Rai, nuovo dg ma impasse sul referendum

Da Il Riformista di oggi, pagina 7.

di Angela Gennaro

E’ caos in Vigilanza Rai per il regolamento sulla par condicio per i referendum del 12 e 13 giugno. Mentre il Cda di viale Mazzini indica all’unanimità Lorenza Lei nuovo direttore generale (persino l’Usigrai “plaude alla prima donna dg”), a palazzo San Macuto tira una brutta aria. Dentro e fuori.

L’appuntamento ieri alle 14. Non solo per la Commissione di Vigilanza, ma anche per il presidio dei Comitati per il Sì al referendum su acqua e nucleare. Per chiedere quell’approvazione del regolamento che sarebbe dovuta arrivare entro il 4 aprile scorso. Ma la maggioranza fa mancare il numero legale: presenti solo Mura della Lega e il vicepresidente Lainati, Pdl, che chiede il rinvio anche a causa “del concomitante voto in Aula” sul decreto Parmalat.

Tv: oscurata Rainews24

raiDa questa mattina Rainews24 è di fatto e senza alcun preavviso sparita dal digitale terrestre e dalla piattaforma satellitare. Evidentemente le scuse del direttore non bastano e mal celano un profondo malessere professionale“.

Lo dice Roberto Rao, capogruppo dell’Udc in Commissione di Vigilanza Rai, secondo cui Viale Mazzini deve spiegare “alle centinaia di migliaia di telespettatori abituali o saltuari di questo canale il motivo che l’ha indotta di punto in bianco a rendere impossibile la sintonizzazione, a spostare il logo e a impedire tecnicamente l’utilizzo dei ‘flash’, senza concordare col direttore della testata questi cambiamenti“.

Vigilanza Rai, Villari è solo

Villari è rimasto solo. Forse, nella soap opera Vigilanza Rai, la svolta è vicina. Forse – dato che Villari non ha mai avuto intenzione di spostarsi dalla carica assunta.  I quattro capigruppo del Pdl hanno pubblicato ieri una lettera sul Corriere. Il titolo è inequivocabile: Finché Villari non si dimette, lasciamo la Commissione di Vigilanza.

Maggioranza e opposizione sono, a questo punto, compatte nel chiedere le dimissioni del presidente della Vigilanza Rai. La soluzione politica è vicina, dicono i due schieramenti. E Villari è solo.