Obama’s Team: Il problema delle statue di marmo

Giunge lento ed inesorabile il giorno in cui, storia vorrà, che Barack Obama entri ufficialmente all’interno della Casa Bianca rendendolo il proprio insediamento. La sua città, Chicago, sta letteralmente modificando le proprie abitudini per far fronte alle esigenze del neo-presidente, mentre nel frattempo gli uomini di Obama stanno costruendo la struttura organizzativa che dovrà condurre il paese al traguardo dei 4 anni. Magari 8.

Obama’s Team: Il significato del Thanksgiving Day

I giorni di purgatorio per Barack Obama stanno scorrendo incessanti, un purgatorio che iniziato il 4 novembre lo accompagnerà fino a gennaio quando, in via ufficiale e definitiva, entrerà di fatto nella Casa Bianca e potrà finalmente operare quale nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Fino ad allora le sue funzioni rimarranno limitate, se così si possono definire, alla sola costruzione del suo team di governo, l’Obama’s Team.

Presidenza Obama: Spazio ai Clintoniani

Passano i giorni e lentamente, anche i più accesi sostenitori di Obama, iniziano a lasciarsi alle spalle i bagordi della vittoria delle presidenziali del 4 novembre per concentrarsi sul momento in cui, il neo-presidente, andrà da loro per informarli sul loro nuovo ruolo nella presidenza democratica.

Molti sono stati gli storcimenti di naso, specie di alcuni obamiani seccati di aver visto nomine assegnate a personaggi che non ne avrebbero avuto bisogno e diritto: vedasi Mrs. Hillary Rodham Clinton. Per la rivale alle primarie democratiche, con la quale Obama ha probabilmente combattuto una sfida ancor più dura rispetto a quella con McCain, parrebbe sia pronta la sedia di Segretario di Stato.

Una scelta ambigua per l’elevato coinvolgimento della Clinton in molte faccende extra-governative, ma che la stessa Hillary avrebbe confermato di essere disposta a mollare pur di ottenere la carica. “Se mi vuole io ci sono, Mr. President. Ad ogni prezzo!”. Con grande gioia del sottoscritto!