Giustizia, ovvero: inizia la lotta

Che dire?

E’, più che evidentemente, cominciata la battaglia. Si chiama giustizia – o meglio, così la chiamano.

Giustizia? In teoria. In pratica si chiama anche Governo, politica, lotta all’italiana, opposizione, non opposizione, fanta-opposizione. Si chiama cospirazione, persecuzione, toga rossa, “piove, governo ladro”. Conflitto d’interesse e fuga dal giudizio.

Contraddizioni secolari ancora aperte e che chissà quando verranno colmate. Processo breve, reati, tempi della giustizia. Teoria inopinabile, pratica ed effetti come sempre opinabili.

E un Paese che sta ancora attendendo la strada giusta.

Parlamento pulito, o quasi.

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Da ieri mattina si sta votando in tutta Italia per il rinnovo del Parlamento nazionale, e non solo. Ma va? Bella notizia.
In effetti da almeno un mese a questa parte, o forse due, gli argomenti di discussione nei bar, negli uffici, per strada, sono sistematicamente scanditi dalle uscite dei candidati che, come scienziati pazzi, accendono l’interesse dell’opinione pubblica, misurandosi – sempre a distanza e senza nominarsi in alcuni casi – con gli altri candidati e con i temi che affliggono la nostra società in questi anni di pre-recessione. Pessimismo.
Forse. Comunque sia, come spesso capita, le elezioni sono state sulla bocca di tutti. Il clima quasi onirico che si è creato in queste settimane ci ha dato, molto spesso la sensazione che alla semplice dichiarazione di un candidato, il problema affrontato dal medesimo si sia risolto nel momento stesso in cui viene pronunciata la ricetta salvifica; un pò come una formula magica. Si tratta ovviamente di slogan e chi – come me – almeno una volta in questi 50 giorni ci ha creduto, ci è cascato un’altra volta.
Fatto sta che, sondaggi a parte, iniziata la contesa elettorale si è avuta la sensazione che le distanze – in termini di divario di “popolarità” – tra partiti in campo si sia azzerato. E’ la fase delle speranze, delle scommesse, delle incertezze. Le urne si chiuderanno solo alle 15 di oggi eppure alcune cose già si sanno.
E sono “cose” tutt’altro che irrilevanti.

I fatti non sono più previsti dalla legge come reato

Processo Sme
C’è stato un tempo in cui quello era un reato. Quel tempo non c’è più. E’ finito con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale 88 del 15 aprile 2002 della riforma degli illeciti penali ed amministrativi delle società commerciali del 16 aprile 2002.
I giudici della I sezione penale del Tribunale di Milano hanno prosciolto Silvio Berlusconi dall’accusa di falso in bilancio nell’ultimo stralcio di procedimento nato con il caso-Sme. Gli episodi contestati al leader di Forze Italia erano della fine degli anni Ottanta. Quindi I fatti non sono più previsti dalla legge come reato.
La feccenda è stata indolore, ed è durata meno di 15 minuti. L’accusa, capeggiata dal pm Ilda Boccassini, aveva chiesto la prescrizione. La difesa, invece, il proscioglimento, perché i fatti non costituiscono più reato. Così è stato.