Giornata del ricordo, la tragedia delle foibe

Foibe. Oggi, 10 febbraio 2009, si celebra la Giornata del Ricordo.

La commemorazione è dedicata alla memoria delle vittime delle foibe. Una celebrazione “poco celebre”, se vogliamo. Nel periodo che va dall’ottobre 1943 al maggio 1945, più di 5mila italiani (stima presunta, ma si dice che il numero delle vittima sia stato in realtà molto superiore) vennero uccisi dai partigiani comunisti di Tito.

Tibet in rivolta. Pechino usa la forza e intima la resa. La questione dei punti di vista

tibet

Il Tibet è esploso. Il governo in esilio parla di cento cadaveri, mentre la Cina ammette ora che negli scontri di Lhasa ci sono stati dei morti. Ammette, ma fino a un certo punto. Una decina. Questo quanto riportato dall’agenzia ufficiale Nuova Cina. Che, tra l’altro, la responsabilità della tragedia e delle vittime la dà ai manifestanti tibetani.

Le vittime sono tutte civili innocenti, bruciati a morte

Riporta l’agenzia. Che aggiunge un centinaio di negozi saccheggiati.

Una questione di punti di vista. Il bilancio delle vittime, a detta del governo tibetano in esilio a Dharamsala, nel nord dell’India, sarebbe un tantino differente. Cento morti, soprattutto manifestanti. Lo comunica e chiede l’apertura di un’inchiesta da parte dell’Onu. Quindi l’immediato invio di rappresentanti a Lhasa. Per mettere, finalmente, fine, alle violenze cinesi che rappresentano violazioni continue dei diritti umani. Ma Pechino val bene una messa.

Il Pakistan piange Benazir

 Bhutto

Il Paese piange, il Paese lotta. Per i funerali di Benazir Bhutto, si parla di centinaia di migliaia di persone. E le violenze e gli scontri vanno avanti. Un’autobomba è esplosa nella valle di Swat, nel corso di un comizio dei sostenitori del presidente Musharraf. Vittima, un candidato del partito al potere e due suoi sostenitori.

Dal Rawalpindi all’Iowa, e ritorno

White House

L’assassinio di Benazhir Bhutto potrebbe avere conseguenze ed effetti profondi sulle sorti del futuro prossimo della politica statunitense. Sia dal lato della politica estera dell’ancora attuale Mr. President, sia dal lato dei pretendenti in corsa per prenderne il posto. Mr Bush, dal canto suo, ha naturalmente condannato duramente l’uccisione della leader pakistana, definendo l’attentato “un vile atto perpretrato da degli assassini estremisti che stanno minando il cammino della democrazia in Pakistan“.