La Camera respinge l’arresto di Milanese. Polemica per l’assenza di Tremonti

La Camera, con 312 voti contrari e 306 favorevoli, ha respinto la richiesta d’arresto per il deputato Pdl Marco Milanese, ex braccio destro del ministro Tremonti, accusato di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione a delinquere nell’ambito dell’inchiesta P4. Sarebbero stati dunque sette i deputati della maggioranza che, con il voto segreto, si sarebbero espressi in maniera difforme dal loro partito. Dai banchi della maggioranza mancavano inoltre otto deputati, dei quali sei del Pdl, uno della Lega e uno di Noi Sud.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, presente in aula, sarebbe stato ripreso, al termine dello scrutinio, mentre chiedeva al ministro La Russa, seduto al suo fianco: “Per soli 7 voti?” . Quando La Russa gli ha fatto cenno di si, il premier sarebbe diventato scuro in volto. In seguito, però, ha ostentato soddisfazione per l’esito del voto, e ha commentato: “Andiamo avanti, la maggioranza tiene”.
Il leader leghista Bossi ha invece commentato: “Lo avevo detto che la Lega non avrebbe fatto cadere il governo. Abbiamo dimostrato di essere alleati leali“, ed ha precisato che i franchi tiratori non erano del suo partito. Quanto alla tenuta della maggioranza, Bossi ha detto invece: “Vedremo giorno per giorno“, e ha smentito le indiscrezioni riportate da alcuni giornali di un accordo con Berlusconi per arrivare a gennaio 2012.

Berlusconi incontra Napolitano e Bossi ma dice: “Non mi dimetto”

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha incontrato al Quirinale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e si è intrattenuto a colloquio con lui per oltre un’ora. Era presente anche il sottosegretario Gianni Letta. Al termine dell’incontro, il premier non ha rilasciato dichiarazioni, ma, stando a quanto riferito dal ministro Galan, Berlusconi avrebbe ribadito di non avere intenzione di dimettersi, convinto della tenuta della sua maggioranza.
Il capo dello Stato avrebbe invece ribadito la necessità di misure condivise per affrontare la crisi economica. Martedì Napolitano aveva incontrato anche il ministro dell’Interno Maroni e i capogruppo PDL Gasparri e Cicchitto, proprio per verificare la solidità della maggioranza e la sua capacità di affrontare la crisi, chiedendo anche misure adeguate per la crescita.
In mattinata, il premier aveva invece incontrato a Palazzo Grazioli il leader leghista Bossi, assieme ai leghisti Calderoli, Cota e Zaia e al segretario del Pdl Angelino Alfano, e in serata, intorno alle 22, si è svolto un altro vertice del Pdl a Palazzo Grazioli, per discutere anche del voto sulla richiesta d’arresto per Marco Milanese, deputato ed ex braccio destro di Tremonti, previsto per oggi alla Camera.
In proposito, Bossi ha garantito: “Io voto per non far cadere il governo“. Quanto all’incontro con il premier, invece, il leader leghista ha detto ai cronisti: “L’incontro con Berlusconi è andato bene. Se il governo va avanti e si faranno le riforme? Penso di sì. Non so cosa sia andato a fare Berlusconi dal presidente Napolitano”.

Appalti del G8, la Camera salva Verdini. Inchiesta P4, si alle intercettazioni per Milanese

 
Foto: AP/LaPresse

Oggi si è votato alla Camera sull’uso delle intercettazioni in due diverse inchieste che coinvolgono, però, in entrambi i casi esponenti del Pdl, ma il voto ha avuto due esiti differenti.
Infatti, per Denis Verdini, coordinatore Pdl coinvolto nell‘inchiesta sugli appalti per il G8 dell’Aquila e per la ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo, l’Aula di Montecitorio ha respinto l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni, mentre ha autorizzato l’uso delle intercettazioni e l’apertura delle cassette di sicurezza di Marco Milanese, ex consigliere politico del ministro Tremonti, indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla P4. Su Milanese pende anche una richiesta d’arresto che i deputati esamineranno il 19 settembre.
A favore di Verdini, e contro l’uso delle intercettazioni che lo riguarderebbero, ha votato l’intero Pdl, i responsabili ed anche la Lega, che si è quindi espressa diversamente rispetto al voto su Papa (per il quale aveva votato a favore dell’arresto). Anche sei deputati radicali eletti nel Pd si sono schierato con la maggioranza nel voto sul coordinatore Pdl.
Diversamente, a difesa di Milanese si sono espressi soltanto una trentina di deputati del Pdl e dei Responsabili.
Poco prima del voto, entrambi i deputati si sono rivolti ai loro colleghi della Camera: “Sono due anni che sono massacrato, che vengo travolto da questo tritacarne mediatico e giudiziario da cui voglio uscire velocemente” ha affermato Denis Verdini, chiedendo inoltre che il Parlamento faccia una legge sulle intercettazioni.