Un giorno diverso, per non dimenticare

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In un giorno come questo, la normalità del nostro lavoro, passa in secondo piano.
È il 27 Gennaio 1945, una data che segnerà la salvezza per milioni di persone.
Siamo in pieno regime nazista, sotto l’assedio delle armi per la guerra incombente, quando le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, durante un attacco alla città di Berlino, s’imbattono nel centro abitato polacco di Oświęcim, nota a tutti col nome che suscita rabbia, disprezzo e disperazione: Auschwitz.
Costretta a viaggiare nel tempo suscitando ricordi spaventosi, questa città ha ospitato orribili tragedie, indicibili ingiustizie e carneficine rimaste impunite.
La brama di conquista della “razza ariana” e il desiderio concreto di sterminare e cancellare completamente il popolo ebraico e non solo (considerate che ad Auschwitz furono uccisi oltre il 1500000 di ebrei, zingari, omosessuali, testimoni di Geova e prigionieri politici) hanno dato vita al Genocidio Nazista.
I pochi sopravvissuti al campo di concentramento hanno raccontato quello che accadeva nel loro soggiorno forzato ad Auschwitz, intrappolati in quell’orrore senza identità dove la sopravvivenza era l’unica prospettiva.
Lo sterminio non è solo frutto della scelleratezza della Germania nazista ma anche figlio del SILENZIO, di chi, da una posizione autorevole non ha impedito questa tragedia. Solo alcuni si distinsero, lo dimostra l’esempio del Re di Danimarca, che mettendosi simbolicamente una stella gialla (che contrassegnava gli ebrei) fermò con successo la deportazione degli ebrei danesi. Questo purtroppo non accadde in Francia, dove addirittura dopo l’armistizio furono consegnati gli ebrei francesi all’autorità nazista o in Italia dove l’impegno verso gli ebrei si evidenzia, più che altro, nell’intraprendenza di alcuni.

La Repubblica Italiana nel giorno 20 Luglio 2000 decise di riconoscere il 27 Gennaio come la “Giornata Della Memoria”, per non dimenticare le terribili tragedie del regime nazista.

Molti eventi si svolgeranno nel nostro paese, affinche gli orrori vissuti non vadano perduti nel tempo. La Fondazione Memoria della Deportazione pubblica un volume di “Otto lezioni sulla deportazione” mentre uscirà Il film “Hotel Meina”, di Carlo Lizzani.
Noi non dimentichiamo, con l’auspicio che questa ricorrenza non esaurisca in questa giornata il suo spirito.

Sarkozy e Zorro: tasse alle TV private per aiutare quelle pubbliche

Zorro

Nicolas Sarkozy alla riscossa. Al presidente piace il mondo mediatico e la celebrazione. In questi tempi di occhi puntati sulla di lui vita privata – a volte, appare, più all’estero, in quest’Italia cui tanto piace il gossip e, perchè no, il voyeurismo, che nella stessa Francia – Sarkozy pensa ad una riforma delle dinamiche televisive d’oltralpe. Ecco la proposta: eliminare gli spot commerciali dalla tv pubblica e tassare i ricavi pubblicitari dei canali privati per ridurre il deficit.

Durante la conferenza stampa di inizio anno, nel Salone delle feste dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy ha annunciato le sue intenzioni a più di 500 tra giornalisti, fotografi e operatori televisivi provenienti da oltre quaranta Paesi. Al Presidente, come è normale che sia, è toccato anche rispondere alle inevitabili domande sulla sua relazione con la cantante ed ex modella italiana Carla Bruni. E’ una storia seria, ha affermato. Difficile immaginare il contrario – o che semplicemente affermasse qualcosa di differente – dopo la maestosa esposizione mediatica del loro viaggio in Egitto e delle romantiche passeggiate tra le Piramidi.

Tornando alla realtà, il capo dello Stato ha esordito affrontando il tema del rinnovamento culturale del servizio pubblico radio-televisivo. Un settore che, nei suoi piani, deve mirare alla qualità e non può funzionare solo con criteri mercantili. La proposta concreta? Voglio che i requisiti della televisione pubblica siano modificati profondamente, e voglio considerare la possibilità di eliminare completamente le pubblicità dai canali pubblici. Togliere, dunque, gli introiti pubblicitari al broadcasting pubblico, per assicurarne un innalzamento effettivo dal punto di vista dei contenuti e della qualità. Il finanziamento e quindi la sussistenza economica della Tv pubblica potrebbero essere assicurati per altra via. Potrebbe essere introdotta una tassa più alta sulla raccolta pubblicitaria delle tv private e una tassa infinitesimale sul volume d’affari dei nuovi mezzi di comunicazione, come internet o la telefonia mobile.