistra che aveva promesso mari e monti e che ha lasciato solo ceneri e macerie.

I dolori del giovane Veltroni, tra legge elettorale, Grandi Coalizioni e presidenzialismo francese (che poi così presidenziale non è)

Walter Veltroni

Walter Veltroni, leader del Partito Democratico, finalmente ha parlato. In un’intervista a La Repubblica, spiega le sue ragioni. Siamo a un passo da un traguardo che può essere storico per il Paese, si tratta solo di superare le divisioni, e di fare l’ultimo miglio. Il 2008 sarà l’anno delle riforme, ha già avuto modo di tuonare con ottimismo. Anche se “tuonare” è un parolone per l’immagine del soggetto politico in questione. La verifica di maggioranza è vicina, e nonostante le polemiche letteralmente esplose da alcuni giorni sulla legge elettorale – su input del suo vice, Dario Franceschini – l’ancora Sindaco di Roma è certo di farcela.

Le condizioni di Veltroni. Approccio positivo, ma Walter pone dei limiti: no a un accordo a tutti i costi, sì invece a un sistema misto per salvare il bipolarismo. Sul sistema elettorale, e sulla direzione del Pd sulla questione, risponde così – anche alle frange interne simpatizzanti del modello tedesco: Hanno in mente la Grande Coalizione: ma questo non è e non sarà mai il progetto del Pd. Amen. D’Alema stoppa decisamente il modello francese, Veltroni quello tedesco. Sarà: quello italiano – se di modello si può parlare – resta un dramma.

E sulla rocambolesca proposta di emulare la Grandeur, vera o presunta, dei francesi fatta da Franceschini, arriva la stroncata impietosa del Corriere della Sera . Nientepopodimenoche Giovanni Sartori così scrive: Il nostro stupidume politico quest’anno ha celebrato ed esibito il suo meglio attorno a Capodanno. Perché la proposta elettorale di Dario Franceschini, il numero due di Veltroni, supera ogni precedente primato per: 1)incomprensibilità, 2)confusioni a catena. Primo: incomprensibilità. Vale a dire, non si capisce quale sia l’intento. La proposta Franceschini a chi giova? A chi o cosa serve?