Legge 112 del 3 maggio 2004, ovvero la legge Gasparri

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Si può discutere – ed infatti ne se discute – dell’effettivo vantaggio arrecato dall’essere proprietario di TV, quotidiani, periodici e quant’altro. Si può discutere altrettanto – ed anche qui il dibattito è sempre aperto – dell’effettiva volontà di intervenire sulle scelte del proprio pubblico, per fini diversi da quelli commerciali e connessi all’attività di editore. Si può discutere infine dell’opportunità che sempre più voci siano rappresentate attraverso i media che informano le persone di quanto accade. Si può discutere, in una parola, del pluralismo. In Italia lo si fa da anni, per televisione. Gli italiani lo fanno in TV, insomma.
Non esiste focolare italico che non veda, seduto a capotavola, il televisore. Attraverso il tubo catodico si è fatta l’Italia e si è fatto l’italiano, grazie allo yankie Bongiorno ed al suo Lascia o Raddoppia. L’invasione delle TV private poi ha finito con lo sconvolgere il panorama che i telespettatori si erano trovati davanti fino a quel momento, abituati com’erano a carosello, sceneggiato e buonanotte. L’ingresso della TV cosiddetta commerciale ha aperto nuovi orizzonti all’intrattenimento, imponendo col tempo il suo predominio indiscusso rispetto agli altri media tradizionali. I giornali sono out, internet è ancora off limits, la TV è ok.
E’ divenuto così centrale nel nostro paese il problema di regolamentare, in qualche modo, il mercato dei media. Esattamente dalla discesa in campo in politica del cavalier Silvio Berlusconi, all’epoca sottotitolato tycoon dell’editoria; in parole povere un asso pigliatutto del settore.

Primarie USA: L’arma segreta di Obama

Siamo giunti ormai nel 2008. L’evoluzione tecnologica e tutto quello che ne comporta hanno condotto la società ad un’evoluzione che nella mente di molti, difficilmente si sarebbe potuta realizzare. Quanti, anche solo 20 anni fa, avrebbero pensato che il volantinaggio si sarebbe evoluto a tal punto da arrivare fino alla nostra posta elettronica?

La tecnologia e l’innovamento che essa ha portato, ma soprattutto la presenza, quasi assillante dei media nella vita di tutti i giorni, hanno reso la multimedialità il concetto di base della nostra società civile, e probabilmente futura.

Così nel paese più economicamente forte di tutto il nostro pianeta, ovviamente gli Stati Uniti, non potevamo aspettarci altro se non una primaria assolutamente dipendente ai media. Nel bene e nel male avrebbero fatto la differenza.

La favola americana del giornalismo no profit

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Il mercato dell’editoria cartacea, ed in particolare quello dei quotidiani, sta vivendo un lento ma inesorabile declino. Il discorso vale indistintamente per qualsiasi paese del mondo, da ormai un decennio a questa parte. I vistosi cali di vendite spingono oramai sistematicamente gli editori a tagliare intere redazioni, pur di mantenere inalterati i margini di profitto. In questo contesto, il colpo di grazia è dato dalla crescita esponenziale dell’uso della rete per fare informazione.
E’ di pochi mesi fa la decisione del NY Times – mica pizza e fichi – di rendere completamente gratuita la consultazione del quotidiano cartaceo anche sul web. Insomma, il giornale gratis. Applausi.
Il motivo della scelta è facile facile.