Berlusconi contro il PdL: “Il calo di consensi non è colpa del Governo”

I risultati dei sondaggi politici commissionati da Silvio Berlusconi, stavolta, devono aver raccontato al Premier un’amara verità: che il suo Governo, cioè, sia in calo di consenso. Deve esserci la presa d’atto del fondatore del Popolo delle Libertà alla base dell’accusa mossa da Mosca (in corso i festeggiamenti per il compleanno di Vladimir Putin) dallo stesso Berlusconi.

Che, udite udite, non se la prende nè con gli avversari del centro destra (i finiani di Futuro e libertà per l’Italia) e neppure con le opposizioni ma punta il dito contro i suoi stessi alleati. Offensiva contro lo stesso PdL e difesa strenua dell’operato del suo esecutivo: “Se negli ultimi due mesi la nostra parte politica ha dato, a volte, un’immagine che non ha entusiasmato, lo si deve ad alcuni errori del partito e non del governo“.

Berlusconi: “Processo breve, stop. Ai finiani: restate nel PdL, saremo riconoscenti”

Le parole di Silvio Berlusconi anticipano di un giorno quelle di Gianfranco Fini (domenica 5 settembre a Mirabello, ore 18) e chiudono definitivamente alla eventualità di inserire nella riforma della giustizia (uno dei capisaldi su cui fondare la rinnovata alleanza programmatica con Futuro e Libertà) il punto relativo al processo breve. In un nuovo messaggio audio ai Promotori della Libertà, il Premier sembra intenzionato a un passo di avvicinamento nei confronti dei finiani e sembra costruire i presupposti affinchè il voto anticipato sia scongiurato: “Dentro la mozione sulla giustizia che porteremo all’approvazione del Parlamento prossimamente non dovrebbe esserci alcun riferimento a questo cosidetto processo breve“.

Nessun accenno diretto alla volontà di mediare: diventa un momento necessario per assecondare le richieste di Gianfranco Fini ma il Premier non lo dice. Mai. Piuttosto, mostra di essere evidentemente convinto della necessità di un rinnovamento giudiziario da vivere anche attraverso l’introduzione del “processo breve” ma di non prenderlo in considerazione per evitare campagne mediatiche fatiscenti: “Siccome quando si tratta di giustizia e di processi non c’è una norma che non tocchi, non riguardi uno dei tanti processi o meglio delle tante aggressioni che mi sono state rivolte in questi anni per tentare di sovvertire il voto degli italiani, anche se questa norma è giusta e anzi assolutamente doverosa, la sinistra e i suoi giornali la fanno diventare uno scandalo e la mettono al centro di una campagna ancora e sempre contro di me. Allora io voglio rassicurare ancora una volta la sinistra“.

A questo punto, il patto con Fli si strutturerà su cinque punti programmatici, già noti da tempo: “Riforma tributaria e federalismo fiscale, sicurezza, immigrazione, rilancio del Sud e giustizia. Abbiamo elaborato le priorità e gli interventi concreti sui quali il Parlamento dovrà pronunciarsi nelle prossime settimane“.

Berlusconi a Bersani: “Solita politica politicante, il Governo non cade”

Ancora querelle politica, anche se stavolta la nuova sensazione è che le elezioni anticipate sembrano scongiurate. L’accordo tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, infatti, è quello di non andare al voto ma proseguire con l’attuale maggioranza (non c’è spazio per l’UdC) e nella condivisione sottoscritta dei cinque fatidici punti attorno ai quali il PdL e Futuro e Libertà sembrano voler convergere. Nel contempo, il rilancio di Pier Luigi Bersani, segretario Pd, è quello di ricreare l’esperienza dell’allora Ulivo per mandare a casa il Premier.

Assist che Berlusconi ha immediatamente colto per rimarcare la gozzoviglia di idee e partiti nei quali il centro-sinistra ha perso la propria identità: “Estate di vecchia politica, l’opposizione vuole solo ammucchiate“: è la frecciata rivolta all’opposizione nel corso di un messaggio inoltrato ai Promotori della Libertà, nel quale il Cavaliere conferma la tenuta – stabile – del Governo.