Tripoli, Frecce Tricolore e Berlusconi on air

Tripoli, il 1 settembre, festeggia. Festeggia i 40 anni della rivoluzione di Muhammar Gheddafi. Ma a celebrare il leader libico non ci saranno nè il presidente francese Nicolas Sarkozy, né il presidente con il primo ministro russo, Dimitri Medvedev e Vladimir Putin. Fonti del Cremlino precisano che entrambi hanno già impegni precedenti: Medvedev, pur avendo ricevuto un invito, quel giorno ha l’agenda già impegnata. Putin, dice il suo portavoce Dmitri Peskov, il primo settembre prossimo il premier sarà a Danzica per una visita già concordata precedentemente.

Alle celebrazioni indette a Tripoli il prossimo 1 settembre ci sarà, invece, Silvio Berlusconi. Che manderà anche le Frecce Tricolore.

Scudi Anti-Missile: Sarkozy e lo state bboni

Russia e Stati Uniti, o meglio, i vecchi Stati Uniti d’America quelli del presidente meno abbronzato, meno bravo, meno tutto. Un solo negoziatore: l’Europa. Quel vecchio continente che si impersonifica alla perfezione con Nicolas Sarkozy, giovane e dinamico, interlocutore ideale di una parte di mezzo che dovrà ricongiungere le parti tra due leader di due grandi paesi, dotati però di una giovane età (politicamente parlando) e con ideali letteralmente diversi. Forse gli interlocutori ideali per questo discorso sullo scudo anti-missile, che ha di fatto visto il nostro mondo tornare ai livelli di qualche decina di anni fa e la tremenda guerra fredda.

Dimitri Medvedev, il nuovo “zar”

Non sembrano passati otto anni da quando Vladimir Putin saliva ufficilamente al potere in quella Russia che diveniva, con il passare degli anni, sempre più capitalista e sempre meno comunista.

Un’immagine costruita non solo tramite la politica interna, ma soprattutto attraverso la politica estera, attraverso quelle tante conoscenze che l’hanno reso sempre più “popolare” agli occhi dei cittadini della Terra. Una fra tutte l’amicizia che lo ha legato da sempre con Silvio Berlusconi, che proprio oggi verrà insignito della carica di capo del governo.

Un destino beffardo quello che lega i due amici che, nello stesso giorno, vedono da una parte, Berlusconi appunto, iniziare il suo quarto mandato e dall’altra, Putin, terminare i suoi 8 anni, anche se, forse, non è proprio così.