Iraq: Troppe promesse da marinaio

Una volta erano loro, i marinai, i grandi realizzatori di promesse non mantenute. Giungevano ad un porto, magari trafiggevano d’amor il cuore di una bella donzella promettendole di stare per sempre al suo fianco, ed improvvisamente fuggivano sulla prima barca. La motivazione era che lontano dal mare loro non potevano stare, la verità forse era che il peso da “legato” risultava troppo eccessivo.

Da provetti marinai, anche i leader delle grandi potenze mondiali che occupano l’Iraq, si dannano nelle parole più lodevoli al fine di far credere al popolo iracheno e all’opinione pubblica internazionale che l’addio dalla ex terra di Saddam è vicino. La nuova promessa, fatta da Gordon Brown, è che verso la metà del 2009 dovrebbe arrivare la partenza definitiva.

Una promessa come tante altre, un seguito inarrestabile di parole su parole, che troppo spesso sono state sprecate senza pensare effettivamente a chi, questa situazione, magari la vive veramente e che spera un giorno di poter divenire libero. Perchè la libertà non è passare da una schiavitù ad un altra, ma rendere ad un paese la possibilità di scegliere del proprio destino.

La lenta disfatta dei laburisti

Il primo ministro inglese Gordon Brown non se la vede proprio bene. Già non stava vivendo un periodo molto felice, colpito a destra e a manca da critiche che ne inficiavano l’operato comportandogli un calo dell’indice di gradimento. Ma se queste dovevano essere le brutte notizie alle quali doveva andare incontro il residente a Downing Street 10 e il suo partito laburista, purtroppo ora c’è molto di più.

Brown e Bush si cercano sull’Iraq

Sia Washington che Londra hanno cercato di depistare la cosa, asserendo che non esista un accordo predeterminato tra i due paesi su una possibile strategia futura. Il fatto però che questa cosa sia uscita, di per sé, già fa pensare il contrario.

Tutto questo mentre un’affermazione sibillina di George W.Bush fa pensare e riflettere sulle morti sul campo di battaglia. Per molti maggiormente onorevoli di altre, perchè dovuto all’orgoglio nazionale.

La situazione irachena e la giustificazione delle morti amiche si ritrovano in una frase di Bush:

“Provo dolore personale per le vittime in Iraq sia che si tratti di alleati o civili innocenti. Bisogna sottolineare che la popolazione irachena ha sofferto in un contesto più ampio. Le truppe americane non hanno “intenzionalmente ucciso persone innocenti”, ma soprattutto che un gran numero è stato ucciso da Saddam Hussein.”

Secondo voi: E’ possibile giustificare in questo modo una guerra?

42 giorni…per essere colpevoli

Nella giornata di ieri, dopo un’estenuante votazione risolta sul filo di lana, il premier inglese Gordon Brown ha visto accogliere da parte della Camera dei Comuni l’emendamento noto come “42 giorni”.

La “42 giorni” è una legge che regolamenterà il carcere preventivo per le accuse di terrorsimo.

Fino a ieri i poliziotti britannici potevano arrestare dei presunti colpevoli di terrorismo e fermarli in stato di arresto preventivo per 28 giorni, periodo in cui gli stessi agenti avrebbero poi dovuto cercare prove per incarcerarli definitivamente. Da oggi quei giorni passeranno da 28 a 42.

Una legge che però fa storcere il naso alla polizia, prima di tutto perchè peggiorerà le relazioni con la comunità islamica e in secondo luogo perchè si teme che gli inquirenti subiscano pressioni al fine di trovare prove contro i fermati danneggiando la reputazione della polizia

E voi che ne dite: Avreste votato a favore della “42 giorni”?

Brown: “Si al silenzio – assenso nei trapianti”

Nuove regole per i donatori inglesi. Il primo ministro britannico Gordon Brown, si è detto infatti a favore di modificare le attuali leggi che regolamentano la donazione di organi in Gran Bretagna.

Attualmente il trapianto avviene con lo stesso procedimento che si adotta in Italia. Una persona, sia essa viva o morta, può donare i propri organi solo ed esclusivamente se ha autorizzato, mentre era in vita, esplicitamente la volontà di volere donare i propri organi aderendo al Nhs Organ Donor Register (il registro nazionale dei donatori).

L’intervento di Gordon Brown vuole andare a togliere questo esplicito consenso, presumendo automaticamente lo stesso nel caso in cui il paziente, o per lui i suoi familiari, non esprima una propria contrarietà.