Il PDL: “par condicio” ,alternare i conduttori.L’ Antitrust blocca gli incroci giornali-tv.

Alessio Butti,del PDL, ha presentato in Commissione di vigilanza RAI un atto di indirizzo sul pluralismo che propone, fra l’ altro, di alternare, di settimana in settimana, conduttori di talk show “con diversa formazione culturale”, da far andare in onda in prima serata. Per Butti, l’ occupare sistematicamente le serate di martedì e giovedì ( quando vanno in onda, rispettivamente, “Ballarò” e “Annozero”,) ” E’ diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori“, e per questo chiede che “La RAI valuti l’ opportunità di sperimentare l’ apertura di altri spazi informativi e\o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale”. La bozza presentata dal PDL, comunque, rimane per ora  a livello di proposta, senza valore cogente, come si legge proprio nel testo, dove è scritto: “La Rai valuti l’ opportunità di sperimentare” tale modalità.
Duro il commento di Michele Santoro, conduttore di Annozero, una delle trasmissioni “nel mirino” , che ha dichiarato: “Siamo al  Minculpop, ma con gerarchi che assomigliano alle caricature dei fascisti”. Nella sede RAI di via Teulada sono state recapitate oggi una busta con 4 proiettili e una lettera di minaccie per Santoro, Gomez, Travaglio e Barbacetto; sull’ episodio indaga la Digos.

Assai critico, per quel che riguarda le reazioni politiche, anche il leader dell’ IDV Antonio Di Pietro, che ha affermato: “Siamo alle purghe dei peggiori regimi.” e ha assicurato: “L’ Italia dei Valorì farà le barricate fuori e dentro le Camere.”
Anche per il vicepresidente della Commissione di vigilanza RAI Giorgio Merlo, del PD,La bozza del senatore Butti non è condivisibile, poichè, ha spiegato, l’ atto di indirizzo sul pluralismo non dovrebbe diventare “una clava per colpire qualcuno”.
Dall’ UDC, Enzo Carra e Roberto Rao, segretario e capogruppo in commissione di vigilanza RAI, hanno ricordato, in una nota congiunta, di aver già presentato “un lungo documento con tutti gli elementi di critica rispetto al testo di Butti”, ma, aggiungono, “Ci sono stati dei cambiamenti, ma largamente insufficienti”. Per Flavia Perina. di Futuro e Libertà, tale proposta andrebbe estesa anche al TG ! di Minzolini e a “Porta a Porta” di Bruno Vespa.
L’ Antitrust, invece, si è pronunciata sulla norma, presente nel decreto Milleproroghe, riguardante gli incroci proprietari fra stampa e tv, e, in una segnalazione inviata al premier Berlusconi e ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, ha definito “inopportuno” che sia il presidente del Consiglio, che è anche il proprietario del più grande impero televisivo italiano, ad avere il potere di prorogare o meno il divieto di incroci proprietari stampa-tv oltre il 31 marzo 2011.

Ballarò, l’Italia del lavoro contro quella degli insulti

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Questa sera, martedì 3 novembre 2009 alle 21.10, in onda Ballarò. Ed ecco di cosa si parla:

Quanto si può andare avanti tra accuse e risse? Quanto può reggere un Paese con la politica che litiga su tutto e tutti?

A Ballarò l’Italia del lavoro, dei risparmi, delle bollette s’interroga sull’Italia degli insulti e dei veleni. Nella puntata di oggi Giovanni Floris ospita, tra gli altri, il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla, il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, il presidente dell’antitrust Antonio Catricalà, il direttore del “Corriere della sera” Ferruccio De Bortoli, il direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli, Enrico Letta del PD, Franco Bechis, vice direttore di Libero.

Il programma è aperto, come di consueto, dalla copertina satirica di Maurizio Crozza.

Ballarò: Tabacci, Gasparri, Vendola, la crisi ma soprattutto Amartya Sen

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Ballarò, in onda il programma di Giovanni Floris. In studio Debora Serracchiani, Nichi Vendola, Bruno Tabacci, Maurizio Gasparri, Laura Ravetto, Luigi Angeletti, Antonio Catricalà e Nando Pagnoncelli. Si parla di crisi. E il primo ospite è il professore ed economista Amartya Sen.

Maurizio Crozza apre a raffica. E’ stata depositata oggi la sentenza sul caso Mills, che agì da falso testimone per agevolare Berlusconi e mantenere gli ingenti profitti alla Fininvest. Ha ragione Berlusconi, perché l’avvocato Mills è l’ex marito di un ministro del governo Brown. Quindi la regina dovrebbe dimettersi. Meno male che c’è il Lodo Alfano, sennò invece di riferire in Parlamento avrebbe riferito in parlatorio.