Julian Assange in conferenza su L’Espresso

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Nella giornata di ieri, Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, ora agli arresti domiciliari a Londra in una casa di un suo giornalista amico, ha risposto alle domande che i lettore dell’Espresso gli hanno posto. La Repubblica e l’Espresso, hanno stretto un accordo con Assange per distribuire i cablogrammi anche qui in Italia ed è proprio da questa unione che è nata questa nuova diretta chat con i lettori.

Assange ha risposto a poche ma chiarissime domande. Un lettore pone ad Assange una domanda relativa alla guerra in Libia e all’intervento della Francia, ecco cosa risponde Assange: “La situazione in Libia è un problema. Se l’intervento è davvero per scopi umanitari, allora dov’è l’intervento in Bahrein e Yemen? La popolazione dei paesi in cui si sta intervenendo non è stata consultata sul piano d’attacco. La guerra è un affare serio. Un’azione militare in una terra lontana deve essere giustificata con piani e un intento chiaro.

Wikileaks, Assange ricercato. Hillary Clinton: “Berlusconi nostro migliore amico”

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Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, è stato inserito nella lista dei “most wanted”, i più ricercati, dall’ Interpol, facendo scattare così un mandato d’ arresto nei suoi confronti in 188 paesi. Assange è ricercato dalla Svezia per un caso di stupro ed aggressione sessuale, dopo la denuncia di due donne, che risalirebbe ad agosto. Il fondatore di Wikileaks voleva chiedere un permesso di residenza in Svezia per usufruire delle leggi sulla libertà di stampa per il suo sito . Egli ha respinto le accuse, facendo capire che tali denunce sarebbero riconducibili ad una campagna degli Usa contro la sua organizzazione.

Ieri, intanto, Assange, intervistato da “Time Magazine” via skype, da una località segreta, ha attaccato duramente il segretario di Stato americano Hillary Clinton: “Deve fare un passo indietro se si può dimostrare che è stata responsabile dell’ aver ordinato alla diplomazia  americana di spiare le Nazioni Unite violando le convenzioni internazionali firmate dagli Stati Uniti” ha dichiarato. Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs ha oggi replicato a tale richiesta, definendola “ridicola” eassurda”, e ribadendo che “il presidente ha piena fiducia nel lavoro svolto dal Segretario di Stato e da tutto il Dipartimento di Stato”.

Assange, il papà di Wikileaks, accusato di stupro. Anzi no

Che abbia pagato o che debba pagare l’attività di pubblicazione del sito Wikileaks da lui stesso fondato? Non è (ancora) dato saperlo ma la vicenda che ha interessato in prima persona l’australiano 39enne Julian Assange ha dell’incredibile.

In poche ore di distanza, la procura svedese ha prima emesso e poi annullato un mandato di cattura per stupro e molestie: in un clima da imbarazzo generale, le forze di polizia della località scandinava hanno inizialmente, per bocca del direttore delle comunicazioni della procura svedese, Karin Rosander, ammesso la formulazione di un mandato di cattura e poi lo hanno praticamente annullato.

Laconica l’informativa del dietrofront: “Sulla base delle attuali informazioni non vi sono più le basi per sospettare che abbia commesso uno stupro, non è più sospettato di stupro e molestie. Tutte le accuse a suo carico sono state cancellate” e il fondatore di Wikileaks “non è più ricercato”.

Quale potrebbe essere la colpa di Assange (anche perchè, ad oggi, nulla è stato chiarito dalle forze di polizia nè da altri soggetti)?