Boffo si dimette

Avvenire Boffo dimissioni

Dimissioni. Si è dimesso il direttore Boffo. “Scelta serena e lucida”, titola l’Avvenire. Ecco il testo della lettera di dimissioni che Dino Boffo manda al cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Eminenza carissima, sono arrivato alla serena e lucida determinazione di dimettermi irrevocabilmente dalla direzione di «Avvenire», «Tv2000» e «Radio Inblu», con effetto immediato. Non posso accettare che sul mio nome si sviluppi ancora, per giorni e giorni, una guerra di parole che sconvolge la mia famiglia e soprattutto trova sempre più attoniti gli italiani, quasi non ci fossero problemi più seri e più incombenti e più invasivi che le scaramucce di un giornale contro un altro. E poi ci lamentiamo che la gente si disaffeziona ai giornali: cos’altro dovrebbe fare, premiarci?

E Vittorio Feltri: Non volevo le dimissioni. O ancora: Il direttore de Il Giornale non pensava “minimamente a questo quando ho scritto e ho fatto scrivere le cose che hanno provocato tutto questo problema”.

Cosa si voleva?

Il Giornale pubblica il documento su Boffo

boffo documento

Nuova puntata nel botta e risposta più caldo di questi giorni. Dopo le esternazioni del direttore di Avvenire, Dino Boffo, oggi, che definisce il documento di cui parla il quotidiano della famiglia Berlusconi emerita patacca, ecco la pronta risposta di Vittorio Feltri. Che pubblica il documento su cui l’attacco de Il Giornale si basa. Con un titolo che suona così: Altro che indignarsi una sentenza non ha privacy.

Il direttore del Giornale Vittorio Feltri va quindi avanti e pubblica il documento del casellario giudiziale sul caso. Sul documento è riportato che Boffo sarebbe stato condannato per molestia alle persone art. 660 codice penale , commesso nel gennaio 2002 in Terni. Il dispositivo prevede il pagamento di un’ammenda di 516 euro, saldata il 7 settembre 2004.

Caso Boffo, “velina patacca”?

boffo giornale

Scrive Gabriele Villa nell’articolo della polemica che coinvolge il direttore di Avvenire, Dino Boffo. Direttore che, in base alle “prove” in mano a Il Giornale, è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla, onde lasciasse libero il marito con il quale il Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione. Rinviato a giudizio il Boffo chiedeva il patteggiamento e, in data 7 settembre del 2004, pagava un’ammenda di 516 euro, alternativa ai sei mesi di reclusione. Precedentemente il Boffo aveva tacitato con un notevole risarcimento finanziario la parte offesa che, per questo motivo, aveva ritirato la querela..:

Copia di questi documenti da ieri è al sicuro in uno dei nostri cassetti e per questo motivo, visto che le prove in nostro possesso sono chiare, solide e inequivocabili, abbiamo deciso di divulgare la notizia

Dopo l’articolo di Villa e l’inizio della polemica, sempre su Il Giornale compare oggi la notizia che il 65% degli italiani, secondo un sondaggio condotto da SkyTg24, starebbe, in questa strana battaglia di fine estate, con il foglio di Feltri.

Ma un’altra è la notizia della giornata: l’informativa cui fa appello il quotidiano della famiglia Berlusconi per costruire la sua notizia su Boffo non sarebbe nel fascicolo giudiziario del tribunale di Terni. Sarebbe, dice il direttore di Avvenire, un’emerita patacca.