Il dopofestival di Youdem

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In tempi di campagna elettorale, mentre si avvicinano con velocità incontrollabile le elezioni amministrative di marzo, succede di tutto. Succede anche che, in questo lasso di tempo, in questa attesa più o meno “feconda”, in questi mesi che passano e che non torneranno, succeda di tutto. Succeda anche che cada quella creazione tutta italiana, solo italiana, amata e odiata, guardata e non guardata – ma sempre commentata – che è il Festival di Sanremo.

E a questo punto… Il Partito democratico strizza l’occhio allo spettacolo? Pierluigi Bersani, nei giorni scorsi, ha preso le difese di Morgan, dopo la vicenda che ha visto protagonista il cantante per l’intervista a Max in cui ammetteva di aver fatto uso di droga.

Emanuele Filiberto a Sanremo: ecco il testo della canzone

Emanuele Filiberto Savoia

Ancora rimane il dubbio che sia uno scherzo. Un falso che sta girando in Rete. Certo, c’è Vittorio Zucconi che è indignato. Parla di “orrore”. A dare la notizia, e a confermarla, è Macchianera. Che arriva prima di Tv Sorrisi e Canzoni nell’anticipare un testo – vedrete, di quelli che faranno più parlare – di una canzone inedita del prossimo Sanremo. Già, perchè il Festival comincerà, certo e ineluttabile come solo lui sa essere, il prossimo 16 febbraio.

Ecco il testo, anticipato da Macchianera, del brano che Emanuele Filiberto Di Savoia, Pupo e il tenore Luca Canonici canteranno sul palco dell’Ariston. Il testo, dopo il salto, è made in principe (nel senso di: scritto da Emanuele Filiberto). Commentate, se credete.

Sanremo e il potere d’acquisto. Meno male che esiste Elio

Elio e le storie tese
Due parole, forse, le vogliamo spendere anche per Sanremo. Non sarà politica, ma insomma, non c’è da esserne sicuri. Certo, è specchio del tempo. Due parole estemporanee.
Non ci ha capito niente nessuno, probabilmente. A parte che viene ancora da chiedersi, tu tutto e tutti, per prima improrogabile cosa, semplicemente perchè. Un giovine italiano – va bene che le new generations sono quello che sono – ma insomma, uno che si affaccia alla vita, probabilmente, fa fatica a chiedersi la ragione della persistenza e dell’esistenza della manifestazione in oggetto. C’è Gino Castaldo che, su Repubblica.it, recita:

I vincitori Voto: 0. 1) Giò di Tonno/Lola Ponce; 2) Tatangelo; 3) Moro. Non è che a questo festival ci fosse tanto da premiare. Ma la vittoria dei due zuccherini e il secondo posto della Tatangelo riportano il festival ai suoi anni peggiori. Va detto che era prevedibile. L’andazzo si era capito da un pezzo. Ciò non toglie che siamo alle solite. Questi meccanismi di voto, compresa la giuria di qualità che di qualità non era, sono sconcertanti. Come diciamo da anni. In fondo l’anno scorso è vero che ha vinto Cristicchi ma secondo e terzo furono Albano e Mazzocchetti, quindi c’è mancato un pelo. In questo davvero il festival non cambia. Peccato.