Obama: “Sostegno alla democrazia in Medio Oriente. Israele torni ai confini del ’67”

Foto: Ap/LaPresse

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, a due anni dal suo discorso al Cairo, ha illustrato oggi, in un altro atteso discorso, la strategia americana verso il mondo arabo. Obama ha promesso sostegno alle riforme e al passaggio verso la democrazia in tale regione, pur precisando che non è possibile imporre cambi di regime dall’estero. Ma dal presidente americano è venuta anche un’inattesa presa di posizione sulla questione israelo-palestinese, proprio prima di incontrare, domani, il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Per Obama, lo status quo tra israeliani e palestinesi “non è più sostenibile”, e da una parte Israele ha diritto alla sua sicurezza, dall’altra i palestinesi alla loro indipendenza, che non potranno raggiungere “negando a Israele il diritto di esistere”. Andrebbero quindi creati “due Stati per due popoli“,che riescano a vivere pacificamente uno accanto all’altro, e andrebbero ripresi i negoziati, mentre il futuro Stato palestinese, secondo il presidente statunitense, andrebbe smilitarizzato, e i confini dovrebbero ricalcare quelli del 1967.
Spiega Obama: “Per decenni il conflitto arabo-israeliano ha portato la guerra nella regione. Il popolo palestinese non ha ancora uno Stato. Per molti è impossibile un passo avanti, ma io non sono d’accordo.” E assicura: “Gli Usa faranno tutto quello che è necessario per andare oltre l’attuale empasse”.

Web giornale politicalive: 2 agosto 2010

WEB GIORNALE DI POLITICALIVE. Flash news dei principali avvenimenti di politica e cronaca del 2 agosto 2010.

BOLOGNA: trentesimo anniversario della strage alla stazione del capoluogo emiliano (attentato con bomba esplosa alle 10.25) che il 2 agosto 1980 provocò 85 morti e oltre 200 feriti. Polemiche per la mancata presenza di un esponente del Governo (il sottosegretario Carlo Giovanardi: “Una piazza che invece di ricordo e dolore ha espresso odio e livore per coloro che ritiene avversari politici. Bene ha fatto il governo a non partecipare”). Il Presidente dell’associazione vittime, Paolo Bolognesi, ha detto: “C’è stato da parte di molti politici un triste tentativo di immiserire la manifestazione ma i cittadini non sono disposti a farsi zittire”. Numerosa la presenza della società civile.

GAZA: ancora alta tensione in Medio Oriente dove razzi palestinesi sono stati lanciati su Eilat e Aqaba, provocando l’immediata reazione dello Stato Ebraico contro le postazioni di Hamas nella Striscia di Gaza. Due morti e decine di feriti. Le vittime: Issa al-Batran, capo dell’ala militare di Hamas, deceduto in un’esplosione nel campo profughi di Nuseirat, e un civile colpito da un razzo ad Aqaba. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha puntato il dito contro Hamas, promettendo di adottare tutte le misure necessarie per difendere il suo Paese.

CASO CALIENDO: stabilita per mercoledì la discussione in Parlamento in merito alla mozione di sfiducia al sottosegretario Giacomo Caliendo, indagato nell’inchiesta P3. La sensazione è che il voto favorevole dei finiani che hanno aderito a Futuro e Libertà possa essere decisivo per mettere in minoranza la maggioranza. In tal senso, è in corso il tentativo di individuare un percorso congiunto con  l’Udc di Pier Ferdinando Casini. Mentre Cicchitto e La Russa invocano lealtà, Bersani prevede la debacle del PdL e della Lega Nord. Intanto Caliendo fa sapere: “Io ho la coscienza a posto e continuo a lavorare”.

USA-IRAQ: il Presidente americano Barack Obama annuncia il graduale ritiro delle truppe americane dall’Iraq. Una “Nuova Alba” per la Nazione a stelle e strisce: le forze militari americane, da settembre 2010 al dicembre 2011 saranno 50mila unità, e il loro compito sarà solo quello di addestrare l’esercito iracheno a badare alla sicurezza del proprio Paese. E’ il primo passo verso una costante diminuzione della presenza americana in Iraq. Le parole di Obama alla Nazione: “Stiamo facendo esattamente quello che era in programma, così come avevo promesso”.

GRILLO: “Loro non si arrenderanno mai, ma gli conviene? Noi neppure”. Con questo motto, Beppe Grillo annuncia che il “MoVimento 5 Stelle” si presenterà alle eventuali elezioni politiche e alle provinciali del 2011. Intanto, si sa che la scelta dei candidati verrà eseguita online attraverso il portale in preparazione: tra i criteri di selezione, la garanzia che il candidato non abbia la fedina penale sporca.

ALTRE NEWS:

M.O., Barghouthi: “Abu Mazen ha sbagliato a fidarsi di Usa e Israele”

palestinesiIl leader di al-Fatah in Cisgiordania, Marwan Barghouthi, nel corso di un’intervista rilasciata al giornale saudita “al-Watan” tramite il suo legale ha affermato: “L’errore di Abu Mazen è stato quello di fidarsi delle promesse degli americani e degli israeliani”. “Abu Mazen ha sbagliato a basarsi unicamente sulla politica delle trattative con Israele – ha continuato Barghouthi – e ha sbagliato anche quando ha perso il potere nella Striscia di Gaza. Nonostante tutto ha ottenuto buoni risultati nel processo di riforma democratica dell’Anp e nel porre fine all’anarchia in Cisgiordania”. Secondo il leader di al-Fatah, “per il futuro l’unica cosa da fare è attivarsi subito per porre fine alla divisione tra i palestinesi realizzando il processo di riconciliazione nazionale”. “Bisogna poi ottenere dall’Onu – ha aggiunto – il riconoscimento dello stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est capitale entro i confini del 1967”. Per Barghouthi, “il fallimento sta nel fatto che l’Autorità palestinese era solo un mezzo e non un fine per noi”. “Doveva, infatti, esistere – ha spiegato – per un periodo limitato di cinque anni in attesa di avere lo stato palestinese. Invece andiamo avanti da 15 anni e non abbiamo autorità su niente, nemmeno sulla Muqata. Questo perché gli israeliani non fanno la loro parte nel processo di pace”. Barghouthi non risparmia neanche il presidente americano Barack Obama. “Quando è stato eletto e ha tenuto il suo discorso al Cairo c’era grosso ottimismo nel mondo – ha chiosato – ora invece, a un anno dalla sua elezione, abbiamo visto che non ha fatto nulla, ma al contrario ha fatto marcia indietro su molti punti. Tuttavia, è ancora possibile imporre a Israele la nascita di uno stato palestinese indipendente”.