Farsi gli affari propri

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Dall’estero sono in molti a suggerire. Venerdì scorso un editoriale dell’Economist, dalla Gran Bretagna, suggeriva a Silvio Berlusconi di dimettersi. Oggi a dare lo stesso suggerimento è il Financial Times: Silvio Berlusconi, scrive, non può governare l’Italia. Lo scrivono in un commento non firmato nella pagina degli editoriali: quindi voce della direzione del quotidiano della City. Il presidente del consiglio italiano, ad oggi, è rimasto in forze nonostante molti avvenimenti accadessero intorno a lui. Ma le cose adesso, finalmente, stanno diventando serie per il Cavaliere.

Ma se il premier, l’appariscente primo ministro italiano (sic!) è, per il Financial Times, sotto assedio (pentiti di mafia, piazze, la richiesta di divorzio della moglie. E le parole di Gianfranco Fini.

Berlusconi, ovvero l’Italia tra feste e stampa estera

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Una cosa è certa: del fatto che domani e dopodomani ci siano ballottaggi e referendum non interessa più a nessuno. Se ne scorgono poche, maldestre tracce sulle prime pagine on line di Repubblica e del Corriere. Certo, ci sono gli scontri a Teheran. Ma c’è sempre, tanto, troppo, dappertutto (anche se non nei Tg, certo: sto guardando il Tg5 e al massimo riporta del First dog degli Stati Uniti, il cane della famiglia Obama… Oppure lo scottanteee scoop di quanto ci si diverta a Mirabilandia… ) il nuovo scandalo Patrizia D’Addario. & Company, dato che l’amica della D’Addario, Barbara, con tanto di videointervista. La Montereale è stata ascoltata dalla Guardia di Finanza di Bari come persona informata dei fatti.

Si sono sbizzarriti anche i giornali stranieri.

I Mastella a Dynasty. Ovvero, la soap che viene dalla Germania ma è tutta italiana

Dynasty
Mauro Montanari, vice-presidente della Commissione Informazione Comunicazione del CGIE è direttore del Corriere d’Italia a Francoforte sul Meno. L’ho incontrato – dubito che, giustamente, se ne ricorderà – in occasione della Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero (Cgie), qui a Roma, dal 6 al 9 Novembre scorso alla Farnesina.
In quella stessa occasione, vagando e gironzolando col mio collega allo stato brado per il Ministero degli Affari Esteri, sotto l’egida gentile di quella santa donna della direttrice dell’agenzia di stampa per cui stavo collaborando, per la prima volta in vita mia – probabilmente anche per l’ultima – ho incrociato di persona BAFFETTO!!! Ora, vogliate permettermi una digressione puramente infantile. Quell’uomo, e in molti/e rimarranno perplessi/e, ha la capacità di suscitare nell’immagine il mio grido al fascino. Aveva quell’immutato sorrisetto assolutamente sicuro di sè e imperturbabile, secondo me è come il make up permanente. Salve! Salve! Sono soddisfazioni – è colpa delle scuole superiori, avevo un professore di matematica e fisica che lo ricordava e assai piaceva alla mia adolescenza.
Divagazioni a parte, torniamo al buon Consigliere Montanari. Oltre ad essermi rimasto impresso per il cognome – che nella mia vita quotidiana dice assai – l’uomo in questione ha un aspetto discreto, signorile, intelligente, forte e decisamente schivo. Certo, ha tutta l’aria di decidere se e con chi avere a che fare.

Survivors. Ovvero: i soliti noti

I soliti ignoti
Si sente dire ormai da più parti. E sempre di più. La solita banalità estremamente carica di verità. Le facce che governano l’Italia sono sempre le stesse facce. L’eta media del Parlamento parrebbe essere di soli 54 anni. Ho trovato questo post, un po’ vecchio ma ben documentato.
54 non è poi così alto, come numero. In effetti a immagine e occhio e croce uno direbbe 70. Ma insomma, a governarci, da sempre, ci sono i soliti noti.
I media abroad assai si stanno di questi tempi interessando alle vicende quasi folkloristiche della politica del Belpaese di questi giorni. Potrebbero farsi i fatti loro, direte. Ma se realizzate che oggi, su 11 quotidiani nazionali che mi sono capitati sotto mano, almeno 5 avevano la royale coppia Sarkozy-Bruni in prima pagina, decidete poi quale delle sue parti mediatiche in causa – italiana o abroad – è più triste.
Dunque, dopo essere stato per la seconda volta stroncato dall’Economist, l’uomo dei media all’italiana ritorna agli onori della cronaca estera grazie al Financial Times. Nel 2005 avevano scritto questo. Ora Berlusconi torna a far parlare di sè come il grande sopravvissuto d’Italia.