Riforma della giustizia, il 29 agosto il testo da discutere

I punti caldi della riforma della Giustizia italiana sono molti. Si va dalla prescrizione alle intercettazioni affrontando un gran numero di temi sensibili che hanno determinato anche uno scontro politico tra Matteo Renzi e il fronte Alfano-Berlusconi.

Riforma della Giustizia, i punti principali

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Il consiglio dei ministri ha approvato ieri all’ unanimità la riforma della giustizia, salutandola con un applauso al ministro Angelino Alfano. Adesso, toccherà al Parlamento pronunciarsi, e, trattandosi di una riforma costituzionale, per essere approvata, deve essere sottoposta a doppia votazione per ogni camera, e approvata con una maggioranza dei due terzi, altrimenti sarà necessario ricorrere a un referendum confermativo. Quest’ ultima circo è la più probabile, in quanto le opposizioni si sono dette per lo più contrarie alla riforma. Vediamo, quindi, i punti salienti del disegno di legge varato dal governo.
Il nodo centrale, sui cui si basano gli altri aspetti della riforma, è quello della separazione delle carriere fra giudici e pubblici ministeri, per la quale le toghe, all’ inizio della carriera, dovranno decidere se diventare pubblici ministeri, che hanno il ruolo dell’ accusa e sarebbero così quasi equiparati agli avvocati della difesa, o svolgere la funzione di giudice, Da ciò discenderebbe la divisione del CSM (Consiglio superiore della magistratura) in due CSM,  uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri.
Il CSM dei giudici sarà presieduto dal presidente della Repubblica, e sarà composto per metà da membri “togati” (scelti dai giudici) e per metà da membri “laici” (eletti dal Parlamento), e anche il vicepresidente sarà scelto fra i membri”laici”.
Anche il CSM dei pubblici ministeri sarà presieduto dal presidente della Repubblica  e composto per metà da membri “togati” (eletti dai pubblici ministeri) e per metà da membri “laici”, fra cui anche il vicepresidente.
Ai due CSM andrebbero compiti sostanzialmente simili a quelli del CSM attuale, anche se verrebbe esplicitamente previsto che “non possono adottare atti di indirizzo politico, nè esercitare funzioni diverse da quelle previste nella Costituzione”. I magistrati sarebbero poi giudicati non più, come è adesso, dalla sezione disciplinare del CSM, bensì da un altro organo, l’ “alta corte di giustizia”, anch’ essa divisa in due. Verrebbe inoltre introdotta la responsabilità civile per i giudici.

La riforma della Giustizia è la vera priorità del paese?

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Dopo la scesa in politica di Silvio Berlusconi nel ‘94, in Italia si è parlato sempre di più di un utilizzo politico della Giustizia e della maniera, secondo i suoi collaboratori, con cui i magistrati tentano di “liberarsene”, dando vita a polemiche che hanno e stanno lacerando il paese.

Il processo Mediaset, il caso Mills e in ultima istanza il caso Ruby non hanno fatto altro che acuire queste polemiche, portando sempre più la Giustizia nell’agenda di Governo, tanto, che le attenzioni dell’Esecutivo si stanno concentrando proprio sulla riforma della Giustizia.

In questo senso sono esemplificative le parole rilasciate al Tempo da capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, secondo cui: “La riforma della Giustizia non è ancora arrivata in porto perché in questi anni all’interno della maggioranza prima l’Udc e poi Fini hanno bloccato elementi importanti” ma “con l’uscita di Fini dal Pdl, e la maggiore omogeneizzazione delle forze che sostengono il governo, può essere la volta buona”. Secondo Cicchitto “i tempi sono maturi perché il dato vero è che, dal 1991 in Italia, siamo in una fase nella quale con caratteristiche diverse la giustizia è stata utilizzata a fini politici”.

Giustizia, Cicchitto: “Serve una riforma”

cicchittoFabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, dichiara: “Credo sia giunta l’ora di una seria riforma costituzionale e della giustizia a cui spero si voglia associare anche il Pd, visti i ragionamenti fatti recentemente anche da Violante, sia sui nodi costituzionali che sulla stessa mafia”.