Banca Popolare di Bari alla Consob: operazioni corrette

Banca Popolare di Bari alla Consob: operazioni corrette

“La Consob non ha bloccato la vendita di azioni e le sanzioni sono state comminate solo a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa e si riferiscono a due distinti procedimenti”. Risponde così la Banca Popolare di Bari dopo le notizie apparse sui giornali relative a procedimenti sanzionatori deliberati da Consob nei confronti dell’istituto creditizio.

La Banca barese precisa inoltre che le sanzioni ammontano a 1,8 milioni e non a 2,6 milioni come riportato dai giornali.

La posizione della Popolare di Bari è chiara, non ci sta ad essere attaccata e respinge i riferimenti erronei riportati dalla stampa. “La Banca esprime anzitutto sorpresa e rammarico – afferma Banca Popolare di Bari – per la diffusione, con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.

L’elenco delle precisazioni da parte della banca barese è piuttosto lungo e mostra come la Banca abbia sempre portato avanti “operazioni corrette”. A sostenere questa tesi anche i contenuti delle verifiche curate dalla Banca d’Italia, concluse a settembre del 2016 e notificate nei primi mesi del 2017, che hanno avuto tutte un esito positivo.

“In merito ai procedimenti sanzionatori deliberati da Consob – scrive in un comunicato Banca Popolare di Bari -, già il bilancio 2017 della Banca (relazione e nota integrativa) informava dell’avvio, da parte di Consob, di tre distinti procedimenti, a seguito degli esiti dell’ispezione sui servizi di investimento condotta da Banca d’Italia, su mandato della stessa Consob, tra giugno e novembre 2016. Peraltro la Banca aveva subito una ispezione sui servizi di investimento a inizio 2016, con esiti che possono essere ritenuti positivi e che avevano pertanto rassicurato la Banca sulla sostanziale correttezza delle proprie prassi operative”.

Un altro aspetto che la Banca chiarisce sono i cosiddetti “finanziamenti baciati”. “Il fenomeno dei “finanziamenti baciati” – dice la Popolare di Bari – non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia. Le indagine interne hanno autonomamente rilevato un numero molto contenuto di fenomeni che la Banca stessa ha ritenuto di evidenziare, come peraltro riportato anche nel fascicolo di bilancio 2017. I 10 fenomeni, come detto rilevati dalla Banca, si rapportano ad oltre 16.000 operazioni perfezionate nell’ambito dei due aumenti di capitale. Non è inoltre vero che tali operazioni riguardavano soggetti con profili di rischio non adeguato”.

Anche sugli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, la Banca afferma che: “sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.

Questi ed altri chiarimenti mostrano come la Popolare di Bari abbia lavorato con correttezza e respinge le irregolarità di cui parla la Consob.

Due delibere sono state infatti approvate dalla Consob il 13 settembre, giorno delle dimissioni dell’ex presidente Mario Nava, in merito a presunte violazioni riscontrate presso la Banca Popolare di Bari nei periodi tra il 2014-16.

“La Banca – si legge infine nel comunicato -, ritenendo tali sanzioni non rispondenti ai comportamenti mantenuti nel tempo e pertanto ingiuste, intende continuare a far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti”.

Report, la banca dei numeri uno

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Report andrà in onda stasera, domenica 15 novembre, alle 21.30 su Rai Tre. La puntata si intitola ”La banca dei numeri uno” di Paolo Mondani.

Ecco la Sinossi:
Con lo scudo fiscale del 2001, poi prolungato fino al 2003, sono stati messi in regola circa 78 miliardi di euro. A fronte di questa enorme massa di denaro sono state inviate circa 90 segnalazioni di operazioni sospette, di cui nessuna che riguardava la Sicilia. Le banche hanno evidenziato poco o nulla proprio grazie alle garanzie di anonimato accordate da quella legge. E quindi non è stato possibile intercettare il denaro sporco frutto di reati di natura fiscale per i quali era stata accordata la non punibilità.

Napolitano firma, Fini parla

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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato il decreto correttivo e ha promulgato la legge anticrisi. Rassicurazioni del premier sulle riserve auree: l’applicabilità è stata subordinata al sì di Banca d’Italia e Banca centrale europea.

E parla anche Gianfranco Fini oggi. Che dice: occorre trovare un equilibrio ai poteri delle Camere e dell’esecutivo. Il ricorso continuo, da parte del Governo, di porre la fiducia è legittimo, ma così facendo non deve esimersi dal confronto parlamentare. Verrà rivisto il Regolamento. Vedremo come.

Foto|Tiscali

Report, San Marino e il re nero

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Appuntamento oggi a Report, il programma condotto da Milena Gabanelli su RaiTre la domenica sera. La puntata di oggi si intitola IL RE NERO.

Ecco la sinossi della puntata che porta oggi la firma di Paolo Mondani.
San Marino è uno stato sovrano tra la provincia di Rimini e quella di Pesaro – Urbino. Lingua ufficiale è l’italiano, quella parlata è il dialetto romagnolo. Non esiste dogana. La Banca d’Italia, da qualche mese, ha imposto ai nostri istituti di credito di trattare le banche sammarinesi come se fossero delle Isole Cayman. Il Moneyval, organismo del Consiglio d’Europa che si occupa di riciclaggio, ha decretato San Marino come stato a rischio. E l’Ocse l’ha infilato nella lista grigia dei paradisi fiscali. Qui il credo si chiama segreto bancario e societa’ anonime. San Marino vuol dire 12 banche e 59 finanziarie.

La verità sull’economia italiana degli ultimi anni

Un gruppo di studenti di master in economia, come potrete leggere dalla prima slide di questa presentazione, analizzando i dati di fonti attendibili come quelli della Banca d’Italia, dell’ISTAT e dell’OSCE, vuole esprimere la propria opinione riguardo a ciò che è stato fatto nelle ultime legislature, in termini economici, dalla sinistra e dalla destra, cercando di far luce su quanto la stampa invece ha riportato, nel tentativo di dare a noi la possibilità di crearci un punto di vista obiettivo e non distorto dai media.

Vista la problematica dovuta agli spazi ridotti di visualizzare alcune slide nella forma giusta, vi invitiamo a fruirla nella maniera corretta all’indirizzo qui sotto riportato.
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Tagliare le tasse, ma non solo. Draghi dice la sua

Banca d’Italia
Non solo tasse. La riduzione delle stesse, tanto attesa e agognata dall’italiano medio, può essere una soluzione, in termini economici, se accompagnata da un altro necesario provvedimento di riduzione della spesa.
Per arrivare ad un rilancio della malandata economia italiana nel lungo periodo, sarà necessario lavorare per favorire uno scatto della produttività: parola di Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia.
Draghi sceglie di dire la sua all’assemblea del Forex a Bari . E’ preoccupato per il rallentamento del Pil e prova, a sua volta, a capire come intervenire. E’ molto chiaro: Eventuali misure di sgravio fiscale esplicano appieno il loro potenziale sull’economia solo se non portano a un aumento del debito pubblico: nel nostro caso, se sono compensate da diminuzioni della spesa corrente, che resta molto elevata.

Silenzio, parla Bankitalia

PIL
Ce ne hanno dette di tutte i colori. Belle e brutte. Positive, e, in tal caso,fondamentalmente incredibili, ma soprattutto, assai più credibili, negative. I numeri dello Stato Italiano, della sua economia, della sua vita quotidiana e a lungo termine, ci rimbalzano un giorno sì e l’altro pure. Spiazzandoci.
Ora arriva anche Bankitalia – ma poi, quella K, perchè? Bankitalia che, giustamente, dopo l’Ue, dopo la Standard & Poor’s, dopo i media stranieri che ci hanno beffeggiato, deve dire la sua. Numeri e dati che non sembrerebbero buoni. Positivi. Previsioni di futuro vicino.
L’ultimo bollettino della Banca d’Italia riporta le seguenti, supposte, verità: il Pil italiano crescerà nel 2008 e nel 2009 molto meno del probabile 1,9% del 2007. Tombola. La Banca d’Italia,insomma, sostiene che la crescita (?) dovrebbe aggirarsi intorno all’1%, e lì assestarsi. Il quadro di riferimento esterno si è deteriorato in misura marcata, rispetto al quadro di luglio. Perchè? Fattori esterni: petrolio e crisi dei mutui, ad esempio, che hanno analoghi impatti sugli altri Paesi. Tutti sulla stessa barca. Magra consolazione, dato che il porto di partenza italico è assai più malandato della media.