Dalla Cina conferme sull’apertura della Russia a negoziazioni di pace in Ucraina

Ci sono importanti conferme sul fatto che la Russia sia sempre aperta a negoziazioni di pace per quanto concerne la guerra in Ucraina e le possibilità di trovare un accordo tra le parti. Il presidente russo Vladimir Putin, durante un incontro con il suo omologo cinese Xi Jingping al Cremlino, ha detto che il suo Paese è “sempre aperto a un processo negoziale”. Putin ha reso note le osservazioni lunedì in risposta al “piano cinese per risolvere la crisi in corso in Ucraina”.

negoziazioni di pace
negoziazioni di pace

Chiarimenti di Berlusconi dopo le dichiarazioni iniziali su Zelensky ed Ucraina

Si sono rivelati necessari dei chiarimenti da parte di Berlusconi, in seguito ad una precedente uscita nei confronti dell’Ucraina, stano a quanto abbiamo avuto modo di raccogliere proprio in queste ore A seguito delle critiche per i suoi commenti sul presidente ucraino Zelensky, l’ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi ha affermato di aver sempre sostenuto il popolo ucraino.

Berlusconi
Berlusconi

Non si arresta la guerra in Ucraina: gli ultimi aggiornamenti da Soledar

Non si arresta in alcun modo la guerra in Ucraina nel 2023. Già perché gli ultimi aggiornamenti dal fronte ci dicono che in queste ore un nuovo attacco ucraino avrebbe “mandato all’inferno più di 100 soldati russi“, come riportato da diverse fonti locali ovviamente “schierate”. Insomma, se la notizia dovesse essere confermata, ci sarebbero i presupposti per parlare di una nuova battuta d’arresto per le truppe di Putin durante la battaglia di Soledar, mentre le immagini satellitari prima e dopo rivelano devastanti distruzioni.

Soledar
Soledar

La guerra tra Russia ed Ucraina potrebbe finire entro tre mesi

Cresce la speranza che la guerra tra Russia ed Ucraina possa finire entro tre mesi, o comunque non oltre la stagione estiva. Dmytro Kuleba, ministro degli affari esteri dell’Ucraina, ha ipotizzato che le truppe russe potrebbero riprendere un’offensiva su larga scala contro l’Ucraina a gennaio o febbraio 2023. Questo, almeno, quanto venuto a galla tramite il diretto interessato durante un briefing del 13 dicembre.

guerra
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Più aspra la guerra in Ucraina: rischio “blackout totale” a Kiev adesso

Pare essere concreto il rischio di andare incontro ad un blackout totale a Kiev nelle prossime ore. L’amministrazione comunale di Kiev si prepara a evacuare circa 3 milioni di residenti in caso di blackout completo della città. Secondo una fonte dell’amministrazione comunale di Kiev citata dal quotidiano statunitense “New York Times”, 12 ore prima di questa presunta situazione critica, i funzionari saranno informati e inizierà l’evacuazione della popolazione.

blackout totale
blackout totale

Sempre più aria di guerra tra Russia ed Ucraina: gli ultimi aggiornamenti

Non si mettono bene le cose per quanto riguarda la possibile guerra tra Russia ed Ucraina. Gli ultimi aggiornamenti, infatti, prevedono una possibile svolta negativa a partire da domani 16 febbraio. Il presidente russo Vladimir Putin aggiunge ogni giorno più forze e capacità militari vicino al confine con l’Ucraina, ha affermato il portavoce del Pentagono John Kirby. Insomma, questione che dovrà essere monitorata ora dopo ora anche qui in Italia.

Russia
Russia

Osama avrebbe colpito il prossimo 11 Settembre 2011

Foto: Ap/LaPresse

E’ quanto emerge dai primi risultati delle analisi che si stanno facendo sui computer di Osama Bin Laden. Come già vi avevamo anticipato, la squadra di intelligence americana presente sul territorio afghano è riuscita a trovare tutti i computer di Bin Laden, circa 100 hard disk. Era stata definita una miniera di informazioni, e così si sta effettivamente rivelando dopo i primi risultati.

Una dispaccio dell’FBI, dichiara che “A FEBBRAIO del 2010 Al Qaeda stava valutando di condurre un’operazione contro convogli ferroviari negli Stati Uniti nel decimo anniversario dell’11 settembre 2001”. Si legge ancora “Una delle opzioni prese in considerazione da Al Qaeda era far deragliare un treno mentre si trovava a passare su un ponte o un viadotto”.

In un hard disk tutti i segreti di Bin Laden

Foto: Ap/LaPresse

Quella che vedete nell’immagine qui sopra, era la fortezza dove ormai da giorni si nascondeva la persona definita dallo stesso Frattini, come il principe del male. Durante l’attacco dei militari americani, all’interno dell’edificio erano presenti circa ventitre bambini e nove mogli dello sceicco oltre ad un dispiegamento militare interno a difesa dello stesso Bin Laden.

Secondo quanto emerge dalle prime notizie che stanno arrivando riguardo l’operazione condotta dai Navy Seal Teams Six, Osama Bin Laden, si nascondeva dentro questa abitazione da circa sei anni. Subito dopo l’attacco da parte dei militari americani, è subito iniziata la ricerca all’interno dell’abitazione per cercare di riuscire a prendere più informazioni possibile sull’attività dello sceicco a livello mondiale.

Proteste Siria: sale a 21 il bilancio dei morti

Foto: Ap/LaPresse

Sale a 21 il bilancio dei morti vittime degli scontri registrati oggi a Daraa, nel sud della Siria, tra polizia e manifestanti. Abdullah Bin Zayd, il testimone contattato telefonicamente dalla televisione satellitare “al-Jazeera”, ha dichiarato che questa mattina i carri armati inviati da Damasco, hanno ripreso a sparare sulle case dei cittadini del centro abitato, dove da oltre un mese è in corso una protesta contro il presidente Bashar al-Assad.

Il testimone, inoltre, conferma la notizia di divisioni all’interno delle truppe dell’esercito siriano presenti in città. Alcuni soldati, infatti, si starebbero rifiutando di aprire il fuoco sui manifestanti che si sono riversati nelle strade nei giorni scorsi e oggi stesso.

Ilaria Alpi, 15 anni dopo

Il 20 marzo del 1994 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin venivano assassinati a Mogadiscio. Ilaria Alpi era nata a Roma, nel 1961. Lavorava al TG3, Miran era un operatore di un service della Rai. La storia è nota – ne abbiamo parlato già un anno fa. 15 anni senza verità, scrivono oggi.

Nel video la storia di questa strana vicenda. Una storia che non ha ancora individuato i reali mandanti. Sappiamo chi c’era. Sappiamo chi, più o meno, ha fatto parte del commando. Ma non conosciamo il resto. Neppure la Commissione istituita dalla Camera, presieduta da Carlo Taormina, ha spiegato agli italiani e alla famiglia degli assassinati perché sono morti.

Congo: Non serve Affleck per capire

Partiamo da una premessa importante perché secondo me è fondamentale per comprendere il significato di queste mie parole: A me, artisticamente parlando, Ben Affleck non piace. Facendo parte di quella categoria di bellocci giovani non mi ha mai emozionato nelle sue prestazioni, ma fortunatamente non è di questo che devo parlare.

In compenso Ben Affleck è anche protagonista, suo malgrado, di una delle missioni di informazione più importanti in quel del Congo, paese martoriato dalla guerra civile e che sta spedendo in campi profughi migliaia di cittadini che si sono ritrovati da Goma in una casa ai campi in una tenda.

Che il mondo stia “fingendo” di non vedere è palese, e riprova ne sono le parole dello stesso Affleck:

“Non sono un esperto di affari internazionali o di diplomazia, ma non ci vuole molto a capire che c’è una sofferenza tremenda in questo paese”

Ben continuerai a non piacermi al cinema, ma ti assicuro che con sta frase hai conquistato, per me, almeno 1000 punti.

Congo: Vivere o morire a Goma

Troppo spesso, quando ci accingiamo a entrare nei nostri letti caldi per riposarci durante la notte, non ci soffermiamo a pensare, anche solo per 1 minuto, al fatto che il destino ci abbia voluto in qualche modo premiare, offrendoci oltre a un letto e a un pasto caldo ogni giorno, magari un bel lavoro, una famiglia e tanti piccoli vizi che noi, in Italia, possiamo fortunatamente permetterci nonostante il periodo di crisi. Tante piccolezze che invece, in Congo, difficilmente oggi potranno vedere.

Brown e Bush si cercano sull’Iraq

Sia Washington che Londra hanno cercato di depistare la cosa, asserendo che non esista un accordo predeterminato tra i due paesi su una possibile strategia futura. Il fatto però che questa cosa sia uscita, di per sé, già fa pensare il contrario.

Tutto questo mentre un’affermazione sibillina di George W.Bush fa pensare e riflettere sulle morti sul campo di battaglia. Per molti maggiormente onorevoli di altre, perchè dovuto all’orgoglio nazionale.

La situazione irachena e la giustificazione delle morti amiche si ritrovano in una frase di Bush:

“Provo dolore personale per le vittime in Iraq sia che si tratti di alleati o civili innocenti. Bisogna sottolineare che la popolazione irachena ha sofferto in un contesto più ampio. Le truppe americane non hanno “intenzionalmente ucciso persone innocenti”, ma soprattutto che un gran numero è stato ucciso da Saddam Hussein.”

Secondo voi: E’ possibile giustificare in questo modo una guerra?