Berlusconi compra Dagospia?

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Dagospia passa alla Mondadori – quindi a Silvio Berlusconi? Il sito di gossip di Roberto D’Agostino, in effetti, passerebbe di proprietà. E la pubblicità viene gestita da Il Sole 24 Ore. A riportare la notizia, oggi, è Wall Street Italia. Il sito di gossip di Roberto D’Agostino, Dagospia, sarebbe stato venduto alla Mondadori, e per WSI si tratta di più di un rumor. Non ci sono, però, ancora state conferme ufficiali da parte di Roberto D’Agostino rimane però solo una voce.

WSI se ne occupa non perché il rumor abbia riflessi sui mercati borsistici (Mondadori è quotata a Piazza Affari) ma perchè la cessione del più celebre e aggressivo sito di gossip in Italia rappresenta l’ultimo atto di un tentativo di “normalizzazione” sui media messo in atto dal premier Silvio Berlusconi, che di Mondadori è il proprietario

Certa è invece un’altra notizia, datata luglio: la pubblicità del sito in questione fa ora capo alla gestione de Il Sole 24 Ore, il quotidiano di Confindustria. Sta scritto proprio qui.

Liveblogging e Web TV. La politica alla resa dei conti

L’informazione sta cambiando? Chissà. A occhio e croce verrebbe da dare risposta affermativa. Il senso tradizionale dei mass media è stato infranto? Ancora un sì. L’opinione pubblica se n’è accorta? Qui, il sì è meno netto. Una parte, decisamente. La politica, se n’è accorta? Ancora meno netto. Alcuni. Ma soprattutto: altri non vogliono. Comincia così, Enzo Di Frenna, giornalista di lunga data e fondatore di Netdipendenza Onlus.

Se proprio dobbiamo guardare la tv, allora che sia di qualita’. Personalmente, come spesso ripeto dal mio blog, la tv italiana e’ infetta e diseducativa. Io non la guardo. E’ scarsa di contenuti di valore. E’ una tv imposta dall’alto. Ma le cose possono cambiare: io mi batto per una ecologia dell’informazione, soprattutto per i tanti giovani di questo Paese. Ed anche per le mamme e i papa’ che desiderano un mondo migliore per i propri figli e non si rispecchiano nella cattiva tv italiana, che veicola modelli molto discutibili. Posso assicurarvi, siamo davvero in tanti a non poterne piu’ di questa pessima tv italiana

La tv sta cambiando. La tv è morta, viva la tv.

Quel tesoro di tesoretto

Tesoro
La parola tesoretto serpeggia ormai da tempo nell’economia e nella politica del Belpaese. C’è, non c’è, cos’è, quant’è.
Mentre Romano Prodi ha giurato e spergiurato che MAI lascerà il suddetto Tesoretto all’acerrimo nemico Silvio, ora ci pensa il dimissionario Ministro dell’Economia, Tommaso Padoa Schioppa, a dare un quadro della faccenda. Un quadro che non piacerà a molti.
Il tesoretto non c’è. L’ho detto a dicembre e nel frattempo la situazione è solo peggiorata. Tommaso Padoa Schioppa è lì, piantonato sul volo diretto a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo. Parla con i suoi collaboratori, e da buon economo non può non pensare a fattori decisamente importanti e strettamente contemporanei, nonchè mediamente drammatici, come: Borse mondiali e loro tracollo, recessione, quella parolaccia che arriva da Oltre oceano ma che guai a pronunciarla a cospetto di un americano (la recessione non esiste, che credete). E poi beghe anche dall’Istat, che adesso se ne esce con un 6,5% per la produzione industriale, un dato che fa piangere. E poi non dimentichiamocelo, Padoa è di ritorno da Tokyo, dal vertice dei G7. E poi. Ogni giorno, probabilmente, il Padoa Schioppa si ricorderà di quel Senato, di quel voto e di quella caduta.

Governo vs Sindacati: Montezemolo e la parabola della zizzania

 

Montezemolo

Il Governo allontana per un attimo lo spauracchio sindacati, raggiungendo una tregua insperata. Fatto l’incontro di maggioranza, avuti i primi contatti con le forze sociali oltre che con i sindacati, noi apriremo i tavoli e contiamo nel giro di un paio di mesi di cominciare ad assumere le prime misure: queste le parole del Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani per introdurre il progetto del Governo in tema dei salari. E aggiunge: Il Governo ha una sua linea di politica economica dentro la quale ci sta una parte di iniziativa che va portata sui tavoli di concertazione. Questa parte di iniziativa riguarda i temi dell’innovazione, della produttività e anche del potere d’acquisto che oggi è sotto attacco per l’andamento delle materie prime. Ma non finisce qui: dentro ci sta anche la discussione sull’alleggerimento fiscale dei salari che il Governo è disponibile ad affrontare in un quadro nel quale ciascuno poi si prende i suoi impegni in termini di produttività.

Chi dà del filo da torcere al Governo è, invece, Confindustria. Luca Cordero di Montezemolo afferma l’utilità del tagliare altri cinque punti di cuneo fiscale, ma questa volta tre ai lavoratori e due alle imprese e non il contrario come con la passata Finanziaria. Il Presidente di Confindustria, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, ricorda che, nonostante l’intervento sul cuneo già effettuato, la differenza tra il costo per le aziende e il salario netto in busta paga rimane abissale: il rapporto è quasi di uno a due. Se vogliamo guardare ai salari, continua, credo che il sistema di detrazioni per la produzione del reddito da lavoro dipendente sia più corretto e visibile.