Idv, auguri ad Andreotti

Andreotti, no grazie. Questo il titolo dell’articolo scritto ieri sul sito dell’Italia dei Valori da Felice Belisario in occasione del novantesimo compleanno – viene da scrivere “anniversario”… Com’è strana la mente umana… – di Giulio Andreotti. Quelli dell’Idv sono degli auguri un po’ particolari. Certo originali.

Una foto: in bianco e nero un po’ sgranato (ha trent’anni). E’ la foto del cadavere del giornalista Mino Pecorelli riverso sul sedile della sua auto e colpito a morte.

Nei commenti, qualcuno posta questo articolo di Repubblica:

PERUGIA – Non esistono prove che colleghino Giulio Andreotti all’omicidio di Mino Pecorelli “al di là della sussistenza di un valido movente”. È questa, in breve, la motivazione della sentenza del processo di Perugia per l’omicidio del giornalista direttore del settimanale “Op” […]. Ma il documento della corte d’Assise aggiunge un altro elemento: i pentiti di mafia che hanno testimoniato al processo sono da considerarsi “attendibili”. Un’assoluzione destinata a far discutere: da un lato Andreotti è stato assolto per la mancanza di elementi certi che lo colleghino alla morte di Pecorelli e dall’altro, i giudici ritengono comunque che l’impianto accusatorio in larga parte sostenuto attraverso i collaboratori di giustizia (Tommaso Buscetta, Gaspare Mutolo, Francesco Marino Mannoia, Giuseppe Marchese e Baldassarre Di Maggio) sia stato valido. Insomma, quei pentiti – nonostante le tante vicende che ne hanno messo a dura prova la credibilità – dicevano il vero. Ma questo non è bastato all’accusa per dimostrare la colpevolezza del senatore a vita.

Belisario commenta la foto spiegando perché i parlamentari del suo gruppo si siano allontanati dall’aula di Palazzo Madama mercoledì scorso, nel momento della standing ovation bi-partitica di auguri a Giulio Andreotti.

Noi non c’eravamo perché non volevamo esserci, perché per noi Giulio Andreotti non è il modello di uomo politico da cui vorremmo fossero rappresentati i cittadini italiani

Buon compleanno Andreotti. Che avvisa: “Non sono mica ancora morto”

Giulio Andreotti ha compiuto 90 anni. Il Divo ha seppellito molti tra coloro che volevano seppellirlo. La Stampa fa una bella ricostruzione multimediale della sua lunga vita.

Andreotti è nato a Roma il 14 gennaio 1919. Afferma tranquillamente di non pentirsi di nulla. In più, spera nel Paradiso e in una proroga sulla Terra già che si trova… E avverte: Grazie, grazie a tutti per gli auguri, ma mi celebrate come se fossi già morto e non ne ho alcuna intenzione al momento. Anche perché, siamo certi, la sua parte è ancora così fresca, attiva e reattiva nella vita politica italiana

Auguri Repubblica

Era il 1946. La guerra era da poco finita è un paese completamente allo sbando si ritrovò a decidere se era più giusto continuare sulla strada che già era stata intrapresa, la monarchia, o cambiare il tipo di governo e passare alla Repubblica.

Allora fu il primo scandalo politico. Chi diceva che vi furono brogli, chi diceva che invece il referendum fu regolare. Nonostante tutto fu la vittoria della Repubblica Italiana. E fu la sconfitta dei Savoia che se ne dovettero andare dal bel paese, per poi ritornarvici solo molti anni dopo.

Negli ultimi anni, specie con la necessità di ritrovare un orgoglio nazionale ormai perduto in molti cittadini, se non in qualche sporadica competizione calcistica, la festa della Repubblica ha trovato un nuovo vigore e un nuovo spirito.

Uno spirito che deve essere quello che guida la nostra vita di tutti i giorni. Da cittadini orgogliosi di vivere in Italia, di essere italiani e di poter dire orgogliosi nel mondo che il bel paese è la mia nazione di origine. Auguri Repubblica, auguri Italia.

Happy Birthday Israele

60 anni. E non li dimostra. Ma soprattutto nonostante i tanti problemi, conflitti e diatribe diplomatiche, Israele è ancora là, lo stato stoico, voglioso di esserci ma soprattutto di rimanerci.

Un compleanno particolare, che avverrà ufficialmente tra qualche giorno il 14 maggio, ma che ha un grande significato, talmente importante da venire premiato con la posizione di ospite d’onore alla fiera del libro di Torino.

Il Lingotto sarà il luogo della festa, una festa che dovrebbe essere coperta solo di gioia, di soddisfazione, di ringraziamenti e che invece è macchiata, come spesso accade quando il medioriente viene messo al centro dell’attenzione, da proteste e contestazioni.