Banca Popolare di Bari, con Mutuo Break si sospende la quota capitale della rata fino a 3 volte

Affrontare il futuro è una sfida complicata, ma che deve essere intrapresa con la massima serenità. È quello che pensa anche la Banca Popolare di Bari, che ha pensato bene di sviluppare uno strumento ideale per tutti i clienti che vogliono realizzare i propri sogni, senza però dover perdere ore e ore di sonno.

Si tratta di Mutuo Break, una soluzione perfetta per tutti quei privati che hanno l’esigenza di sospendere il pagamento della quota capitale per diverse volte nel corso del piano di ammortamento del proprio mutuo. Stessa situazione per chi ha bisogno di maggiore flessibilità oppure chi ha la necessità di liberare maggiore liquidità che deve essere destinata a far fronte alle esigenze della famiglia.

Mutuo Break ha una durata massima fino a 30 anni (con un numero di rate pari a 360): l’ansia e la preoccupazione legata alle spese improvvise si possono finalmente combattere. Questo mutuo è l’ideale, quindi, per chi deve acquistare una nuova abitazione, oppure anche ristrutturarla. Tante condizioni vantaggiose sono previste anche per tutti coloro che sono già soci della Banca Popolare di Bari e non si limitano certamente al solo spread promozionale dello 0,75% sul tasso fisso.

Uno strumento per affrontare esigenze e non bisogni. È esattamente questa l’idea che sta alla base della campagna pubblicitaria relativa a Mutuo Break, che è stata realizzata da parte di Hdrà, un noto gruppo di comunicazione che ha voluto esaltare questa nuova proposta della BPB. Un filmato in cui si nota la principale caratteristica di Mutuo Break, ovvero l’opportunità di sospendere il pagamento della quota capitale della rata fino a tre volte e fino ad un massimo di 12 mesi consecutivi per ogni singola opzione. Il protagonista dello spot, Paolo, è un ragazzo che sta acquistando una nuova casa e sceglie Break proprio perché evita ogni possibile segnalazione di criticità.

 

Fabrizio Bertot: riparte l’Officina delle Idee e del pensiero

Fabrizio Bertot

Il comune di Rivarolo Canavese riparte da Fabrizio Bertot, europarlamentare ed ex sindaco del Paese. Nonostante il susseguirsi di impegni internazionali, che lo hanno visto partecipare attivamente alle elezioni politiche in Russia e in Azebaijan in qualità di osservatore internazionale, il politico non ha lesinato energie, impegnandosi attivamente sul proprio territorio.

L’impegno di Fabrizio Bertot per Rivarolo Canavese  è stato dunque quello di far ripartire il progetto dell’«Officina delle Idee e del pensiero», costituito da una serie di incontri legati a personalità di spicco della cultura, dell’arte e della politica. Le numerose attività internazionali intraprese in questi ultimi anni. hanno permesso a Bertot di maturare la dovuta esperienza politica, che pone oggi al servizio della propria collettività.

Fabrizio Bertot e l’Officina delle Idee e del pensiero

L’Officina delle Idee e del pensiero nasce come confronto di idee sui grandi temi della politica, come l’immigrazione, l’Europa o la famiglia; non mancheranno tuttavia ampi spazi dedicati alle questioni legate al territorio di Rivarolo Canavese ed alle prospettive di sviluppo.

L’ex sindaco di Rivaloro ha precisato inoltre come le pesone di buona volontà della società rivalorese che si aggregano attorno all’Officina delle Idee e del Pensiero presto si costituiranno in Associazione, così da mettere in atto le idee espresse lanciando una serie di iniziative culturali e politiche per la propria città.

«Mai come in questo momento di incertezza politica bisogna mettere insieme le buone idee per poter realizzare poi dei buoni progetti» ha voluto infine aggiungere Bertot, parlando dell’iniziativa, «al di là delle varie etichette e dei vari schieramenti, ma mantenendo ben salda la identità culturale italiana e canavesana. L’Officina delle Idee e del pensiero sarà il laboratorio per fare tutto questo».

La prima data degli incontri è prevista per il prossimo 23 aprile, alle ore 20:30, presso il teatro parrocchiale dell’oratorio San Michele, in via Fiume 15. L’ospite sarà Alessandro Meluzzi, psichiatra, scrittore e politico italiano di rilievo, con il quale si parlerà di Identità Europea e politiche migratorie. Seguiranno ulteriori incontri con  con lo scrittore e giornalista Magdi Cristiano Allam e con altre personalità di spicco.

Fabrizio Bertot e l’evento su Facebook

Banca Popolare di Bari, regalo di Pasqua dal Cda: approvato il bilancio 2017

Un’ottima notizia per Pasqua per la Banca Popolare di Bari: è stato infatti approvato il progetto di bilancio da parte del Cda per l’esercizio 2017. Durante gli ultimi mesi dello scorso anno, l’istituto pugliese ha perfezionato un’operazione di cartolarizzazione dei crediti a sofferenza per qualcosa come 350 milioni lordi. Una mossa che ha di fatto dato una mano a far calare, per il secondo anno di fila, il totale delle posizioni deteriorate, comprendenti sia quelle lorde che quelle nette.

In vista del 2018, il Gruppo ha previsto ulteriori operazioni di notevole importanza. Entrambi i coefficienti patrimoniali consolidati al 31/12 si aggirano intorno al 10,2% (il Cet1 e il Tier 1 Ratio) e al 12,7% (il TCr, ovvero Total Capital ratio). Tutti e due tali fattori sono al di sopra dei coefficienti che sono stati stabiliti per l’anno 2016 dal Regolatore ad esito dello SREP 2017. In riferimento ai dati reddituali, invece, il margine di intermediazione subisce un calo pari all’1,4%. Il problema è sicuramente il notevole aumento delle commissioni nette, che sono cresciute del 12%.

Ottime notizie anche in riferimento alla posizione di liquidità, dal momento che i due indicatori Lcr e Nsfr sono al di sopra dei limiti posti per legge (del 100%), pari rispettivamente al 190 e al 111%. Sono ben 353 le filiali del Gruppo Banca Popolare di Bari che include pure BpBroker, Popolare Bari Corporate Finance e la Cassa di Risparmio di Orvieto. In totale si tratta di 353 filiali, quindi, che si trovano spalmate su ben 13 regioni diverse.

Importanti notizie anche in merito alla trasformazione in Spa della Banca Popolare di Bari. Dopo la positiva sentenza della Corte Costituzionale dello scorso 21 marzo, ecco che il Gruppo pugliese ha dato nuovamente il via a tutte quelle attività che sono fondamentali per poter raggiungere l’obiettivo di allinearsi con quanto previsto dalla legge.

 

Terrorismo internazionale: tre giovani arrestati a Torino nell’inchiesta Taliban

Ancora una volta il grande lavoro dei servizi segreti italiani in tema di terrorismo e Isis si sta facendo notare. Sono stati arrestati, infatti, tre giovani originari della Tunisia, che avrebbero preso parte ad un’organizzazione di stampo terroristico in compagnia di altre quattro persone. Di queste ultime, due si trovano all’estero e le altre due sono decedute nel conflitto in Siria.

I carabinieri del Ros di Torino hanno potuto arrestare i tre indagati dopo aver ricevuto il via libera dalla Corte di Cassazione. Quest’ultima ha dato l’ok all’applicazione delle misure cautelari che, all’inizio, non erano state condivise.

I tre giovani tunisini vengono accusati di propaganda jihadista ed erano già agli arresti domiciliari per altri reati minori, tra cui traffico di droga. L’ottimo lavoro rientrante nell’inchiesta “Taliban”, portata avanti dalla procura torinese, ha permesso di ricollegare l’associazione legata al terrorismo internazionale anche ai nomi dei tre africani. L’inchiesta si riferisce a quel fenomeno dei foreign fighters, che già nel 2015 avevano consentito di individuare un altro gruppo di tunisini sospettati di avere collegamenti con l’Isis, le cui minacce, già evidenziate sul blog di Fabrizio Bertot, hanno scosso anche la nostra classe politica impegnando l’intelligence del Paese.

Il gruppo localizzato dai Carabinieri di Torino era, in principio, formato da sette persone che avevano fatto richiesta di un permesso di soggiorno per motivi legati allo studio. L’iscrizione all’università dei giovani era avvenuta facendo leva su falsi titoli di studio, ottenendo una borsa di studio. Il problema è che non hanno preso mai parte neanche ad una lezione o ad un esame.

Contemporaneamente, sui profili Facebook dei giovani tunisini sono emerse le prime frasi connotate da un forte stampo ideologico pro-Isis.

Secondo gli inquirenti, i giovani fanno parte di Ansar al-Sharia, ovvero quella branca dell’Isis che si muove prevalentemente nella zona del Sinai. Come detto, due dei sette giovani hanno fatto rotta verso la Siria, dove sono deceduti nei vari conflitti a fuoco, chiaramente schierandosi dalla parte del Califfato.

Il paradosso di Matacchiera sull’Ilva di Taranto

D’ora in poi si chiamerà “il paradosso di Matacchiera”: denunciare un fenomeno escludendone un altro, per poi scoprire che quel fenomeno era proprio ciò che era stato escluso. E’ la gaffe in cui è caduto Fabio Matacchiera del Fondo Antidiossina, il quale ha pensato bene di diffondere un nuovo video per denunciare l’inquinamento dell’Ilva, iniziativa che di questi tempi è garanzia di grande successo sui social network. Secondo Matacchiera, ad uscire dalle ciminiere dello stabilimento tarantino era “fumo”, fumo tossico e inquinante, fumo “incredibile”, e non era di certo vapore.
E invece, sorpresa, ciò che si vede nel video è proprio vapore, che Matacchiera ha scambiato come fumo. Un equivoco in cui in realtà possono cadere in molti, complice un effetto ottico che è già stato spiegato on line.
Le immagini diffuse dal Fondo Antidiossina si riferiscono alle regolari fasi di spegnimento del carbon coke che avviene nel reparto cokeria dello stabilimento, operazione di routine che l’acciaieria di Taranto ripete anche più volte al giorno.
La “colonna di fumo” di Matacchiera è quindi semplice vapore, la cui emissione è monitorata con la frequenza prevista dal piano di monitoraggio e controllo dell’Aia.
E non c’è nulla di cui avere paura: i risultati delle attività mostrano costantemente valori al di sotto dei limiti autorizzati e i dati vengono regolarmente comunicati alle autorità competenti e agli enti di controllo.
L’Ansa ha diffuso il video di Matacchiera senza spiegare tutto questo, evidentemente ignorando l’effetto ottico che ha generato il sensazionalismo tanto caro ai media sull’Ilva: quando l’evento emissivo che abbiamo appena spiegato si verifica in presenza di umidità e con le luci notturne dello stabilimento, l’effetto ottico è tale da farlo sembrare fumo.
Facile cascarci, ma questo non giustifica la diffusione di notizie palesemente errate e soprattutto allarmiste. Anche perché sull’Ilva di Taranto ne sono state diffuse già troppe.

Gaza, la situazione è tragica: gli appelli di OMS e delle associazioni umanitarie

Una vera e propria emergenza umanitaria. A Gaza la situazione è veramente disperata, con migliaia e migliaia di palestinesi che rimangono bloccati in una sorta di prigione a cielo aperto per via soprattutto della decisione egiziana di chiudere il transito di Rafah.

Geograficamente esattamente nel mezzo tra il Sinai e Gaza, il valico di Rafah sta diventando un enorme problema. Infatti, è il solo punto di accesso per i palestinesi, oltre due milioni, verso il resto del continente arabo. Ad Erez la situazione è ancora più rigida, visto che sono pochissimi (e dopo lunghe procedure di attesa) coloro che hanno la fortuna di ottenere un permesso israeliano per proseguire oltre.

Come al solito, a subire le atroci conseguenze di scelte politiche univoche o autoritarie sono sempre gli innocenti. Due milioni di civili che sono rimasti intrappolati in questi lembi di terra. L’Egitto ha chiuso il valico di Rafah per via dell’assenza di un sufficiente livello di sicurezza per i palestinesi che si sarebbero messi in viaggio verso Il Cairo. Sembra che dietro ci sia in realtà anche un problema economico di “pagamento di tariffe molto alte”.

L’appello che viene lanciato da tutte le organizzazioni umanitarie, compresa l’OMS, non ammette ritardi o complicazioni. C’è da intervenire con un programma immediato di donazioni: 1715 palestinesi stanno per morire per colpa delle critiche condizioni in cui versa il sistema sanitario del Paese. Manca energia elettrica, mancano gli spazi, mancano i soldi che spettano ai circa 6000 operatori sanitari che da numerosi mesi non ricevono nemmeno la metà dello stipendio che spetterebbe loro.

E le potenze che fanno? Al termine del 2017 si era scaldata la discussione per via degli spostamenti di ambasciate, decisa dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che da Tel Aviv l’ha portata a Gerusalemme. E l’avallo che era arrivato da Putin, visto che nello stesso giorno il Presidente russo decise di ritirare le truppe in Siria.

Popolare di Bari: i conti tornano a respirare con la seconda cartolarizzazione Npl

Prosegue l’importante operazione di pulizia dei propri bilanci per la Banca Popolare di Bari. L’istituto pugliese, infatti, sta rispettando un vasto piano pluriennale di dismissione dei crediti deteriorati. Nell’ambito di tale programma ha portato a termine, con la controllata Cassa di Risparmio di Orvieto, la seconda cartolarizzazione, sia grazie all’assegnazione del rating, ma anche ottenendo un valore complessivo pari al 32,7%.

Come detto, ogni operazione rientra nell’ambito del maxi-piano che la Banca Popolare di Bari ha deciso di far partire durante gli ultimi mesi per potersi liberare di 800 milioni di euro di crediti deteriorati. La prima dismissione, in realtà, era già stata portata a termine durante lo scorso anno e aveva indubbiamente alleggerito notevolmente la situazione della banca pugliese. In quell’occasione erano stati ceduti 480 milioni di euro.

Lo scorso 16 novembre, invece, è avvenuta la cessione, insieme alla controllata Cassa di Orvieto, di un portafoglio di sofferenze lorde pari all’incirca a 319,8 milioni di euro ad un veicolo di cartolarizzazione. Quest’ultimo ha poi dovuto emettere tre tranches differenti di note ABS. La quota senior, con tanto di Gacs, è pari a 80,9 milioni di euro. La tranche mezzanine è pari a 10,1 milioni, infine quella junior si aggira sui 13,5 milioni di euro.  Questa seconda cartolarizzazione Npl è stata messa in piedi anche grazie all’aiuto del team di JPMorgan.

Importanti anche i dati che si riferiscono al rendimento delle obbligazioni. Ad esempio, la classe Senior potrà contrae su un coupon corrispondente all’Euribor 6 mesi + 30 bps, ma al suo interno sarà compreso strutturalmente anche il premio che dovrà essere versato al Tesoro per via della Garanzia pubblica di copertura. Il rendimento della classe Mezzanine, invece, si attesta all’Euribor 6 mesi + 6%, rispettando certamente quelle che erano le attese del mercato, compreso anche il rischio del rating correlato.

L’Ilva rassicura sul fiume rosso: “Area impermeabilizzata, cento tonnellate d’acqua rimosse”

L’area in cui si è verificato il fenomeno del “fiume rosso” è completamente impermeabilizzata e l’Ilva si è attivata per aspirare l’acqua in eccesso, rimuovendone già 100 tonnellate, dicono fonti vicine all’azienda. Ma il lavoro continuerà anche nelle prossime ore, finché l’emergenza della pioggia incessante che ha messo in ginocchio Taranto non sarà completamente rientrata. Questo è ciò che emerge dopo che l’acciaieria di Taranto è di nuovo finita al centro dell’attenzione e attaccata da più parti a causa di una foto pubblicata dalla pagina Facebook “Solo a Taranto”, che dopo poche ore era già stata condivisa da più di 1200 utenti.
L’immagine ritrae un fiume rosso nei pressi dello stabilimento siderurgico, un colore che secondo tanti utenti del social era dovuto al fatto che l’acqua fosse infettata dai “minerali dell’Ilva”. Una notizia che arriva a pochi giorni da quella, lieta, del via libera del Ministero dello Sviluppo Economico all’avvio dei lavori per la copertura dei parchi minerari dell’acciaieria.
Le stesse fonti hanno fatto sapere che l’area in cui si è verificato il fenomeno è completamente impermeabilizzata e circoscritta da appositi cordoli che hanno la funzione di prevenire potenziali sversamenti di materiale residuo che può depositarsi durante le operazioni di carico-scarico. A causa dei fenomeni atmosferici particolarmente intensi che hanno insistito su Taranto negli ultimi giorni, l’acqua si è accumulata in quantità straordinaria. Già nel fine settimana, l’azienda si è attivata tempestivamente richiedendo l’intervento di una ditta autorizzata per aspirare l’acqua in eccesso. Nella sola giornata di oggi ne sono state rimosse circa 100 tonnellate. L’attività di rimozione e monitoraggio sta continuando e proseguirà anche nelle prossime ore.
I disagi che hanno messo in ginocchio la città intera sono, dunque, gli stessi che ha dovuto affrontare l’Ilva, ancora una volta finita nel mirino della “rete che non perdona”. Una foto simile a quella circolata in queste ore era stata diffusa anche nel 2013.

Housers, con il crowdfunding il patrimonio immobiliare italiano verrà rilanciato?

Nel sud dell’Europa è la prima piattaforma di crowdfunding immobiliare: prende il nome di Housers e permette agli utenti di ricavare dei buoni investimenti, con tutte le garanzie che può ovviamente offrire il mattone. Dal lancio in Italia ad oggi sono passati più di tre mesi e i numeri ottenuti da Housers sono già molto importanti. Nata nel 2015, questa piattaforma sta iniziando un processo di internazionalizzazione già quest’anno e l’Italia è stata scelta come prima nazione in cui creare una filiale per mettere a disposizione della community immobili nella città di Milano e in futuro anche a Roma e Torino. Non solo, visto che gli utenti possono investire anche in Spagna e, nel giro di breve tempo, pure in Portogallo.

Tra i personaggi di spicco che hanno preso parte all’evento di lancio di Housers Italia troviamo Luca Dondi, CEO di Nomisma. Quest’ultimo ha voluto mettere in grande evidenza come questa piattaforma rappresenti una vera opportunità di accesso al mercato immobiliare anche con delle cifre piuttosto ridotte, soprattutto in un periodo storico di grande difficoltà, nonostante gli ultimi dati parlino di qualche cenno di ripresa. Riuscirà ad avere successo questo progetto? Secondo Dondi, i grandi risultati ottenuti in altri paesi sono un ottimo biglietto da visita, ma per sfondare anche nel mercato italiano tutto girerà intorno alla conoscenza di questo settore.

Tra gli altri relatori che sono intervenuti alla presentazione anche Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, che ha voluto rimarcare come le prospettive dei mercati immobiliari in Europa siano in miglioramento, tranne che in Italia, dove questo trend appare molto meno incisivo, anche per via di un supporto del credito bancario davvero ridotto all’osso. Secondo Giancarlo Giudici, Direttore dell’Osservatorio Crowdfunding del Politecnico di Milano, sono tante le potenzialità del real estate inespresse in Italia e Housers potrà essere la chiave di volta per rilanciare l’intero settore. Nello specifico, il crowdfunding in questo campo potrà aiutare notevolmente il processo di ammodernamento di tutto il patrimonio immobiliare italiano, garantendo agli investitori una possibilità importante, ovvero quella di diversificare il rischio.

Renzi: vogliamo vincere da primo partito e lancia l’affondo al Movimento 5 Stelle

matteo renzi

Il segretario del partito Democratico Matteo Renzi ha le idee ben chiare in merito alle prossime elezioni del 4 marzo, che si stanno avvicinando sempre di più. L’obiettivo è quello di vincere senza alleanze: la preferenza dell’ex Premier è quella che il suo partito possa trionfare sotto tutti i fronti.

L’intervista di Renzi è stata rilasciata in diretta TV al programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”. A domanda ben precisa del conduttore su quelle che potrebbero essere le possibili alleanze in seguito al voto, Renzi ha ammesso come segua la linea indicata da Gentiloni e da Veltroni, secondo cui non ci sono le condizioni per fare nessuna alleanza né con i partiti più estremisti né con il Movimento Cinque Stelle.

Per quanto riguarda il discorso sul premier che verrà portato al Governo da PD in caso di vittoria delle elezioni, Renzi non ha ancora le idee molto chiare. L’intenzione è quella di attendere gli esiti delle politiche, ma mette in evidenza come non ci sia mai stata alcuna discussione con Gentiloni.

Renzi – di cui si parla molto nel blog dell’On. Fabrizio Bertot – non ci mette molto a puntare il dito contro le scelte delle squadre che salirebbero al potere tra Centrodestra e il Movimento Cinque Stelle, mettendo in evidenza come si tratta di una campagna elettorale basata solo ed esclusivamente sulle divisioni. Renzi ha poi aggiunto in un comizio che si è tenuto a Milano, come la lotta per assicurare il primo posto alle elezioni settimana prossima sarà davvero molto aspra e sul filo dei voti.

Infine, non è mancato anche l’attacco a Salvini, protagonista del giuramento usando un rosario. Renzi non accetta strumentazioni religiose che consentano di raccattare qualche voto in più, accusando la Lega e il suo leader di aver fatto una campagna elettorale troppo strumentale e poco incline alla ricerca della verità e della credibilità.

 

Travolta sulle strisce pedonali? Nessun risarcimento, l’assicurazione non ti crede

Un caso davvero ai limiti dell’inverosimile quello denunciato da Raffaele Gerbi della Professional & Partners Group Srl, che punta i riflettori sull’assoluta mancanza di serietà professionale su diversi casi legati ai risarcimenti da incidenti stradali: ritardi nei pagamenti o nelle visite mediche, tentativi di accordi su cifre più basse di quelle effettivamente dovute. E, non ultimo, la negazione di ogni risarcimento per il semplice sospetto che sia stata perpetrata una truffa, peraltro senza la minima prova documentata. Grazie alla preziosa collaborazione di Raffele Gerbi, analizziamo allora un caso recente particolarmente significativo, che coinvolge una giovane ucraina.

Roma, maggio 2014. Alle cinque del mattino, la guardarobiera Alina Kalinichenko, di anni ventidue, fa ritorno a piedi, dopo aver lavorato la serata in discoteca. Mentre attraversava le striscie pedonali a Piazzale Ostiense, all’altezza del Chiosco del Buongustaio, viene travolta da uno scooter Aprilia Scarabeo, assicurato con Unipolsai. La giovane riporta una grave frattura alla gamba sinistra.

Sul posto interviene una pattuglia di Polizia Locale di Roma Capitale, e un’ambulanza del 118 che porta la ragazza all’Ospedale San Camillo. La Polizia Locale ha modo di ricostruire la dinamica dell’incidente, grazie anche alla presenza di un testimone oculare, che dichiara che il semaforo pedonale era verde e che lo scooter, che procedeva a velocità elevata, non si è fermato. Al contrario, il conducente del motoveicolo dichiara che il semaforo pedonale era rosso: questa affermazione è sufficiente per ritenerla un tentativo di truffa e di affidarla alle Aree Speciali antifrode dell’assicurazione che paventa la possibilità di raggiro: «dalle verifiche effettuate presso l’ufficio sinistri competente è emerso come il danno sia stato oggetto di contestazione sulla base degli elementi raccolti in sede di istruttoria la quale ha evidenziato elementi incongruenti». Dunque, si ipotizza in modo poco chiaro un possibile inganno che coinvolge anche il testimone e magari, addirittura, i vigili urbani intervenuti. Tutto ciò è davvero possibile?

Dopo un processo durato ben tre anni e concluso lo scorso 17 maggio, il giudice da finalmente ragione alla Kalinichenko ed ovviamente ritiene veritiera la sua versione dell’incidente. Gerbi ha inteso sottolineare: «A questo punto mi sembra giusto porsi una domanda: chi sono i veri frodati, i danneggiati o le compagnie? Per quali motivi le compagnie continuano a sostenere ingenti costi per mantenere le Aree Speciali? E per quale motivo queste ultime sollevano dubbi e contestazioni anche laddove non esistono? La Kalinichenko ha dovuto attendere i lunghi tempi di un giudizio, con conseguente aggravio di costi a carico della compagnia e l’insoddisfazione delle parti coinvolte per vedere accertata la responsabilità dello Scarabeo, che era evidente e comprovata fino dall’inizio».

Ottenere il risarcimento dalle assicurazioni online? Davvero difficile

Un grave incidente stradale può cambiare la vita: nei casi più gravi, le infermità permanenti possono cambiare radicalmente la vita del singolo individuo, costringendolo ad abbandonare il lavoro e le proprie abitudini. Ma la cosa che rende il problema ancor più triste è l’ingiusto comportamento delle compagnie di assicurazione, che spesso contrattano il risarcimento in maniera ingiusta e senza scrupoli, costringendo i danneggiati a dover ritardare tutte le attività necessarie per ottenere un giusto risarcimento, visite mediche comprese.

Il danneggiato riceve così, dopo l’insorgenza dei gravi problemi fisici, un brutto contraccolpo psicologico. Il comportamento delle compagnie di assicurazione si rivela ancor più grave poi, nel caso siano online o telefoniche: parlare con un responsabile e ricevere assistenza nel caso di procedure straordinarie diventa pressoché impossibile.

Lo studio «Professional&Partners» di Raffaele Gerbi da diversi anni si propone di prestare assistenza alle vittime di gravi incidenti stradali, curandone gli interessi contro le assicurazioni. Lo studio Gerbi è già riuscito in passato ad ottenere ottimi risultati in favore dei propri clienti: con il loro intervento, la giornalista Alda D’Eusanio ha ottenuto un milione e 650.000 euro di risarcimento contro la proposta iniziale di 60mila euro dell’assicurazione.

Se non sono tutelati a sufficienza, chi subisce incidenti stradali diventa vittima della compagnia assicurativa, che evitare di fissare incontri e confronti con i danneggiati, fissa le visite mediche con tempi molto lunghi e propone risarcimenti non congrui con il danno subito, nella speranza che i loro clienti, sfiancati, accettino senza protestare.

Sono tanti i casi eloquenti di come il rapporto con le compagnie assicurative diventi presto deleterio: la «Gerbi Group SpA» sta seguendo in questo periodo sta seguendo diversi casi particolarmente significativi.

Rosa Tiberi, cinquantenne romana, viene urtata mentre era in sella del suo motorino da una Golf assicurata da «CONTE.IT» della britannica Admiral Insurance Company Ltd, subendo l’amputazione del piede sinistro. Dalla prima richiesta dello studio Gerbi, avvenuta il 3 settembre, l’assicurazione ha temporeggiato senza consentire alcun confronto diretto con un responsabile, ma comunicando di voler sottoporre la donna a visita collegiale. Nel contempo, ha proposto un risarcimento di appena 30 mila euro, puntualmente rifiutato. Dopo un reclamo dello studio Gerbi all’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), il risarcimento è arrivato a 840mila euro.

Nell’occasione, Gerbi ha inteso sottolineare che “il risarcimento non è congruo perché non tiene conto di tutto il danno biologico, di quello patrimoniale e del costo dell’assistenza personale di 12 ore al giorno. Inoltre, riuscire ad avere un contatto con la CONTE.IT è decisamente impossibile: l’unico contatto email valido è stato ottenuto dopo tempi interminabili di registrazioni telefoniche. Segnalo poi l’uso di tecniche dilatorie con visite fissate a notevole distanza di tempo l’una dall’altra, così da scoraggiare la mia assistita che, nel contempo, è stata anche sottoposta tantissimi esami medici invasivi e, a mio avviso, non necessari, come due scintigrafie».

Altro analogo, quello di Arcangelo Barone, romano classe 1955: nel settembre del 2015 ha subito l’amputazione della gamba destra, e altre gravissime infermità, dopo un incidente nel quartiere Quadraro di Roma con una Mercedes Classe A assicurata con «DIRECT-LINE». Il grave incidente ha costretto l’uomo sulla sedia a rotelle e ad un periodo di grande dolore fisico, di oltre nove mesi. Nell’ottobre 2016 la «Gerbi Group SpA» ha preso contatti con l’assicurazione, senza riuscire a reperire un responsabile. Nel febbraio 2017 la DIRECT-LINE ha richiesto a Barone di essere sottoposto a visita medico-legale presso un fiduciario della compagnia, mentre Gerbi ha puntato all’effettuazione di una visita collegiale, eseguita poi nel marzo 2017, a distanza di un anno e mezzo dall’incidente.

La visita ha stabilito un’inabilità permanente nella misura dell’80% come danno biologico, più quelli relativi all’attività lavorativa e all’assistenza di cui ha bisogno la vittima. Ad oggi, mentre la «Gerbi Group SpA» quantifica il risarcimento nella cifra di 2,5 milioni di euro, a distanza di 19 mesi dall’incidente continua a prendere tempo e non ha ancora formulato alcuna proposta. «Inoltre», precisa Gerbi, «continua a non fornire alcuna risposta alle richieste formulate via email, e non risponde al telefono». E il dolore per l’abbandono delle vittime degli incidenti continua ad essere, purtroppo, una prassi difficile da debellare.

Studio legale, perchè rivolgersi ai veri professionisti

In un mondo in cui sempre più di frequente emergono le impronte della mafia, che riesce ad infiltrarsi in tanti campi del diritto, quello relativo all’infortunistica stradale è sempre stato particolarmente complesso. Da privati cittadini, quante volte abbiamo dovuto affrontare, purtroppo, delle cause per il risarcimento dei danni che derivano da tali sinistri, che sono andate troppo per le lunghe o magari non sono terminate con i risultati sperati? In questi casi conta tanto anche avere un consulente legale che ci sappia consigliare la via più corretta e sicura da seguire. Nella Capitale il miglior studio legale è sicuramente Professional & Partners Group Srl, offrendo servizi di consulenza e di assistenza legale praticamente per tutto il territorio nazionale.

Uno dei principali vantaggi di affidarsi al miglior studio legale di Roma, il cui Direttore Generale è Raffaele Gerbi, è quello di potersi avvalere di professionisti che hanno un’esperienza pluriennale nel settore dell’infortunistica stradale. La consulenza legale è specifica per il risarcimento dei danni che sono stati provocati da delle lesioni macro-permanenti insorte in seguito a degli incidenti stradali. Professionalità e competenza: sono queste le due linee guida che devono ispirare tutti coloro che intendono misurarsi con una procedura risarcitoria di danni nell’ambito dell’infortunistica stradale. Un gruppo di professionisti come quello guidato dal Direttore Generale Raffaele Gerbi è impossibile da trovare non solamente a Roma, ma sull’intero territorio nazionale.

L’aggiornamento costante verso tutte le varie riforme che di frequente vanno a investire questo settore del diritto privato permette di seguire anche al meglio e interpretare in modo corretto quanto indicato dalla giurisprudenza di legittimità della Suprema Corte di Cassazione. E si tratta di dettagli e particolari che solamente chi ha tanti anni di esperienza in questo campo alle spalle può padroneggiare in modo affidabile e competente.

Roma: incidente Gabriele Simonacci, al vaglio le responsabilità del tassista

A poco più di dieci giorni dall’incidente avvenuto in Corso Vittorio Emanuele II a Roma, proseguono le indagini per accertare le responsabilità del tassista coinvolto nello scontro nel quale ha perso la vita Gabriele Simonacci, barman 28enne e papà da soli 2 giorni della piccola Sofia nata dalla relazione con la compagna Mariateresa.

Intorno alle 5:40 di domenica 5 febbraio, Gabriele si stava recando presso la propria abitazione in sella al suo scooter Yamaha, dopo la chiusura del suo locale, l’Argot, quando a pochi metri da Piazza Chiesa Nuova un taxi bianco intento a svoltare in direzione Largo di Torre Argentina, si è presentato come un ostacolo impossibile da evitare. L’impatto violento ha disarcionato Gabriele dalla moto, incastrandolo sotto le ruote dell’auto e facendo perdergli la vita. A nulla sono serviti i tentativi di rianimazione dei soccorritori arrivati immediatamente sul posto.

Ai vigili urbani del gruppo pronto intervento traffico spetta stabilire se la manovra compiuta dalla fiesta bianca, fosse o meno consentita in quel punto, sembrerebbe infatti che il tassista avesse fatto un’inversione a “U” per uscire dalla stazione dei Taxi, in un luogo già notoriamente pericoloso.

La difesa di Gabriele Simonacci è stata presa in carica da Raffaele Gerbi specializzato in risarcimenti derivati da  incidenti stradali e direttore dello studio Professional and Partners Group che offre consulenza legale per il risarcimento dei danni derivanti da questo tipo di tragici eventi.

Nel frattempo il tassista è stato sottoposto ai test di alcol e droga, l’iniziale accusa di omicidio stradale sembrerebbe essere stata modificata in omicidio colposo, limitandone quindi la responsabilità penale.

La compagna Mariateresa, i genitori e gli amici più cari di Gabriele, si sono raccolti giovedì pomeriggio nella chiesa di San Pio X in Piazza della Balduina, per l’ultimo saluto al giovane strappato troppo presto alla vita.