Il Papa: rispettate le opinioni altrui

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L’eco delle vicende de La Sapienza non si spegnerà. Oggi è toccato al Papa parlare. Oggi ha detto la sua, dal suo balcone, di fronte ai suoi. Parole inopinabili, immagine rinvigorita. Situazione creata dalla superficialità di questi tempi.

Una storia tutta sbagliata. Dall’inizio alla fine. Ci fosse stata una puntata della quale non disperarsi. A partire dall’invito del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Fatto che, opinione personale, è stato il vero, grande errore della faccenda. Tutto il resto è stato anche peggio, ma è nato da lì e dalla stupidità. Le polemiche sono scoppiate violentemente e prive di ogni controllo. E, dopo aver investito così un’intera settimana di cronache, il culmine, l’epilogo, è arrivato questa mattina a Piazza San Pietro.

200mila persone – queste le stime ufficiali rese note dalla stampa vaticana – hanno assistito al consueto messaggio domenicale del Pontefice. Che ha lanciuato il suo ringraziamento a universitari, professori e quanti sono venuti così numerosi in piazza San Pietro per partecipare alla preghiera dell’Angelus e per esprimermi solidarietà.

Ratzinger, La Sapienza e il discorso mai fatto

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In uno speciale di RepubblicaTV, ieri, Ezio Mauro ha provato a rispondere alla situazione attuale di questa Italia in subbuglio.

Un’idea malata, dice, è quella che ha portato alla situazione attuale. Allo scandalo dell’annnullamento della visita del Papa all’inaugurazione dell’anno accademico presso La Sapienza di Roma. Un’idea che non è neppure così forte. Un’idea che ha portato ad uno scandalo. Perchè tale è ormai l’incidente, a livello diplomatico e di immagine.

Si è più volte ripetuto quanto la miccia sia stata accesa dall’invito del Magnifico Rettore al Papa. Un cambio di tradizione – il Papa avrebbe addirittura dovuto tenere, in una prima ipotesi, addirittura la lectio magistralis, poi correttamente affidata ad un Professore. Una spirale poi di eventi che ha portato a problematiche di immagine, di coscienza, di morale, di intelligenza.

Che cosa ha da fare o da dire il Papa all’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà. Questo, un passaggio del discorso che Benedetto XVI avrebbe dovuto pronunciare oggi all’università di Roma La Sapienza, e che sono state invece veicolate dal Magnifico Rettore Renato Guarini all’inaugurazione dell’anno accademico.

Il Papa a La Sapienza. Ma la protesta quale gioco aiuta veramente?

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Lotta all’Inquisizione per il più grande Ateneo d’Europa. Una lotta, molto probabilmente sbagliata. E non per il concetto o per la base laica che potrebbe avere. Ma a partire dal metodo, scelto e portato avanti. Perchè in questi tempi malati, l’indifferenza sarebbe stata l’arma più efficace.
Giovedì prossimo il Papa sarà a Roma, a La Sapienza, per inaugurare il nuovo anno accademico. Ora, l’università l’avrà pure invitato, per logica. Dalla diffusione della notizia della sua presenza, è scattata la rivolta delle menti. 67 docenti e scienziati hanno firmato un documento dove sostanzialmente dicono: no, grazie. Definendo la faccenda un incongruo evento e chiedendo al Rettore di annullarlo. A quel documento si stanno aggiungendo, giorno dopo giorno, molte altre prestigiose firme.
Per tutta risposta, naturalmente, Radio Vaticana, invitata a nozze dalla provocazione, definisce la faccenda come un’iniziativa di tipo censorio. Con pericolosi richiami al passato storico e tradizionale dell’Ateneo. Perchè la prima parola della storia dell’università romana, che i cervelli in rivolta lo vogliano o no, l’ha scritta il Vaticano. Che i cervelli lo realizzino o meno – e non può essere che non lo realizzino – la loro rivolta diventa così un’arma a doppio taglio. La Sapienza è stata fondata da Papa Bonifacio VIII nel 1303. La comunità universitaria attende con interesse l’incontro con Benedetto XVI. Detto per inciso, i professori si sono persino fatti prendere in giro dall’emittente in questione, che ha definito, con tanto di virgolettato, “tollerante” la protesta.