Aborto, Obama “rompe” con Bush

Aborto: tema scottante. Barack Obama è cauto, ma l’aborto è uno dei cavalli di battaglia del Partito democratico, e il nbeo-presidente non può tirarsi indietro. Oggi, infatti, è l’anniversario della sentenza della Corte suprema Roe vs Wade che, ormai 36 anni fa, legalizzò l’interruzione della gravidanza.

Cosa farà Obama? Barack abolirà il Mexico City Policy Act: si tratta della norma che vieta di finanziare le Organizzazioni non governative impegnate nella pianificazione personale, che prevedano l’aborto tra le misure per il controllo delle nascite. Una norma dal destino altalenante: varata da Ronald Reagan negli anni Ottanta, abolita da Bill Clinton il 22 gennaio del 1993, nuovamente introdotta da George W. Bush il 22 gennaio di otto anni dopo. Obama la abolirà ancora una volta.Nonostante i tentativi di convincimento da parte degli attivisti e, naturalmente, della Conferenza episcopale americana, che gli ha inviato, proprio ieri, una lettera in cui ricorda che il Mexico City Policy act è

uno dei nodi attraverso i quali si qualificheranno i rapporti fra l’amministrazione e le confessioni cristiane del Paese

“Minaccia” che, però, risulterà inutile.

Barack Obama. Il discorso del Presidente

[Photo| Flickr] Ecco il testo integrale del discorso di insediamento di Obama, Washington, 20 gennaio 2009. Votatelo a piè di pagina (è lunghetto, sì!)

Concittadini. Sono qui oggi, umile davanti al compito che ci aspetta, grato per la fiducia che mi avete dato, consapevole dei sacrifici dei nostri padri. Ringrazio il presidente Bush per i servizi resi alla nazione, come pure per la generosità e la collaborazione dimostrate durante questa transizione.

Quarantaquattro americani hanno sinora prestato il giuramento presidenziale. Sono state parole pronunciate sull’onda crescente della prosperità e nelle acque tranquille della pace. Eppure, di tanto in tanto, il giuramento è stato pronunciato tra l’addensarsi delle nubi e l’infuriare della tempesta. In quei momenti, l’America ha proseguito il suo cammino non solo grazie all’abilità e alla visione di coloro che occupano i più alti incarichi, ma anche perché noi, il popolo, siamo rimasti fedeli agli ideali dei nostri padri, nel rispetto della nostra costituzione.

Inaugurazione Obama. 150 milioni alla faccia della crisi

[Photo| Flickr] Alla faccia della crisi e della recessione. L’inaugurazione di Barack Obama sarà la più costosa di sempre: con la modica cifra di 150 milioni, il costo della faccenda sarà pari a quasi quattro volte quello che è stato speso per l’incoronazione di George W. Bush del 2005 (e cioè 42 milioni di dollari).

Di più: per Obama verrà speso cinque volte l’importo che sio era sborsato per Bill Clinton del 1993, e cioè 33 milioni. Quattro giornate storiche, per carità. Quattro giorni di balletti, trenini, cotillon, concerti, dediche, ospiti, feste e festini. Un tonfo, però, in termini di immagine: il team della transizione aveva fissato un obiettivo di raccolta di 45 milioni, e ne sono arrivati 41.

Sborsare soldi per chiudere otto anni di era di Bush è un nobile atto

Si scrive oggi. A celebrare il primo presidente USA afroamericano della storia ci saranno Beyoncè, gli U2, Bruce Springsteen. Ma da dove sono venuti tutti i restanti soldi?

Guantanamo, Governo USA ammette l’utilizzo della tortura

Guantanamo? E’ una una prigione ben gestita, e chiuderla è proprio una cattiva decisione per Barack Obama.
A parlare è il vicepresidente uscente degli Stati Uniti, Dick Cheney, che, con l’ormai uscito di scena George W. Bush, ha sempre negato l’utilizzo di pratiche di tortura a Guantanamo. Per lui il problema è un altro: il carcere è diventato un simbolo per la sinistra in questo Paese e forse per alcuni nostri critici all’estero: hanno fatto una campagna così dura contro Guantanamo che ora non hanno altra scelta che chiuderlo.
Ma… Ooops I did it again.
Abbiamo torturato Qahtani
Ad ammetterlo in un’intervista al Washington Post è Susan Crawford, l’alta funzionaria del Pentagono incaricata di rivedere le pratiche di detenzione di Guantanamo. Qahtani è stato torturato, e su indicazione del ministro della Difesa, Robert Gates.
avevamo tutte le autorizzazioni per farlo: le conseguenze sulla salute del prigioniero sono state pero’ la goccia che ha fatto traboccare i vaso
Già, perchè il detenuto è stato ricoverato due volte, secondo il Washington Post, con sintomi di bradicardia (tachicardia estrema che può portare anche alla morte). E la tortura psicologica? Isolamento prolungato, privazione del sonno, esposizione al freddo, nudità, insulti alla madre e alle sorelle.

Guantanamo? Presto chiusa. Il dietrofront di Obama

Guantanamo? Chiusa. Anzi no. Anzi sì. Barak Obama intende ordinare la chiusura del carcere di Guantanamo nel primo giorno del suo mandato, con un ordine esecutivo che sospende il sistema di commissione militari istituito dall’amministrazione Bush per processare i detenuti.. A riportarlo è prima l’Associated Press, poi rilanciata dal New York Times, che cita fonti vicine ad alcuni collaboratori del presidente-eletto statunitense.
Ieri, il presidente eletto aveva invece rallentato sulla chiusura della prigione. Il NYT chiarisce che, però, ci potrebbero comunque volere diversi mesi per chiudere la struttura: sarà, infatti, necessario trasferire alcuni dei restanti 248 detenuti in altri Paesi e poi decidere come processare il resto dei sospetti terroristi.
Comunque Obama è un genio: annuncia di chiudere Guantanamo, così i fessi ci cascano e sono contenti, però non lo chiude
Un atteggiamento che ha più lo stile di un Silvio, caro Christian…

Scarpe su Bush: dall’Iraq con amore



Da un lato fa ridere. Dall’altro, la prima domanda che mi è venuta in mente – e della cui eventuale risposta non si trova traccia, almeno sui giornali on line italiani – è stata: che faranno al franco tiratore di scarpe?


A George W. Bush (che io amo italianizzare, chiamandolo Giorgio Passeggiatore Cespuglio) è venuta una geniale idea. Invece di uscire di scena discretamente, ha voluto fare una bella visita a sorpresa in Iraq.


Già che c’era, ha svelato un paio di segretucci del mestiere, sottolineando che la guerra non è mica finita.


è il bacio dell’addio, sei un cane

(cane, nella cultura islamica, è uno tra i più pesanti insulti, perché l’animale in questione è considerato impuro. E anche le scarpe non vogliono certo comunicare stima). Gli ha urlato a un certo punto un giornalista iracheno, Muntazer al-Zaidi, della rete tv sunnita e antiamericana al-Bagdadia che trasmette dal Cairo, in Egitto. Letteralmente inferocito. E lanciandogli le scarpe.


Accusava – pensate – l’ormai ex Presidente USA di essere responsabile della morte di migliaia di iracheni.


World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 19 giugno 2008

Giornatina niente male, quella di ieri.

La lettura del giornale la mattina presto/ E’ una sorta di realistica preghiera mattutina/ Uno orienta il proprio comportamento/ Nei confronti del mondo o secondo Dio/ Oppure secondo ciò che è il mondo / Entrambe danno la stessa sicurezza/ Quella di sapere come ci si possa stare

Dunque orientiamoci stamane. ITALIA. Partendo da Il Corriere della Sera:

Dal governo sì alla manovra Piano triennale da 34 mld

Attenzione dunque alla politica e all’economia interna, senza dimenticare l’approvazione di ieri della norma blocca-processi e la grande attenzione, come tradizione, agli esami di maturità che oggi vedono protagonista la seconda prova.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 18 giugno 2008

Ore 01:11. Preparate le valigie gente, si va a Vienna. Tra l’altro la “fortuna” vuole che se l’Italia dovesse arrivare in finale non ci dovremmo nemmeno spostare. Ma questa è un altra storia. Poca è la politica in prima pagina specie perchè i tre principali stati di cui trattiamo la rassagna stampa, vedasi Italia, Francia e Spagna, sono protagonisti attivi e passivi delle sfide calcistiche di questa sera. Eppure un po’ di politica qua e là compare…

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 17 giugno 2008

Ore 01:12. Il grande giorno è finalmente giunto. Per un paio di ore, come due anni fa, l’Italia intera di destra e sinistra sarà unita in un unico scopo, tifare gli azzurri. Una squadra e uno spirito quello della Nazionale che ci fa riscoprire la bellezza di essere italiani. Tutto questo mentre il nostro premier rincorre, e chissà per quale motivo, i pm di sinistra e mentre le conseguenze dell’incontro Bush – Brown inizio a farsi sentire.

Brown e Bush si cercano sull’Iraq

Sia Washington che Londra hanno cercato di depistare la cosa, asserendo che non esista un accordo predeterminato tra i due paesi su una possibile strategia futura. Il fatto però che questa cosa sia uscita, di per sé, già fa pensare il contrario.

Tutto questo mentre un’affermazione sibillina di George W.Bush fa pensare e riflettere sulle morti sul campo di battaglia. Per molti maggiormente onorevoli di altre, perchè dovuto all’orgoglio nazionale.

La situazione irachena e la giustificazione delle morti amiche si ritrovano in una frase di Bush:

“Provo dolore personale per le vittime in Iraq sia che si tratti di alleati o civili innocenti. Bisogna sottolineare che la popolazione irachena ha sofferto in un contesto più ampio. Le truppe americane non hanno “intenzionalmente ucciso persone innocenti”, ma soprattutto che un gran numero è stato ucciso da Saddam Hussein.”

Secondo voi: E’ possibile giustificare in questo modo una guerra?

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Calcestruzzi per tutti

La TAV nel tratto di Anagni. L’ospedale di Caltanissetta. Cos’hanno in comune? Ecco un’agenzia del 13 giugno 2008:

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 13 giu – La Direzione distrettuale antimafia di Caltanisetta ha notificato un avviso di garanzia all’ad di Italcementi, Carlo Pesenti nell’ambito dell’inchiesta su Calcestruzzi, sequestrata nei mesi scorsi perche’ accusata di mafia e di avere fornito calcestruzzo di qualita’ inferiore a quello previsto nei capitolati di appalto. Stupore e sconcerto dei legali di Italcementi

Quattro righe che hanno dietro tutto un mondo. Un mondo che in pochi si sono preoccupati di spiegare diffusamente nel mondo mediatico italico. Voci che parlano, appunto, anche nella TAV nel tratto di Anagni. Voci che dicono che, disseminate per l’Italia, ci sono infrastrutture fatte con un’alta percentuale di cemento inferiore alla norma. Quindi a rischio crollo, oppure cmunque dalla durata inferiore alle aspettative.

Bush e il Papa, le ragioni di un incontro

C’è una storia che non è stata raccontata. Tra le molte, troppe, dei giorni nostri.
Una storia analizzata solo in pochi contesti. Un’analisi non alla portata di tutti, a beneficio dei molti, ma solo di chi quell’analisi la andrà a cercare. Il racconto dei retroscena dell’incontro tra George W. Bush e Papa Benedetto XVI.
Un incontro cordiale, così è stato definito. Un incontro che, naturalmente, ha i suoi motivi politici ben precisi.

Il mondo ha scelto: Vogliamo Obama!

Il titolo è chiaro ed è il risultato di un sondaggio che è stato svolto, a cavallo tra marzo e aprile, in 24 nazioni di tutti i continenti. Le domande vertevano sui sentimenti che, il candidato, provava nei confronti degli Stati Uniti.

E’cosa nota a molti infatti che negli ultimi 10 anni, con la salita al governo di George W. Bush, il sentimento di anti-americanismo si sia espanso su tutto il pianeta.

Il sondaggio non ha fatto che confermare questo sentimento con però un biriciolo di speranza nel cuore dei vari candidati, i quali nutrono serie speranze che con l’avvento di Barack Obama vi possa essere quel cambiamento importante soprattutto nella politica estera.

Il mondo ha quindi deciso: Vogliamo Obama! E voi invece cosa decidereste: Barack Obama o John McCain?