Berlusconi, gaffe sui desaparecidos

Berlusconi, battuta infelice sui desaparecidos. Gaffe-prone lo definisce l’AFP. E in effetti ne avrebbe, a detta di molti – anche dell’Argentinafatta un’altra. Anche se continua a sostenere con i suoi di essere frainteso, e che le sue paole vengono perennemente rovesciate. Decidete voi.

Comunque, il risultato al momento è: il ministero degli Esteri argentino convoca l’ambasciatore italiano, Stefano Ronca. Esprime profonda preoccupazione per le presunte frasi attribuite al Presiddente del Consiglio Silvio Berlusconi sulla tragedia dei desaparecidos. Ronca risponde: da parte di Silvio non c’è stato certamente alcun intento offensivo. Piuttosto c’è stata netta presa di distanza dalla dittatura argentina.

Palazzo Chigi rincara: attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato su un finto caso che provoca indignazione. A far scoppiare il caso è stato Clarin, che ha citato l’Unità.

Il diritto non cade in prescrizione

Desaparecidos
Daniela Binello, nel 2002, ha scritto un libro. Il diritto non cade in prescrizione. Domenica 24 febbraio, alle 20.00, sarà a Roma, al Fusolab, a parlarne, ancora. I desaparecidos costituiscono un capitolo talmente tanto grande della nostra storia contemporanea, da essere infinito. E solo da poco l’Italia sta cominciando a parlarne. Lentamente. Dalle nicchie, ma non solo.
Il diritto non cade in prescrizione parla del primo processo, in Italia, che ha riguardato sindacalisti e persone di origine italiana che sono scomparse in Argentina sotto la dittatura, tra il 1976 al 1983. La dittatura, in nome della sicurezza nazionale, predispose le sparizioni di 30.000 persone. Tutti quelli che non la pensavano secondo regime: comunisti, persone di sinistra, ma anche preti, suore, insegnanti.

Desaparecidos. Per non dimenticare

Desaparecidos
140 militari latinoamericani ricercati dall’Interpol sono gli imputati di quello che potrebbe essere il più grande processo al mondo contro il Piano Condor, l’organizzazione terroristica internazionale creola (e si sospetta gestita da Washington – come emergerebbe dalle carte) che negli anni ’70 ha realizzato migliaia di sequestri e sparizioni di persone nel Cono Sud dell’America latina.
Questo processo viene portato avanti dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, che indaga da tempo sui crimini delle dittature latinoamericane negli anni ’70-’80. E’ quello il periodo in cui i governi dittatoriali latinoamericani avevano concluso un accordo, il cosiddetto Piano Condor, per reprimere gli oppositori dei rispettivi regimi. Tra le vittime molti italiani: per far luce sulla loro morte e perseguirne gli autori è stata avviata l’inchiesta romana.
E’ una delle ragioni per cui abbiamo organizzato questa occasione, rivela Gianni Tarquini, portavoce di Terremadri onlus. Memoria Prohibida.